Le montagne che circondano Grenoble consentono di ascendere più o meno rapidamente, da qualunque direzione, per osservare la dimensione urbana - tenendola a distanza - da posizioni di osservazione privilegiate, riconquistando il senso del rapporto tra città e natura dal punto di vista percettivo. Allo stesso tempo, le vie dei tessuti densi di Grenoble stessa sono leggibili come fondamentali cannocchiali ottici che ricordano la straordinaria qualità ambientale dei rilievi che circondano il nucleo urbano da tutti i lati. Oltre a questa dimensione percettiva - radicata, anche a mezzo delle narrazioni ufficiali - nella consapevolezza collettiva - esiste una realtà altrettanto identitaria per il territorio locale: quella del rapporto tra sotto-suolo e costruzione del paesaggio, al di là, dunque, di quello che è immediatamente visibile e percepibile all’osservatore comune. Le infrastrutture dismesse per l’estrazione della pietra ci raccontano della relazione diretta tra roccia e sviluppo della città, relazione le cui tracce di archeologia industriale sono in attesa di valorizzazione, condizione comune ad altre realtà territoriali. L’attenzione dello scritto è puntata su altro: esiste una geografia del “sotto” che è già in corso di valorizzazione, ovvero, quella dei paesaggi sotterranei scavati dall’acqua. Proprio il rapporto tra il fluido e la costruzione del territorio (antropizzato e non) è un tema che è stato affrontato in questi luoghi, ricostruendo (anche a fini di marketing territoriale) la complessa identità del territorio del Parco naturale regionale del Vercors, a sud di Grenoble. La relazione con l’acqua è stata affrontata con una evidente attenzione alle sue articolate e complesse declinazioni, a scale di osservazioni differenti: dalle caratteristiche di involucro del costruito alle aree umide, indispensabili zone di riequilibrio per la resilienza idraulica del territorio, fino alla sequenza di antri e cavità dove scorrono fiumi e canali sotterranei. A Méaudre, caposaldo territoriale di una delle praterie d’altura del comprensorio del Vercors, è localizzato un punto di accesso al più esteso dei paesaggi sotterranei del Vercors stesso: le Trou qui souffle. Non lontano da tale punto di accesso, nel 2017 è stata inaugurata - in forma di struttura in elevazione alta 12 metri - una palestra per allenarsi alla esplorazione dei paesaggi sotterranei: vero e proprio landmark nel territorio di Méaudre stessa, si potrebbe commettere un errore se si relegasse frettolosamente tale segno ad attrazione da luna park. Piuttosto, appare sensato leggerla come “totem fruibile”, monumento alla identità del territorio e al suo collettivo, in quanto punto di visibilità - pur se artificialmente creato – del milieu sotterrano. Offre, evidentemente, l’occasione per allenarsi all’esplorazione dei luoghi off grid: opportunità non da poco, nell’epoca di un sempre più diffuso desiderio di isole per il digital detox.

Allenarsi ai paesaggi sotterranei. Spéléo artificielle a Méaudre / Mazzotta, Alessandro. - In: ARCHALP. - ISSN 2039-1730. - ELETTRONICO. - 15(2018), pp. 38-43.

Allenarsi ai paesaggi sotterranei. Spéléo artificielle a Méaudre

Alessandro Mazzotta
2018

Abstract

Le montagne che circondano Grenoble consentono di ascendere più o meno rapidamente, da qualunque direzione, per osservare la dimensione urbana - tenendola a distanza - da posizioni di osservazione privilegiate, riconquistando il senso del rapporto tra città e natura dal punto di vista percettivo. Allo stesso tempo, le vie dei tessuti densi di Grenoble stessa sono leggibili come fondamentali cannocchiali ottici che ricordano la straordinaria qualità ambientale dei rilievi che circondano il nucleo urbano da tutti i lati. Oltre a questa dimensione percettiva - radicata, anche a mezzo delle narrazioni ufficiali - nella consapevolezza collettiva - esiste una realtà altrettanto identitaria per il territorio locale: quella del rapporto tra sotto-suolo e costruzione del paesaggio, al di là, dunque, di quello che è immediatamente visibile e percepibile all’osservatore comune. Le infrastrutture dismesse per l’estrazione della pietra ci raccontano della relazione diretta tra roccia e sviluppo della città, relazione le cui tracce di archeologia industriale sono in attesa di valorizzazione, condizione comune ad altre realtà territoriali. L’attenzione dello scritto è puntata su altro: esiste una geografia del “sotto” che è già in corso di valorizzazione, ovvero, quella dei paesaggi sotterranei scavati dall’acqua. Proprio il rapporto tra il fluido e la costruzione del territorio (antropizzato e non) è un tema che è stato affrontato in questi luoghi, ricostruendo (anche a fini di marketing territoriale) la complessa identità del territorio del Parco naturale regionale del Vercors, a sud di Grenoble. La relazione con l’acqua è stata affrontata con una evidente attenzione alle sue articolate e complesse declinazioni, a scale di osservazioni differenti: dalle caratteristiche di involucro del costruito alle aree umide, indispensabili zone di riequilibrio per la resilienza idraulica del territorio, fino alla sequenza di antri e cavità dove scorrono fiumi e canali sotterranei. A Méaudre, caposaldo territoriale di una delle praterie d’altura del comprensorio del Vercors, è localizzato un punto di accesso al più esteso dei paesaggi sotterranei del Vercors stesso: le Trou qui souffle. Non lontano da tale punto di accesso, nel 2017 è stata inaugurata - in forma di struttura in elevazione alta 12 metri - una palestra per allenarsi alla esplorazione dei paesaggi sotterranei: vero e proprio landmark nel territorio di Méaudre stessa, si potrebbe commettere un errore se si relegasse frettolosamente tale segno ad attrazione da luna park. Piuttosto, appare sensato leggerla come “totem fruibile”, monumento alla identità del territorio e al suo collettivo, in quanto punto di visibilità - pur se artificialmente creato – del milieu sotterrano. Offre, evidentemente, l’occasione per allenarsi all’esplorazione dei luoghi off grid: opportunità non da poco, nell’epoca di un sempre più diffuso desiderio di isole per il digital detox.
2018
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