Nel 1816 Giuseppe Cardone, ispettore del Regio demanio, è incaricato di scegliere una dimora adatta ad ospitare la reggia sabauda, ormai necessaria dopo l’annessione dell’ex-Repubblica: si suggerisce palazzo Durazzo, ma, di lì a poco, la scelta concreta cade su palazzo Tursi. L’edificio, però non soddisfa assolutamente nessun requisito fra quelli che si ritengono imprescindibili per una residenza reale a Genova in quel momento. Uno di questi, relativo a un luogo fortificato dove ripararsi, getta però una luce diversa sulla caserma difensiva di Castelletto che viene costruita proprio alle spalle del palazzo a partire dal 1818, nel contesto delle fortificazioni previste in base alla convenzione con il plenipotenziario britannico William Hill nel 1815. Palazzo Tursi viene acquistato nel 1819: il rilievo steso nel 1822, ci consegna lo stato di fatto dei lavori in quel momento, e, sostanzialmente, illustra la messa in opera di un progetto più realistico dei progetti di Carlo Randoni del 1818 e del 1821. Genova è la Cittadella del Piemonte e la caserma difensiva alle spalle del nuovo Palazzo Reale è la garanzia del re in caso di tumulto. Molti disegni sottoscritti dal Misuratore Generale Carlo Teghil documentano lo stato di avanzamento dei lavori, pur in una situazione aleatoria dovuta all’abdicazione di Vittorio Emanuele I nel 1821 e alle politiche di Carlo Felice, che portano all’acquisto di un nuovo palazzo, l’attuale Palazzo Reale di Genova, già appartenente alla famiglia Durazzo, nel 1824. Proprio in questo anno la caserma difensiva è ancora un incompiuto, ma i progetti ne definiscono la capienza per sei compagnie di soldati e il particolare legame con il palazzo, garantendogli quella sicurezza richiesta da Giulio d’Andreis, direttore del Genio Militare: un camminamento conduce dagli appartamenti alla fortezza, nella quale il sovrano, forse ansioso, ancora sotto shock per l’esilio in Sardegna e poco amato a Genova, avrebbe potuto trovare rifugio.

Un’ansiosa Restaurazione: il nuovo Palazzo Reale di Genova e la caserma difensiva di Castelletto (1816-1824) / Cornaglia, Paolo. - In: STORIA DELL'URBANISTICA. - ISSN 2035-8733. - STAMPA. - 10/2018:(2018), pp. 449-471.

Un’ansiosa Restaurazione: il nuovo Palazzo Reale di Genova e la caserma difensiva di Castelletto (1816-1824)

cornaglia paolo
2018

Abstract

Nel 1816 Giuseppe Cardone, ispettore del Regio demanio, è incaricato di scegliere una dimora adatta ad ospitare la reggia sabauda, ormai necessaria dopo l’annessione dell’ex-Repubblica: si suggerisce palazzo Durazzo, ma, di lì a poco, la scelta concreta cade su palazzo Tursi. L’edificio, però non soddisfa assolutamente nessun requisito fra quelli che si ritengono imprescindibili per una residenza reale a Genova in quel momento. Uno di questi, relativo a un luogo fortificato dove ripararsi, getta però una luce diversa sulla caserma difensiva di Castelletto che viene costruita proprio alle spalle del palazzo a partire dal 1818, nel contesto delle fortificazioni previste in base alla convenzione con il plenipotenziario britannico William Hill nel 1815. Palazzo Tursi viene acquistato nel 1819: il rilievo steso nel 1822, ci consegna lo stato di fatto dei lavori in quel momento, e, sostanzialmente, illustra la messa in opera di un progetto più realistico dei progetti di Carlo Randoni del 1818 e del 1821. Genova è la Cittadella del Piemonte e la caserma difensiva alle spalle del nuovo Palazzo Reale è la garanzia del re in caso di tumulto. Molti disegni sottoscritti dal Misuratore Generale Carlo Teghil documentano lo stato di avanzamento dei lavori, pur in una situazione aleatoria dovuta all’abdicazione di Vittorio Emanuele I nel 1821 e alle politiche di Carlo Felice, che portano all’acquisto di un nuovo palazzo, l’attuale Palazzo Reale di Genova, già appartenente alla famiglia Durazzo, nel 1824. Proprio in questo anno la caserma difensiva è ancora un incompiuto, ma i progetti ne definiscono la capienza per sei compagnie di soldati e il particolare legame con il palazzo, garantendogli quella sicurezza richiesta da Giulio d’Andreis, direttore del Genio Militare: un camminamento conduce dagli appartamenti alla fortezza, nella quale il sovrano, forse ansioso, ancora sotto shock per l’esilio in Sardegna e poco amato a Genova, avrebbe potuto trovare rifugio.
2018
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