Concepiti e realizzati per il grande evento che fu l’Esposizione di Italia 61 a Torino, il Palazzo delle Mostre, poi meglio conosciuto come Palazzo a vela, e i Padiglioni delle Regioni sono stati oggetto di nuovi progetti finalizzati al riuso per un altro evento altrettanto straordinario, per la città, che è stato quello dei XX Giochi olimpici invernali del 2006. Due opere di architettura degli anni 50-60 del Novecento che, pur riconosciute di grande interesse e valore, si trovavano allora in uno stato di sotto utilizzo e avrebbero potuto, con l’occasione dei grandi finanziamenti per le opere a supporto dell’organizzazione dei Giochi olimpici, avviare un processo di rifunzionalizzazione e valorizzazione. Le esigenze della tutela e quelle della conservazione non sempre però riescono a imporre e far rispettare quei principi e norme condivisi, che dovrebbero garantire la qualità dell’esito finale, quando la macchina dei “grandi eventi” inizia il suo percorso. Per indagare il processo che ha guidato le trasformazioni e per comprendere come si è giunti a scelte che, come per il Palavela, hanno destato non poche perplessità, sono state ripercorse le vicende che hanno determinato le scelte progettuali, verificando che non sempre le premesse sono state sviluppate in modo coerente.
Il Palazzo a vela e i Padiglioni delle Regioni nell’area di Italia 61. Processi decisionali, progetti e trasformazioni in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 / Bartolozzi, Carla - In: Italia 61 a Torino. Una modernità tradita / Montanari G.. - Torino : SPABA Torino, 2023. - ISBN 978-88-903426-5-3. - pp. 69-90
Il Palazzo a vela e i Padiglioni delle Regioni nell’area di Italia 61. Processi decisionali, progetti e trasformazioni in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006
Carla Bartolozzi
2023
Abstract
Concepiti e realizzati per il grande evento che fu l’Esposizione di Italia 61 a Torino, il Palazzo delle Mostre, poi meglio conosciuto come Palazzo a vela, e i Padiglioni delle Regioni sono stati oggetto di nuovi progetti finalizzati al riuso per un altro evento altrettanto straordinario, per la città, che è stato quello dei XX Giochi olimpici invernali del 2006. Due opere di architettura degli anni 50-60 del Novecento che, pur riconosciute di grande interesse e valore, si trovavano allora in uno stato di sotto utilizzo e avrebbero potuto, con l’occasione dei grandi finanziamenti per le opere a supporto dell’organizzazione dei Giochi olimpici, avviare un processo di rifunzionalizzazione e valorizzazione. Le esigenze della tutela e quelle della conservazione non sempre però riescono a imporre e far rispettare quei principi e norme condivisi, che dovrebbero garantire la qualità dell’esito finale, quando la macchina dei “grandi eventi” inizia il suo percorso. Per indagare il processo che ha guidato le trasformazioni e per comprendere come si è giunti a scelte che, come per il Palavela, hanno destato non poche perplessità, sono state ripercorse le vicende che hanno determinato le scelte progettuali, verificando che non sempre le premesse sono state sviluppate in modo coerente.File | Dimensione | Formato | |
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