Il movimento cataro si diffuse nel corso del secolo XII in alcune delle regioni culturalmente più vivaci dell'Europa occidentale, radicandosi nel sud della Francia. Dopo essere stati dichiarati eretici, i catari furono ripetutamente perseguitati, fino alla loro totale scomparsa nel secolo XIV. Tornata in auge alla fine del XVIII secolo con finalità politiche indipendentiste e anticlericali, l'eredità di questa eresia è diventata progressivamente un'importante risorsa turistica per diversi territori della regione francese dell’Occitanie, soprattutto dalla metà del secolo scorso. In particolare, dal 1992 il dipartimento dell'Aude ha denominato istituzionalmente il suo territorio “Pays Cathare”, e sistematizzato più di venti siti nel circuito “Les Sites du Pays Cathare”, tra cui castelli, fortezze, musei e abbazie. Tra questi, diverse rocche che furono teatro di scontri tra catari e cattolici vennero trasformate in fortificazioni di stile moderno, utilizzate come presidio militare al confine tra Francia e Aragona fino al 1659, anno che sancì il loro progressivo abbandono. A fronte di questa premessa, il contributo intende mettere in luce i meccanismi tipici del processo di patrimonializzazione dei cosiddetti “Chateaux cathares”, nome comunemente utilizzato per pubblicizzare queste località, e che ha reso alcune delle fortezze dell’Occitanie rinomate presso il grande pubblico. Questa connotazione può tuttavia rappresentare una forzatura, come si può dedurre dal fatto che diversi di essi – tra cui Termes, Puilaurens e Montségur – sono attualmente nella lista provvisoria dei siti del patrimonio mondiale dell'UNESCO come estensione della cittadella di Carcassonne sotto il titolo di “Châteaux Sentinelles de Montagne”. Oppure, che tendenzialmente i singoli siti del circuito siano presentati nella loro complessità, e non ne venga enfatizzata la matrice eretica. Ed è proprio la discrasia tra politiche dipartimentali, locali e internazionali a voler essere analizzata.
Il Pays Cathare tra politiche di valorizzazione locali e internazionali / Rudiero, Riccardo (HEREDIUM). - In: Il valore del patrimonio. Studi per Giulio Mondini / Bottero M., Devoti C.. - STAMPA. - Sesto Fiorentino (FI) : All'Insegna del Giglio sas, 2022. - ISBN 9788892851573. - pp. 189-194 [10.36153/heredium03-020]
Il Pays Cathare tra politiche di valorizzazione locali e internazionali
Rudiero, Riccardo
2022
Abstract
Il movimento cataro si diffuse nel corso del secolo XII in alcune delle regioni culturalmente più vivaci dell'Europa occidentale, radicandosi nel sud della Francia. Dopo essere stati dichiarati eretici, i catari furono ripetutamente perseguitati, fino alla loro totale scomparsa nel secolo XIV. Tornata in auge alla fine del XVIII secolo con finalità politiche indipendentiste e anticlericali, l'eredità di questa eresia è diventata progressivamente un'importante risorsa turistica per diversi territori della regione francese dell’Occitanie, soprattutto dalla metà del secolo scorso. In particolare, dal 1992 il dipartimento dell'Aude ha denominato istituzionalmente il suo territorio “Pays Cathare”, e sistematizzato più di venti siti nel circuito “Les Sites du Pays Cathare”, tra cui castelli, fortezze, musei e abbazie. Tra questi, diverse rocche che furono teatro di scontri tra catari e cattolici vennero trasformate in fortificazioni di stile moderno, utilizzate come presidio militare al confine tra Francia e Aragona fino al 1659, anno che sancì il loro progressivo abbandono. A fronte di questa premessa, il contributo intende mettere in luce i meccanismi tipici del processo di patrimonializzazione dei cosiddetti “Chateaux cathares”, nome comunemente utilizzato per pubblicizzare queste località, e che ha reso alcune delle fortezze dell’Occitanie rinomate presso il grande pubblico. Questa connotazione può tuttavia rappresentare una forzatura, come si può dedurre dal fatto che diversi di essi – tra cui Termes, Puilaurens e Montségur – sono attualmente nella lista provvisoria dei siti del patrimonio mondiale dell'UNESCO come estensione della cittadella di Carcassonne sotto il titolo di “Châteaux Sentinelles de Montagne”. Oppure, che tendenzialmente i singoli siti del circuito siano presentati nella loro complessità, e non ne venga enfatizzata la matrice eretica. Ed è proprio la discrasia tra politiche dipartimentali, locali e internazionali a voler essere analizzata.File | Dimensione | Formato | |
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