Il dibattito sul miglior uso del patrimonio culturale religioso dismesso o sottoutilizzato ruota inevitabilmente attorno alla necessaria condivisione di significati e valori, sulla base dei quali interpretare la storia di tale patrimonio e definire criteri di discernimento comunitario per le strategie di intervento. È tuttavia evidente il rischio che un generico appello a “valori comuni” resti velleitario e inefficace, e che sia condiviso solo in quanto retorico o appacificante. La natura drammatica del problema del patrimonio religioso abbandonato richiede, al contrario, criteri di riconoscimento di valore rigorosi, sulla base dei quali assumere decisioni – anche le più dolorose – lungimiranti e prive di eufemismi. Negli ultimi decenni la letteratura ha ampiamente discusso gli approcci values-based alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale: come contributo teorico al dibattito viene qui proposta una tassonomia di valori per avviare la costruzione di un lessico condiviso, specifico per il patrimonio culturale di interesse religioso. La possibilità di attribuire specifici nomi ai valori potrebbe permettere un’interazione positiva tra i processi di discernimento comunitario e i pareri esperti. Il contributo, in particolare, intende esaminare alcuni aspetti dei diversi valori patrimoniali dal punto di vista delle relazioni tra storia, memoria e società, con un particolare focus sul patrimonio cattolico. È dunque la necessità di approfondire storicamente e progettualmente la dimensione valoriale del processo formativo dell’architettura che ispira questa riflessione: se la stratificazione architettonica è considerata come l’espressione dei valori cui i committenti hanno dato una forma architettonica utile alle comunità, sono ora le attuali comunità – ecclesiali come patrimoniali – che devono cercare nuovi committenti e nuovi valori condivisi, su cui fondare le operazioni di valorizzazione e rigenerazione. The debate on the best use of decommissioned or underutilized religious cultural heritage necessarily revolves around shared meanings and values, on the basis of which to interpret the history of this heritage and define community discernment criteria for intervention strategies. Nonetheless, there is a risk that a generic call to “common values” will continue to be superficial and ineffective, rhetorical or ‘appeasing’. Conversely, the dramatic nature of the subject requires rigorous assessment and selection criteria, the ability to make decisions – including painful ones – without euphemisms, and the courage to embark on ambitious paths of social and architectural regeneration. In recent decades, the literature has extensively discussed values-based approaches to the preservation and enhancement of cultural heritage. As a theoretical contribution to the debate, a taxonomy of values is proposed here, to begin the construction of a shared lexicon specific to cultural heritage of religious interest. The possibility of assigning specific “names” to values could allow positive interaction between community discernment processes and expert opinions. The contribution aims to examine some aspects of different heritage values from the perspective of the relationships between history, memory and society, with a particular focus on Catholic heritage. Thus, the need to historically investigate the value dimension of the formative process of architecture inspires this reflection: if architectural stratification is considered as the expression of values to which patrons have given an architectural form useful to communities, it is now the present communities - ecclesial communities as well as heritage communities - that must seek new patrons and new shared values on which to base operations of valorization and regeneration.

Dare un nome ai valori del patrimonio culturale di interesse religioso / Longhi, Andrea - In: Il valore del patrimonio. Studi per Giulio Mondini / Devoti C., Bottero M.. - STAMPA. - Sesto Fiorentino : All'Insegna del Giglio, 2022. - ISBN 9788892851573. - pp. 181-188 [10.36153/heredium03-019]

Dare un nome ai valori del patrimonio culturale di interesse religioso

Longhi, Andrea
2022

Abstract

Il dibattito sul miglior uso del patrimonio culturale religioso dismesso o sottoutilizzato ruota inevitabilmente attorno alla necessaria condivisione di significati e valori, sulla base dei quali interpretare la storia di tale patrimonio e definire criteri di discernimento comunitario per le strategie di intervento. È tuttavia evidente il rischio che un generico appello a “valori comuni” resti velleitario e inefficace, e che sia condiviso solo in quanto retorico o appacificante. La natura drammatica del problema del patrimonio religioso abbandonato richiede, al contrario, criteri di riconoscimento di valore rigorosi, sulla base dei quali assumere decisioni – anche le più dolorose – lungimiranti e prive di eufemismi. Negli ultimi decenni la letteratura ha ampiamente discusso gli approcci values-based alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale: come contributo teorico al dibattito viene qui proposta una tassonomia di valori per avviare la costruzione di un lessico condiviso, specifico per il patrimonio culturale di interesse religioso. La possibilità di attribuire specifici nomi ai valori potrebbe permettere un’interazione positiva tra i processi di discernimento comunitario e i pareri esperti. Il contributo, in particolare, intende esaminare alcuni aspetti dei diversi valori patrimoniali dal punto di vista delle relazioni tra storia, memoria e società, con un particolare focus sul patrimonio cattolico. È dunque la necessità di approfondire storicamente e progettualmente la dimensione valoriale del processo formativo dell’architettura che ispira questa riflessione: se la stratificazione architettonica è considerata come l’espressione dei valori cui i committenti hanno dato una forma architettonica utile alle comunità, sono ora le attuali comunità – ecclesiali come patrimoniali – che devono cercare nuovi committenti e nuovi valori condivisi, su cui fondare le operazioni di valorizzazione e rigenerazione. The debate on the best use of decommissioned or underutilized religious cultural heritage necessarily revolves around shared meanings and values, on the basis of which to interpret the history of this heritage and define community discernment criteria for intervention strategies. Nonetheless, there is a risk that a generic call to “common values” will continue to be superficial and ineffective, rhetorical or ‘appeasing’. Conversely, the dramatic nature of the subject requires rigorous assessment and selection criteria, the ability to make decisions – including painful ones – without euphemisms, and the courage to embark on ambitious paths of social and architectural regeneration. In recent decades, the literature has extensively discussed values-based approaches to the preservation and enhancement of cultural heritage. As a theoretical contribution to the debate, a taxonomy of values is proposed here, to begin the construction of a shared lexicon specific to cultural heritage of religious interest. The possibility of assigning specific “names” to values could allow positive interaction between community discernment processes and expert opinions. The contribution aims to examine some aspects of different heritage values from the perspective of the relationships between history, memory and society, with a particular focus on Catholic heritage. Thus, the need to historically investigate the value dimension of the formative process of architecture inspires this reflection: if architectural stratification is considered as the expression of values to which patrons have given an architectural form useful to communities, it is now the present communities - ecclesial communities as well as heritage communities - that must seek new patrons and new shared values on which to base operations of valorization and regeneration.
2022
9788892851573
Il valore del patrimonio. Studi per Giulio Mondini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2975518