When the dominion of the sacred is read against the light, what are the morphological and urban implications of spaces, architecture and religious presences that must give way to logics and policies that dominate them? As an interesting key study, we can analyse the demolition of the cathedral in Mondovì, a flourishing cultural centre in Piedmont, when it as decided to transform the magnificent temple into a military structure in 1573. The overall architectural and urban dimension of the building was totally transformed. The civil and religious architecture, that was consolidated in the post-Tridentine period, underwent disruptive transformations when the city was the seat of Bishop Michele Ghislieri (later Pius V). Mondovì was characterised by exceptional intellectual vivacity, if compared to other Piedmontese centers, with the university, an avant-garde typography, the Jesuit college. At a time when the choices and priorities regarding the urban vocation were renewed, new real estate and demographic dynamics were defined, linked to the resilience of religious orders and new social groups. This paper deals with the analysis and comparison between different documentary and iconographic sources, which are not a homogeneous corpus but allow the study of the religious presence in the city and the verification of urban policies. The essay also tries to focus on dynamics not yet explored and by direct comparison with other cities, in particular with Savona and its transformations after the loss of autonomy in 1528. Quando il dominio del sacro è letto in negativo, quali sono i risvolti morfologici e urbani di spazi, architetture e presenze religiose che devono cedere il passo a logiche e politiche che li sovrastano? È il caso che si può affrontare analizzando l’abbattimento, nel 1573, della cattedrale di Mondovì, fiorente centro culturale piemontese, quando è decisa la trasformazione del tempio magnifico in arnese militare. Dirompenti e significativi sono i riflessi sulla dimensione architettonica e urbana complessiva dell’alto poggio su cui sorge San Donato, il Mons, con i palazzi della ricca aristocrazia cittadina e gli spazi religiosi sorti o consolidati in periodo post tridentino, quando la città era cattedra del vescovo Michele Ghislieri (poi Pio V), caratterizzata da una vivacità intellettuale eccezionale se raffrontata ad altri centri piemontesi, con l’università, una tipografia d’avanguardia, la compagnia della stampa, il collegio gesuitico. Nel momento in cui si rinnovano le scelte e le priorità riguardo alla vocazione urbana, si definiscono i presupposti per le diverse consistenze immobiliari, con dinamiche demografiche legate alla resilienza di ordini religiosi connessi ai destini di chiese e confraternite e la definizione di nuove organizzazioni e gruppi sociali. Il contributo affronta l’analisi e il confronto tra fonti documentarie e iconografiche diverse, di cui, pur non costituendo un corpus omogeneo, si può apprezzare il notevole potenziale narrativo, dando modo di riflettere sulla presenza religiosa in città, e di verificare le modalità legate ai nuovi orientamenti politici, ponendo l’accento su dinamiche non ancora esplorate, e con un confronto diretto con altre città, in particolare con Savona e le sue trasformazioni dopo la perdita di autonomia nel 1528.

Da tempio magnifico ad arnese militare: trasformazioni e modelli a Mondovì e Savona tra XVI e XVII secolo / Cuneo, Cristina. - In: IN BO. - ISSN 2036-1602. - 12:16(2021), pp. 172-185. [10.6092/issn.2036-1602/12615]

Da tempio magnifico ad arnese militare: trasformazioni e modelli a Mondovì e Savona tra XVI e XVII secolo

Cuneo, Cristina
2021

Abstract

When the dominion of the sacred is read against the light, what are the morphological and urban implications of spaces, architecture and religious presences that must give way to logics and policies that dominate them? As an interesting key study, we can analyse the demolition of the cathedral in Mondovì, a flourishing cultural centre in Piedmont, when it as decided to transform the magnificent temple into a military structure in 1573. The overall architectural and urban dimension of the building was totally transformed. The civil and religious architecture, that was consolidated in the post-Tridentine period, underwent disruptive transformations when the city was the seat of Bishop Michele Ghislieri (later Pius V). Mondovì was characterised by exceptional intellectual vivacity, if compared to other Piedmontese centers, with the university, an avant-garde typography, the Jesuit college. At a time when the choices and priorities regarding the urban vocation were renewed, new real estate and demographic dynamics were defined, linked to the resilience of religious orders and new social groups. This paper deals with the analysis and comparison between different documentary and iconographic sources, which are not a homogeneous corpus but allow the study of the religious presence in the city and the verification of urban policies. The essay also tries to focus on dynamics not yet explored and by direct comparison with other cities, in particular with Savona and its transformations after the loss of autonomy in 1528. Quando il dominio del sacro è letto in negativo, quali sono i risvolti morfologici e urbani di spazi, architetture e presenze religiose che devono cedere il passo a logiche e politiche che li sovrastano? È il caso che si può affrontare analizzando l’abbattimento, nel 1573, della cattedrale di Mondovì, fiorente centro culturale piemontese, quando è decisa la trasformazione del tempio magnifico in arnese militare. Dirompenti e significativi sono i riflessi sulla dimensione architettonica e urbana complessiva dell’alto poggio su cui sorge San Donato, il Mons, con i palazzi della ricca aristocrazia cittadina e gli spazi religiosi sorti o consolidati in periodo post tridentino, quando la città era cattedra del vescovo Michele Ghislieri (poi Pio V), caratterizzata da una vivacità intellettuale eccezionale se raffrontata ad altri centri piemontesi, con l’università, una tipografia d’avanguardia, la compagnia della stampa, il collegio gesuitico. Nel momento in cui si rinnovano le scelte e le priorità riguardo alla vocazione urbana, si definiscono i presupposti per le diverse consistenze immobiliari, con dinamiche demografiche legate alla resilienza di ordini religiosi connessi ai destini di chiese e confraternite e la definizione di nuove organizzazioni e gruppi sociali. Il contributo affronta l’analisi e il confronto tra fonti documentarie e iconografiche diverse, di cui, pur non costituendo un corpus omogeneo, si può apprezzare il notevole potenziale narrativo, dando modo di riflettere sulla presenza religiosa in città, e di verificare le modalità legate ai nuovi orientamenti politici, ponendo l’accento su dinamiche non ancora esplorate, e con un confronto diretto con altre città, in particolare con Savona e le sue trasformazioni dopo la perdita di autonomia nel 1528.
2021
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
12615-Articolo-52660-2-10-20211221.pdf

accesso aperto

Tipologia: 2a Post-print versione editoriale / Version of Record
Licenza: Creative commons
Dimensione 7.71 MB
Formato Adobe PDF
7.71 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2948019