Se il design si è sempre messo in dialogo con altre discipline e saperi, il caso presentato mostra quanto il confronto disciplinare sia fondamentale quando si affrontano tematiche che riguardano la marginalità sociale e l’estrema povertà urbana. L’articolo descrive “Costruire Bellezza” (CB), esito sperimentale di una ricerca-azione a contrasto dell’homelessness condotta da un gruppo di ricerca di designer e antropologi. CB è un laboratorio permanente di design partecipativo per l’inclusione sociale e la didattica interdisciplinare che coinvolge persone senza dimora, studenti di design, antropologia, scienze dell’educazione, operatori sociali ed educatori, artigiani e artisti, che lavorano in maniera collaborativa alla realizzazione di manufatti e progetti di sperimentazione creativa ed espressiva di varia natura. Le attività pratiche laboratoriali, progettuali e partecipate, sono il fulcro del progetto, nonché il dispositivo che unisce i partecipanti secondo modalità orizzontali e inclusive. Per questi motivi, CB rappresenta una “palestra” in cui si sperimentano forme di democrazia partecipativa e si allenano abilità complesse tra cui la “capacità di aspirare” (Appadurai, 2011), elementi importanti nel contrasto alla grave emarginazione adulta. Il progetto, frutto dell’alleanza fra design e antropologia, è animato da una prospettiva che valorizza la dimensione pubblica e politica della ricerca e la sua applicazione per il cambiamento sociale. Si discuterà di come la progettazione collaborativa e l’ibridazione di saperi siano ingredienti fondamentali a questo proposito: sul piano disciplinare, per cogliere appieno la complessità del fenomeno homelessness; sul piano individuale, consentendo a tutti gli attori di partecipare secondo le proprie abilità e desideri; sul piano istituzionale, in quanto il dialogo instaurato tra gli attori pubblici e privati coinvolti promuove una reciproca influenza e lo sviluppo di trasformazioni di sistema lungimiranti. / While design has always engaged with other disciplines and knowledge, the case presented here shows how interdisciplinarity is fundamental in addressing issues of social marginality and extreme urban poverty. The article describes the "Crafting Beauty" (CB) project, an experimental outcome of an action-research to tackle homelessness conducted by a research group of designers and anthropologists. CB is a permanent participatory design workshop for social inclusion and interdisciplinary education involving homeless people, students of design, anthropology and educational sciences, social workers and educators, craftsmen and artists, who work together to create various kinds of products and projects of creative and expressive experimentation. The project’s core are the practical and participatory activities that bring participants together in a horizontal and inclusive way. CB is a place where it is possible to experience forms of shared democracy and to train complex skills such as the “ability to aspire” (Appadurai, 2004), both of which are important in the fight against serious adult marginalisation. The project, which is the result of the alliance between design and anthropology, is inspired by a perspective that enhances the public and political dimensions of research and its application for social change. We will discuss how collaborative design and the hybridisation of knowledge have been key ingredients to this aim. On a disciplinary level, allowing us to fully grasp the complexity of the homelessness phenomenon; on an individual level, involving all participants starting from their skills and desires; on an institutional level, fostering an exchange between the public and private stakeholders, and so promoting mutual influence and the development of far-sighted system transformations.
La palestra delle cose / Triggering Things / Campagnaro, Cristian; Di Prima, Nicolò; Porcellana, Valentina; Stefani, Silvia. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - STAMPA. - 70:20(2021), pp. 88-95.
La palestra delle cose / Triggering Things
Campagnaro, Cristian;Di Prima, Nicolò;
2021
Abstract
Se il design si è sempre messo in dialogo con altre discipline e saperi, il caso presentato mostra quanto il confronto disciplinare sia fondamentale quando si affrontano tematiche che riguardano la marginalità sociale e l’estrema povertà urbana. L’articolo descrive “Costruire Bellezza” (CB), esito sperimentale di una ricerca-azione a contrasto dell’homelessness condotta da un gruppo di ricerca di designer e antropologi. CB è un laboratorio permanente di design partecipativo per l’inclusione sociale e la didattica interdisciplinare che coinvolge persone senza dimora, studenti di design, antropologia, scienze dell’educazione, operatori sociali ed educatori, artigiani e artisti, che lavorano in maniera collaborativa alla realizzazione di manufatti e progetti di sperimentazione creativa ed espressiva di varia natura. Le attività pratiche laboratoriali, progettuali e partecipate, sono il fulcro del progetto, nonché il dispositivo che unisce i partecipanti secondo modalità orizzontali e inclusive. Per questi motivi, CB rappresenta una “palestra” in cui si sperimentano forme di democrazia partecipativa e si allenano abilità complesse tra cui la “capacità di aspirare” (Appadurai, 2011), elementi importanti nel contrasto alla grave emarginazione adulta. Il progetto, frutto dell’alleanza fra design e antropologia, è animato da una prospettiva che valorizza la dimensione pubblica e politica della ricerca e la sua applicazione per il cambiamento sociale. Si discuterà di come la progettazione collaborativa e l’ibridazione di saperi siano ingredienti fondamentali a questo proposito: sul piano disciplinare, per cogliere appieno la complessità del fenomeno homelessness; sul piano individuale, consentendo a tutti gli attori di partecipare secondo le proprie abilità e desideri; sul piano istituzionale, in quanto il dialogo instaurato tra gli attori pubblici e privati coinvolti promuove una reciproca influenza e lo sviluppo di trasformazioni di sistema lungimiranti. / While design has always engaged with other disciplines and knowledge, the case presented here shows how interdisciplinarity is fundamental in addressing issues of social marginality and extreme urban poverty. The article describes the "Crafting Beauty" (CB) project, an experimental outcome of an action-research to tackle homelessness conducted by a research group of designers and anthropologists. CB is a permanent participatory design workshop for social inclusion and interdisciplinary education involving homeless people, students of design, anthropology and educational sciences, social workers and educators, craftsmen and artists, who work together to create various kinds of products and projects of creative and expressive experimentation. The project’s core are the practical and participatory activities that bring participants together in a horizontal and inclusive way. CB is a place where it is possible to experience forms of shared democracy and to train complex skills such as the “ability to aspire” (Appadurai, 2004), both of which are important in the fight against serious adult marginalisation. The project, which is the result of the alliance between design and anthropology, is inspired by a perspective that enhances the public and political dimensions of research and its application for social change. We will discuss how collaborative design and the hybridisation of knowledge have been key ingredients to this aim. On a disciplinary level, allowing us to fully grasp the complexity of the homelessness phenomenon; on an individual level, involving all participants starting from their skills and desires; on an institutional level, fostering an exchange between the public and private stakeholders, and so promoting mutual influence and the development of far-sighted system transformations.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2889832