L’imponente polverificio di Fossano nasce come concorso attivo tra la Municipalità urbana – interessata a trovare uno spazio in grado di assorbire manodopera locale e al tempo stesso propensa a mostrare il proprio rilievo politico nel contesto di uno Stato ancora preunitario – e il Ministero della Guerra, che a sua volta doveva riallocare la produzione della polvere nera dopo il disastroso scoppio del Polverificio di Torino. Il completamento dei lavori, sulla base di un progetto articolato e all’avanguardia, tuttavia, si compie nell’inverno del 1861, con l’inizio della produzione delle polveri nel febbraio successivo, portando il nuovo complesso nella politica assai ampliata di uno Stato nazionale. Questo spiega per molti versi la precoce obsolescenza dell’impianto piemontese, per il quale si prospetta una riconversione, poi non attuata, in manicomio e quindi destinato a essere reimpiegato come caserma, nonostante gli strenui tentativi della Municipalità di salvaguardare l’imponente dispendio di capitali messo in gioco per la sua realizzazione e di non sottrarre alla città un polo di certo prestigio. Le vicende, i progetti, le discussioni attorno all’impianto e alla sua successiva conversione sono ricostruiti sulla base di una approfondita – e inedita – ricerca documentaria, condotta in prevalenza sui fondi dell'archivio storico cittadino.

La fabbrica delle polveri di Fossano: il Regio Polverificio sorto con il concorso della Municipalità / Cappai, Cristina; Devoti, Chiara; Naretto, Monica. - In: STORIA DELL'URBANISTICA. - ISSN 2035-8733. - STAMPA. - nuova serie, numero monografico "Gli spazi dei militari e l'urbanistica della città. L'Italia del nord-ovest (1815-1918)", a cura di C. Devoti:n. 10/2018(2018), pp. 473-480.

La fabbrica delle polveri di Fossano: il Regio Polverificio sorto con il concorso della Municipalità

Chiara Devoti;Monica Naretto
2018

Abstract

L’imponente polverificio di Fossano nasce come concorso attivo tra la Municipalità urbana – interessata a trovare uno spazio in grado di assorbire manodopera locale e al tempo stesso propensa a mostrare il proprio rilievo politico nel contesto di uno Stato ancora preunitario – e il Ministero della Guerra, che a sua volta doveva riallocare la produzione della polvere nera dopo il disastroso scoppio del Polverificio di Torino. Il completamento dei lavori, sulla base di un progetto articolato e all’avanguardia, tuttavia, si compie nell’inverno del 1861, con l’inizio della produzione delle polveri nel febbraio successivo, portando il nuovo complesso nella politica assai ampliata di uno Stato nazionale. Questo spiega per molti versi la precoce obsolescenza dell’impianto piemontese, per il quale si prospetta una riconversione, poi non attuata, in manicomio e quindi destinato a essere reimpiegato come caserma, nonostante gli strenui tentativi della Municipalità di salvaguardare l’imponente dispendio di capitali messo in gioco per la sua realizzazione e di non sottrarre alla città un polo di certo prestigio. Le vicende, i progetti, le discussioni attorno all’impianto e alla sua successiva conversione sono ricostruiti sulla base di una approfondita – e inedita – ricerca documentaria, condotta in prevalenza sui fondi dell'archivio storico cittadino.
2018
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