Villa Adriana, “residenza dell’Imperatore Adriano”, così ricordata nei registri delle descrizioni dei terreni posseduti nel territorio della città di Tivoli dal Noviziato di S. Andrea a Monte Cavallo di Roma della Compagnia di Gesù (metà del XVII secolo), rappresenta luogo di memorie e profonde trasformazioni, che a partire dalla fine del XIX secolo (1870), poco dopo l’Unità di Italia, si apre al pubblico quale struttura museale statale. Il primo contributo affronta il delicato passaggio del complesso tiburtino da rudere romanticamente studiato, visitato, scavato e conosciuto in Europa, all’istituzione della Villa quale museo statale. Le sue trasformazioni, le importanti campagne di restauri, la presenza di personaggi quali Marguerite Yourcenar hanno profondamente contributo ad alimentare nella collettività, il pensiero di un’antichità immaginata fortemente radicata allo spirito dei luoghi. Come l’iscrizione nella World Heritage List dell’Unesco abbia segnato un passaggio significativo nell’avvio dei processi di valorizzazione del bene e alimentato il desiderio di un pubblico sempre più ampio di visitare questo sito archeologico, anche evidenziando nel tempo specifiche problematiche connesse con l’accessibilità di questi luoghi ad un flusso turistico sempre più intenso. .
Uso pubblico e fruizione turistica a Villa Adriana in 150 anni di proprietà statale. Temi di conservazione e trasformazione del sito archeologico / Novelli, Francesco - In: da Villa Adriana verso la grande bellezza / Francesco Novelli. - ELETTRONICO. - Roma : Accademia Adrianea Edizioni, 2019. - ISBN 978 88 99013 03 5. - pp. 8-33
Uso pubblico e fruizione turistica a Villa Adriana in 150 anni di proprietà statale. Temi di conservazione e trasformazione del sito archeologico
novelli francesco
2019
Abstract
Villa Adriana, “residenza dell’Imperatore Adriano”, così ricordata nei registri delle descrizioni dei terreni posseduti nel territorio della città di Tivoli dal Noviziato di S. Andrea a Monte Cavallo di Roma della Compagnia di Gesù (metà del XVII secolo), rappresenta luogo di memorie e profonde trasformazioni, che a partire dalla fine del XIX secolo (1870), poco dopo l’Unità di Italia, si apre al pubblico quale struttura museale statale. Il primo contributo affronta il delicato passaggio del complesso tiburtino da rudere romanticamente studiato, visitato, scavato e conosciuto in Europa, all’istituzione della Villa quale museo statale. Le sue trasformazioni, le importanti campagne di restauri, la presenza di personaggi quali Marguerite Yourcenar hanno profondamente contributo ad alimentare nella collettività, il pensiero di un’antichità immaginata fortemente radicata allo spirito dei luoghi. Come l’iscrizione nella World Heritage List dell’Unesco abbia segnato un passaggio significativo nell’avvio dei processi di valorizzazione del bene e alimentato il desiderio di un pubblico sempre più ampio di visitare questo sito archeologico, anche evidenziando nel tempo specifiche problematiche connesse con l’accessibilità di questi luoghi ad un flusso turistico sempre più intenso. .Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2746054
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