Il progetto architettonico per lo scalo ferroviario di Ferrandina (esposto presso il Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia del 2018) misura la tensione tra più spunti di riflessione: Il caravanserraglio come luogo di transito, sosta e scambio; gli spazi infrastrutturali e logistici, con i loro componenti standardizzati e ripetuti nei luoghi; la pensilina come archetipo della stazione, ma anche tema di studio progettuale. Sul solco di queste suggestioni i volumi esistenti vengono riusati e riordinati attraverso due elementi: il disegno del suolo e la definizione del perimetro. Il suolo è composto da una pavimentazione minerale che, richiamando il colore del territorio, disegna uno shared ground che fa convivere i diversi usi. A partire dal suolo si elevano strutture verticali a telaio che includono e/o completano i fabbricati esistenti. Queste sono assemblate così da comporre un atlante di possibili combinazioni: un nuovo fronte, una quinta, un ampliamento, uno spazio coperto di connessione.
Laboratorio Basento: Due nodi curativi per la Collina materana / Suraci, Niccolo'; Geuna, Alberto; DELLA ROCCA, Simona; Bottero, Alberto. - In: DOMUS. - ISSN 0012-5377. - STAMPA. - 1025:Arcipelago Italia(2018), pp. 9-9.
Laboratorio Basento: Due nodi curativi per la Collina materana
Niccolò Suraci;Alberto Geuna;Simona Della Rocca;Alberto Bottero
2018
Abstract
Il progetto architettonico per lo scalo ferroviario di Ferrandina (esposto presso il Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia del 2018) misura la tensione tra più spunti di riflessione: Il caravanserraglio come luogo di transito, sosta e scambio; gli spazi infrastrutturali e logistici, con i loro componenti standardizzati e ripetuti nei luoghi; la pensilina come archetipo della stazione, ma anche tema di studio progettuale. Sul solco di queste suggestioni i volumi esistenti vengono riusati e riordinati attraverso due elementi: il disegno del suolo e la definizione del perimetro. Il suolo è composto da una pavimentazione minerale che, richiamando il colore del territorio, disegna uno shared ground che fa convivere i diversi usi. A partire dal suolo si elevano strutture verticali a telaio che includono e/o completano i fabbricati esistenti. Queste sono assemblate così da comporre un atlante di possibili combinazioni: un nuovo fronte, una quinta, un ampliamento, uno spazio coperto di connessione.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2754312
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