Il periodo storico che stiamo vivendo è contraddittorio, se non addirittura paradossale: da un lato, ogni giorno, sui media, si parla di problemi ambientali, e dall’altro invece si continua a costruire. Pare che una sorta di bulimia divori il nostro paesaggio al punto di comprometterne l’integrità e la funzionalità, a scapito del nostro stesso benessere. Oggi, però, c’è una maggiore consapevolezza, ci sono strumenti e conoscenze utili a invertire la tendenza e, forse, è tempo di agire: occorre liberare le energie e fare in modo che la cultura torni a permeare la politica, quella “buona”, che mette al centro l’uomo. Per cominciare, provando a rivalutare le porzioni di città che oggi sono vuote, inutilizzate, spesso fatiscenti, e riempiendo gli edifici vuoti. Salemi, e tutta la Valle del Belice, hanno conosciuto la distruzione a causa di un evento catastrofico, il terremoto del 1968. Le parti oggetto di questo lavoro, sono crollate in pochi minuti, in poche scosse. I risultati del sisma, sono del tutto analoghi a quanto è accaduto in altri contesti, dove il tessuto storico di alcuni borghi montani, o il centro storico di qualche piccola città delle aree interne italiane è stato stravolto, danneggiato e annichilito dall’incuria e dalla mala gestione. I problemi sono gli stessi, e le soluzioni che si possono prospettare per risolverli, corrono gli stessi rischi: i processi di trasformazione che si possono prefigurare per la rigenerazione del centro storico di Salemi, visti come eventi in grado di apportare benefici a tutta la comunità, indistintamente nascondono le stesse insidie. Sono tutti interventi il cui impatto potrebbe causare danni ancora maggiori rispetto a quanto già è accaduto. Occorre allora provare a trasformare i luoghi senza snaturare la memoria e l’identità: occorre porsi nella condizione di coloro che abitano e abiteranno le porzioni di città che trasformeremo con il progetto, conoscere la memoria dei luoghi e aver cura di quanto è stato per capire come potrebbe essere, cosa potrebbe diventare. Tra le finalità di processi culturalmente sostenibili, occorre favorire il giusto equilibrio tra la conservazione del patrimonio costruito e lo sviluppo socio-economico dei contesti, dei paesaggi, al fine di rafforzare la loro attrattività e competitività. Ricercare la qualità quindi significa riconoscere il valore complessivo del Patrimonio edilizio e architettonico che dà forma e funzione agli spazi urbani, ed esprime i significati più importanti del paesaggio culturale.
Per un recupero sostenibile / Mellano, P. - In: RIABITARE ALICIA. Studio di fattibilità per la riqualificazione della città antica di Salemi / Dini R., Della Scala V., Lanteri S.. - STAMPA. - Torino : Politecnico di Torino, 2021. - ISBN 9788885745674. - pp. 1-8
Per un recupero sostenibile
MELLANO P.
2021
Abstract
Il periodo storico che stiamo vivendo è contraddittorio, se non addirittura paradossale: da un lato, ogni giorno, sui media, si parla di problemi ambientali, e dall’altro invece si continua a costruire. Pare che una sorta di bulimia divori il nostro paesaggio al punto di comprometterne l’integrità e la funzionalità, a scapito del nostro stesso benessere. Oggi, però, c’è una maggiore consapevolezza, ci sono strumenti e conoscenze utili a invertire la tendenza e, forse, è tempo di agire: occorre liberare le energie e fare in modo che la cultura torni a permeare la politica, quella “buona”, che mette al centro l’uomo. Per cominciare, provando a rivalutare le porzioni di città che oggi sono vuote, inutilizzate, spesso fatiscenti, e riempiendo gli edifici vuoti. Salemi, e tutta la Valle del Belice, hanno conosciuto la distruzione a causa di un evento catastrofico, il terremoto del 1968. Le parti oggetto di questo lavoro, sono crollate in pochi minuti, in poche scosse. I risultati del sisma, sono del tutto analoghi a quanto è accaduto in altri contesti, dove il tessuto storico di alcuni borghi montani, o il centro storico di qualche piccola città delle aree interne italiane è stato stravolto, danneggiato e annichilito dall’incuria e dalla mala gestione. I problemi sono gli stessi, e le soluzioni che si possono prospettare per risolverli, corrono gli stessi rischi: i processi di trasformazione che si possono prefigurare per la rigenerazione del centro storico di Salemi, visti come eventi in grado di apportare benefici a tutta la comunità, indistintamente nascondono le stesse insidie. Sono tutti interventi il cui impatto potrebbe causare danni ancora maggiori rispetto a quanto già è accaduto. Occorre allora provare a trasformare i luoghi senza snaturare la memoria e l’identità: occorre porsi nella condizione di coloro che abitano e abiteranno le porzioni di città che trasformeremo con il progetto, conoscere la memoria dei luoghi e aver cura di quanto è stato per capire come potrebbe essere, cosa potrebbe diventare. Tra le finalità di processi culturalmente sostenibili, occorre favorire il giusto equilibrio tra la conservazione del patrimonio costruito e lo sviluppo socio-economico dei contesti, dei paesaggi, al fine di rafforzare la loro attrattività e competitività. Ricercare la qualità quindi significa riconoscere il valore complessivo del Patrimonio edilizio e architettonico che dà forma e funzione agli spazi urbani, ed esprime i significati più importanti del paesaggio culturale.File | Dimensione | Formato | |
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