Il libro è l’esito di una ricerca che prova a rispondere a un problema: il mondo che oggi conosciamo, a causa della rapidità con cui sta evolvendo il quadro climatico, spinge chi si occupa della conservazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, a declinare il concetto di cura in una nuova visione del disastro. In questo quadro, lo studio delle sommersioni di villaggi, realizzate a seguito della costruzione di dighe e bacini di ritenuta, offre una serie di spunti rispetto ai quali provare a immaginare le sfide future che ci attendono. Il libro si struttura in tre parti: due saggi iniziali, le schede di approfondimento di alcuni casi studio selezionati che riguardano l’Italia e l’Europa, un saggio finale. La prima parte si apre con una riflessione di Chiara L. M. Occelli sul tema del disastro, che interseca inevitabilmente le questioni relative all’abbandono, alla nostalgia, ma che consente di prefigurare anche qualche possibile appiglio per un progetto di rifondazione; segue, poi, il saggio di Irene Ruiz Bazán, che approfondisce storicamente e criticamente il tema delle architetture fatte a pezzi in occasione della costruzione di dighe, architetture spostate e rimontate talvolta in contesti anche molto distanti da quello di provenienza. La seconda parte, formata da schede su alcuni casi studio scelti, riguarda il Piemonte e gli esempi di Pontechianale e Agaro e Morasco e la Sardegna con l’esempio di Zuri, per quanto riguarda l’Italia; tra i paesi europei, gli approfondimenti sono stati dedicati alla Francia e alla Spagna. L’ultimo saggio, di Riccardo Palma, costituisce un’inversione dello sguardo: se nel nostro lavoro abbiamo indagato villaggi e borgate sommersi dalle acque, Palma ci parla invece di una città, la città per eccellenza, che è nata dalle acque: Roma. Il tema della fondazione e delle rifondazioni della città Eterna svela alcuni possibili meccanismi, che hanno il loro centro nel rapporto tra differenza e ripetizione. Se è indubbio che il ricordo della perdita non può essere mai cancellato, esso può però almeno essere rappresentato: questo dovrebbe essere il compito di un progetto di rifondazione che sia in grado di prendersi cura anche delle architetture memoriali, simboliche e monumentali.
La memoria che riaffiora. Villaggi sommersi e rifondazione dell’abitare / Occelli, Chiara Lucia Maria; Ruiz Bazan, Irene. - STAMPA. - (2024), pp. 1-200.
La memoria che riaffiora. Villaggi sommersi e rifondazione dell’abitare
Occelli, Chiara Lucia Maria;Ruiz Bazan, Irene
2024
Abstract
Il libro è l’esito di una ricerca che prova a rispondere a un problema: il mondo che oggi conosciamo, a causa della rapidità con cui sta evolvendo il quadro climatico, spinge chi si occupa della conservazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, a declinare il concetto di cura in una nuova visione del disastro. In questo quadro, lo studio delle sommersioni di villaggi, realizzate a seguito della costruzione di dighe e bacini di ritenuta, offre una serie di spunti rispetto ai quali provare a immaginare le sfide future che ci attendono. Il libro si struttura in tre parti: due saggi iniziali, le schede di approfondimento di alcuni casi studio selezionati che riguardano l’Italia e l’Europa, un saggio finale. La prima parte si apre con una riflessione di Chiara L. M. Occelli sul tema del disastro, che interseca inevitabilmente le questioni relative all’abbandono, alla nostalgia, ma che consente di prefigurare anche qualche possibile appiglio per un progetto di rifondazione; segue, poi, il saggio di Irene Ruiz Bazán, che approfondisce storicamente e criticamente il tema delle architetture fatte a pezzi in occasione della costruzione di dighe, architetture spostate e rimontate talvolta in contesti anche molto distanti da quello di provenienza. La seconda parte, formata da schede su alcuni casi studio scelti, riguarda il Piemonte e gli esempi di Pontechianale e Agaro e Morasco e la Sardegna con l’esempio di Zuri, per quanto riguarda l’Italia; tra i paesi europei, gli approfondimenti sono stati dedicati alla Francia e alla Spagna. L’ultimo saggio, di Riccardo Palma, costituisce un’inversione dello sguardo: se nel nostro lavoro abbiamo indagato villaggi e borgate sommersi dalle acque, Palma ci parla invece di una città, la città per eccellenza, che è nata dalle acque: Roma. Il tema della fondazione e delle rifondazioni della città Eterna svela alcuni possibili meccanismi, che hanno il loro centro nel rapporto tra differenza e ripetizione. Se è indubbio che il ricordo della perdita non può essere mai cancellato, esso può però almeno essere rappresentato: questo dovrebbe essere il compito di un progetto di rifondazione che sia in grado di prendersi cura anche delle architetture memoriali, simboliche e monumentali.File | Dimensione | Formato | |
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