La ricostruzione dei beni monumentali distrutti dal terremoto del Centro Italia deve necessariamente partire dalla comprensione delle vulnerabilità emerse dalle macerie del costruito storico. Il presente lavoro vuole condividere alcune riflessioni che l’autore ha maturato durante un sopralluogo nelle zone rosse dei centri storici devastati dal sisma del Centro Italia, osservando le vulnerabilità intrinseche alla morfologia del patrimonio architettonico. Saranno analizzati casi studio sia dell’edilizia monumentale sia facenti parte del tessuto storico urbano. Dalla comprensione di questi punti di debolezza sismica deve ripartire una progettualità più consapevole della messa in sicurezza, non necessariamente totale per preservare le peculiarità artistiche, ma più efficace per impedire almeno il crollo e la perdita totale del bene architettonico. Per arrivare a questo risultato occorre intensificare le analisi delle vulnerabilità, mettere alla luce quelle nascoste nelle variegate tessiture murarie e nelle stratificazioni edificatorie intercorse nei secoli. E’ necessario ripensare l’azione di prevenzione, soffermarsi di più sulle carenze di alcune resistenze murarie che vanno migliorate con tecniche efficaci e non troppo invasive. Occorre arrivare al giusto compromesso tra conservazione e sicurezza, senza pregiudizi se in taluni casi si rendesse necessario l’utilizzo giudizioso di nuove tecniche o della rivisitazione di quelle antiche. Purchè non sia stravolta l’antica concezione strutturale. In particolare è indispensabile impedire i crolli rovinosi dovuti alla disgregazione muraria di tessiture irregolari in pietrame, affinchè l’edificio possa mettere in atto quel comportamento scatolare migliorabile con connessioni più efficaci e continue. La tecnologia e il mercato offrono molte soluzioni, che il progettista sensibile e colto dovrà necessariamente diversificare e adattare per ogni specifico caso studio.

Terremoto del Centro Italia. Riflessioni sulle vulnerabilità del patrimonio architettonico danneggiato / Grazzini, Alessandro. - In: RECUPERO E CONSERVAZIONE. - ISSN 2283-7558. - ELETTRONICO. - 146(2018), pp. 44-51.

Terremoto del Centro Italia. Riflessioni sulle vulnerabilità del patrimonio architettonico danneggiato.

Alessandro Grazzini
2018

Abstract

La ricostruzione dei beni monumentali distrutti dal terremoto del Centro Italia deve necessariamente partire dalla comprensione delle vulnerabilità emerse dalle macerie del costruito storico. Il presente lavoro vuole condividere alcune riflessioni che l’autore ha maturato durante un sopralluogo nelle zone rosse dei centri storici devastati dal sisma del Centro Italia, osservando le vulnerabilità intrinseche alla morfologia del patrimonio architettonico. Saranno analizzati casi studio sia dell’edilizia monumentale sia facenti parte del tessuto storico urbano. Dalla comprensione di questi punti di debolezza sismica deve ripartire una progettualità più consapevole della messa in sicurezza, non necessariamente totale per preservare le peculiarità artistiche, ma più efficace per impedire almeno il crollo e la perdita totale del bene architettonico. Per arrivare a questo risultato occorre intensificare le analisi delle vulnerabilità, mettere alla luce quelle nascoste nelle variegate tessiture murarie e nelle stratificazioni edificatorie intercorse nei secoli. E’ necessario ripensare l’azione di prevenzione, soffermarsi di più sulle carenze di alcune resistenze murarie che vanno migliorate con tecniche efficaci e non troppo invasive. Occorre arrivare al giusto compromesso tra conservazione e sicurezza, senza pregiudizi se in taluni casi si rendesse necessario l’utilizzo giudizioso di nuove tecniche o della rivisitazione di quelle antiche. Purchè non sia stravolta l’antica concezione strutturale. In particolare è indispensabile impedire i crolli rovinosi dovuti alla disgregazione muraria di tessiture irregolari in pietrame, affinchè l’edificio possa mettere in atto quel comportamento scatolare migliorabile con connessioni più efficaci e continue. La tecnologia e il mercato offrono molte soluzioni, che il progettista sensibile e colto dovrà necessariamente diversificare e adattare per ogni specifico caso studio.
2018
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