La valle Bormida è un’interessante combinazione di fattori, in primis essere un’area marginale di confine tra due regioni che rivolgono il loro sguardo o verso le Alpi o verso il mare. Questa marginalità storica (risale infatti all’annessione agli stati sabaudi del 1738) nel presente si è trasformata in lontananza e assenza di servizi basilari che l’hanno portata a diventare nel 2014 Area Interna, l’ultima ad essere attuata dalla Regione Piemonte nel 2021. Lo spopolamento conseguente a questi fattori ha avuto come effetto inaspettato la conservazione di caratteri urbani, morfologici e tipologici nei piccoli borghi difficilmente riscontrabili in altri territori. A renderla ancora più particolare è il suo fare parte ad territorio appenninico con cui condivide medesime identità, croniche problematiche e tentativi di innovazione. Ma cosa significa essere Appenninici dove l’Appenino nasce, a pochi chilometri dal Colle di Cadibona? Cosa significa non essere abbastanza montagna per competere con le Alpi e nemmeno abbastanza Appennino per meritarsi di essere comunemente riconosciuta come tale? Con l’occasione di un lavoro di tesi, la Valle è stata studiata attraverso una serie di rilievi, morfologici, fotografici, tipologici, che hanno cercato da una parte di raccogliere e mettere a sistema queste differenti identità e questo patrimonio di tracce del passato. Dondolando tra le previsioni strategia delle Aree Interne e l’analisi crudele dello stato dei luoghi, infine questo lavoro si poneva un importante interrogativo: capire come ridurre le disuguaglianze, ripartendo in maniera più equa i diritti di cittadinanza. Tre progetti per tre servizi essenziali che offrissero uno scenario di vita alternativo a coloro che qui vivono o qui scelgono di tornare.

Nuovi spazi collettivi per la Valle Bormida / Bianco, Paolo. - In: DISLIVELLI. - ISSN 2039-5442. - ELETTRONICO. - 114:(2022), pp. 31-33.

Nuovi spazi collettivi per la Valle Bormida

Bianco, Paolo
2022

Abstract

La valle Bormida è un’interessante combinazione di fattori, in primis essere un’area marginale di confine tra due regioni che rivolgono il loro sguardo o verso le Alpi o verso il mare. Questa marginalità storica (risale infatti all’annessione agli stati sabaudi del 1738) nel presente si è trasformata in lontananza e assenza di servizi basilari che l’hanno portata a diventare nel 2014 Area Interna, l’ultima ad essere attuata dalla Regione Piemonte nel 2021. Lo spopolamento conseguente a questi fattori ha avuto come effetto inaspettato la conservazione di caratteri urbani, morfologici e tipologici nei piccoli borghi difficilmente riscontrabili in altri territori. A renderla ancora più particolare è il suo fare parte ad territorio appenninico con cui condivide medesime identità, croniche problematiche e tentativi di innovazione. Ma cosa significa essere Appenninici dove l’Appenino nasce, a pochi chilometri dal Colle di Cadibona? Cosa significa non essere abbastanza montagna per competere con le Alpi e nemmeno abbastanza Appennino per meritarsi di essere comunemente riconosciuta come tale? Con l’occasione di un lavoro di tesi, la Valle è stata studiata attraverso una serie di rilievi, morfologici, fotografici, tipologici, che hanno cercato da una parte di raccogliere e mettere a sistema queste differenti identità e questo patrimonio di tracce del passato. Dondolando tra le previsioni strategia delle Aree Interne e l’analisi crudele dello stato dei luoghi, infine questo lavoro si poneva un importante interrogativo: capire come ridurre le disuguaglianze, ripartendo in maniera più equa i diritti di cittadinanza. Tre progetti per tre servizi essenziali che offrissero uno scenario di vita alternativo a coloro che qui vivono o qui scelgono di tornare.
2022
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2977009