Dopo aver sottolineato le peculiarità dell’opera di Robert Maillart e analizzato la diffusione in Italia delle sue idee nel secondo dopoguerra, il saggio si concentra sul viadotto di Albiano Magra (provincia di Massa-Carrara), ponte a più campate con schema tipo Maillart, crollato nell’aprile 2020, esempio di tipologia di opera la cui valutazione dello stato di conservazione tipicamente richiede competenze specialistiche e un approfondito esame delle sue caratteristiche di unicità. Esso ha una storia complessa: fu costruito nel 1949 su progetto degli ingegneri Arrigo Carè, Giorgio Giannelli e Giulio Ceradini sulle fondazioni, sulle spalle e sulle pile del ponte precedente, abbattuto dall’esercito tedesco. Gli autori analizzano dettagliatamente le caratteristiche e dunque le cause del crollo del ponte, deducendo alcune lezioni per il monitoraggio di ponti “unici” come questo, e infine sottolineando come la comunità scientifica e tecnica debba continuare – sullo sfondo della normativa tecnica vigente – ad interrogarsi per cercare risposte al pressante problema della gestione, del controllo della sicurezza e della manutenzione delle opere d’arte esistenti, di costruzione più o meno recente.
Peculiarità e implicazioni sulla sicurezza delle costruzioni in cemento armato / Chiaia, Bernardino; Piana, Gianfranco. - In: ARCHI. - ISSN 1422-5417. - STAMPA. - 5:(2021), pp. 36-42.
Peculiarità e implicazioni sulla sicurezza delle costruzioni in cemento armato
Chiaia, Bernardino;Piana, Gianfranco
2021
Abstract
Dopo aver sottolineato le peculiarità dell’opera di Robert Maillart e analizzato la diffusione in Italia delle sue idee nel secondo dopoguerra, il saggio si concentra sul viadotto di Albiano Magra (provincia di Massa-Carrara), ponte a più campate con schema tipo Maillart, crollato nell’aprile 2020, esempio di tipologia di opera la cui valutazione dello stato di conservazione tipicamente richiede competenze specialistiche e un approfondito esame delle sue caratteristiche di unicità. Esso ha una storia complessa: fu costruito nel 1949 su progetto degli ingegneri Arrigo Carè, Giorgio Giannelli e Giulio Ceradini sulle fondazioni, sulle spalle e sulle pile del ponte precedente, abbattuto dall’esercito tedesco. Gli autori analizzano dettagliatamente le caratteristiche e dunque le cause del crollo del ponte, deducendo alcune lezioni per il monitoraggio di ponti “unici” come questo, e infine sottolineando come la comunità scientifica e tecnica debba continuare – sullo sfondo della normativa tecnica vigente – ad interrogarsi per cercare risposte al pressante problema della gestione, del controllo della sicurezza e della manutenzione delle opere d’arte esistenti, di costruzione più o meno recente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2977931