L'ideazione e la realizzazione dei rifugi sulle Alpi occidentali, sviluppatesi a partire da fine Settecento e durante tutto l'Ottocento, costituisce un passaggio fondamentale nel processo di scoperta e appropriazione culturale della montagna: la messa a punto di ricoveri stabili che consentono il pernottamento in alta quota, superando i precari accampamenti all'addiaccio, ne permette per la prima volta una diffusa esplorazione scientifica, alpinistica e geografica. Proprio i rifugi si configurano come catalizzatore del processo di trasformazione del territorio alpino da spazio ancestrale ad avamposto di conoscenza scientifica, «terreno di gioco» degli alpinisti, luogo di conquista simbolico-politica e successivamente di loisir dei turisti. In pochi decenni le guide alpine e le associazioni alpinistiche contribuiscono con grande impulso a questo processo, inaugurando la progressiva modificazione fisica del territorio dell'alta quota e aprendo la strada ad una diffusa colonizzazione edilizia e infrastrutturale in continua evoluzione fino ai giorni nostri. Il rifugio alpino e il bivacco riflettono nella loro conformazione le concettualizzazioni e le modalità di fruizione dello spazio, del paesaggio e del tempo attraverso le epoche, configurandosi come interessanti oggetti di studio: dalle prime strutture introverse e indifferenti al paesaggio circostante, deputate unicamente alla protezione dall'ambiente esterno, fino alle strutture landmark della contemporaneità. The design and construction of huts in the Western Alps, which developed from the late eighteenth century and throughout the nineteenth, constitutes a key step in the process of discovery and cultural appropriation of the mountains. The installation of stable shelters offering overnight accommodation at high altitudes, superseding the precarious bivouac-style campsites, makes it possible to carry out wide-ranging scientific, alpine and geographic explorations there for the first time. Such shelters act as catalysts in the transformation of the alpine region from an ancestral space to an outpost of scientific knowledge, the “playground” of mountaineers, a place of symbolic and political conquest and, successively, a site of loisir for tourists. In just a few decades, mountain guides and mountaineering associations played a decisive role in this process, initiating the progressive physical alteration of high-altitude areas and paving the way for a widespread building and infrastructural colonisation that has been constantly evolving to this day. Structurally, mountain huts and bivouacs reflect the ways in which the space, landscape and time have been conceptualised and used over the ages, forming an interesting area of study: from the early structures, which were self-contained and impervious to the surrounding landscape, serving merely to provide protection from the outside, up to today’s landmark structures.
Rifugiarsi nella notte. Il ruolo dell’architettura nel processo di conoscenza dell'alta quota / Shelters in the Night. The Role of Architecture in the Process of Understanding High-Altitude Areas / Dini, R.; Girodo, S.. - In: REVUE DE GEOGRAPHIE ALPINE. - ISSN 1760-7426. - ELETTRONICO. - 106:1(2018). [10.4000/rga.3919]
Rifugiarsi nella notte. Il ruolo dell’architettura nel processo di conoscenza dell'alta quota / Shelters in the Night. The Role of Architecture in the Process of Understanding High-Altitude Areas
Dini R.;Girodo S.
2018
Abstract
L'ideazione e la realizzazione dei rifugi sulle Alpi occidentali, sviluppatesi a partire da fine Settecento e durante tutto l'Ottocento, costituisce un passaggio fondamentale nel processo di scoperta e appropriazione culturale della montagna: la messa a punto di ricoveri stabili che consentono il pernottamento in alta quota, superando i precari accampamenti all'addiaccio, ne permette per la prima volta una diffusa esplorazione scientifica, alpinistica e geografica. Proprio i rifugi si configurano come catalizzatore del processo di trasformazione del territorio alpino da spazio ancestrale ad avamposto di conoscenza scientifica, «terreno di gioco» degli alpinisti, luogo di conquista simbolico-politica e successivamente di loisir dei turisti. In pochi decenni le guide alpine e le associazioni alpinistiche contribuiscono con grande impulso a questo processo, inaugurando la progressiva modificazione fisica del territorio dell'alta quota e aprendo la strada ad una diffusa colonizzazione edilizia e infrastrutturale in continua evoluzione fino ai giorni nostri. Il rifugio alpino e il bivacco riflettono nella loro conformazione le concettualizzazioni e le modalità di fruizione dello spazio, del paesaggio e del tempo attraverso le epoche, configurandosi come interessanti oggetti di studio: dalle prime strutture introverse e indifferenti al paesaggio circostante, deputate unicamente alla protezione dall'ambiente esterno, fino alle strutture landmark della contemporaneità. The design and construction of huts in the Western Alps, which developed from the late eighteenth century and throughout the nineteenth, constitutes a key step in the process of discovery and cultural appropriation of the mountains. The installation of stable shelters offering overnight accommodation at high altitudes, superseding the precarious bivouac-style campsites, makes it possible to carry out wide-ranging scientific, alpine and geographic explorations there for the first time. Such shelters act as catalysts in the transformation of the alpine region from an ancestral space to an outpost of scientific knowledge, the “playground” of mountaineers, a place of symbolic and political conquest and, successively, a site of loisir for tourists. In just a few decades, mountain guides and mountaineering associations played a decisive role in this process, initiating the progressive physical alteration of high-altitude areas and paving the way for a widespread building and infrastructural colonisation that has been constantly evolving to this day. Structurally, mountain huts and bivouacs reflect the ways in which the space, landscape and time have been conceptualised and used over the ages, forming an interesting area of study: from the early structures, which were self-contained and impervious to the surrounding landscape, serving merely to provide protection from the outside, up to today’s landmark structures.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Rifugiarsi nella notte_Dini_Girodo_2018.pdf
accesso aperto
Tipologia:
2a Post-print versione editoriale / Version of Record
Licenza:
Creative commons
Dimensione
3.11 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.11 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11583/2705705