Rifugio (ant. refùgio) s. m. [dal lat. refugium, der. di refugĕre «rifuggire»]. Riparo s. m. [der. di riparare]. Rimedio (ant. remèdio) s. m. [dal lat. remedium, der. del tema di mederi «medicare, curare»]. Una tana in un parco, un bivacco alpino, una pensilina in una notte di freddo, una tenda in mezzo ai ghiacci, una canzone per uno studente fuori sede, un tunnel sotterraneo, sotto il tavolo quando si giocava a nascondino, un cellulare tra la folla, un libro, una luce calda e soffusa, una password, una tavoletta di cioccolato alla fine di una giornata complicata, un archivio della memoria storica, culturale, materiale, di luoghi e territori. Molte sono le occasioni in cui si cerca rifugio, per nascondersi, per non sentirsi persi, per ritrovarsi. Da che cosa si fugge e come si trova rifugio oggi? Quali sono i rimedi alle questioni più attuali? Sono differenti le scale di intervento e diversi gli approcci al tema da parte dei progettisti nelle varie discipline. Questo numero di OFFICINA* indaga la sfera più intima e riflette sul tema dei rifugi nelle loro forme archetipe, nella storia, nell’attualità, nel mondo. Il progetto, dall’architettura al prodotto, dal materiale all’immateriale, a partire da diverse esigenze, definisce i limiti e le forme dei nuovi margini: dal fenomeno del nomadismo urbano, caratterizzato da un continuo muoversi e da una costante ricerca di nuovi luoghi, alle immersioni nel mondo digitale, al progetto immateriale – del suono, della luce, del silenzio – che accoglie, rassicura, conforta e, talvolta, protegge.

Rifugi Ripari Rimedi / Refuges Shelters Remedies / Dal Palù, Doriana; Lerma, Beatrice. - In: OFFICINA. - ISSN 2532-1218. - STAMPA. - 28:(2020), pp. 1-88.

Rifugi Ripari Rimedi / Refuges Shelters Remedies

Dal Palù, Doriana;Lerma, Beatrice
2020

Abstract

Rifugio (ant. refùgio) s. m. [dal lat. refugium, der. di refugĕre «rifuggire»]. Riparo s. m. [der. di riparare]. Rimedio (ant. remèdio) s. m. [dal lat. remedium, der. del tema di mederi «medicare, curare»]. Una tana in un parco, un bivacco alpino, una pensilina in una notte di freddo, una tenda in mezzo ai ghiacci, una canzone per uno studente fuori sede, un tunnel sotterraneo, sotto il tavolo quando si giocava a nascondino, un cellulare tra la folla, un libro, una luce calda e soffusa, una password, una tavoletta di cioccolato alla fine di una giornata complicata, un archivio della memoria storica, culturale, materiale, di luoghi e territori. Molte sono le occasioni in cui si cerca rifugio, per nascondersi, per non sentirsi persi, per ritrovarsi. Da che cosa si fugge e come si trova rifugio oggi? Quali sono i rimedi alle questioni più attuali? Sono differenti le scale di intervento e diversi gli approcci al tema da parte dei progettisti nelle varie discipline. Questo numero di OFFICINA* indaga la sfera più intima e riflette sul tema dei rifugi nelle loro forme archetipe, nella storia, nell’attualità, nel mondo. Il progetto, dall’architettura al prodotto, dal materiale all’immateriale, a partire da diverse esigenze, definisce i limiti e le forme dei nuovi margini: dal fenomeno del nomadismo urbano, caratterizzato da un continuo muoversi e da una costante ricerca di nuovi luoghi, alle immersioni nel mondo digitale, al progetto immateriale – del suono, della luce, del silenzio – che accoglie, rassicura, conforta e, talvolta, protegge.
2020
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