Il saggio riassume e mette in prospettiva critica i contributi e gli studi coagulati nella sessione omonima coordinata dalle autrici al Congresso AISU 2015, sessione che si è prefissa l’obiettivo di indagare quegli aspetti complessi e interdisciplinari, centrali per la cultura del cibo e del paesaggio, che connettono la città come luogo di vita, amministrazione e rappresentanza, col territorio come luogo produttivo e di "loisir". Le discipline chiamate a studiare e governare queste connessioni, per interpretarle in termini di valorizzazione sostenibile, sono molteplici, e devono sempre più interconnettersi per proporre progetti strategici. Scopo scientifico della sessione è stato quindi quello di rappresentare un luogo privilegiato dove potessero originarsi queste sinergie, appuntandosi sul paesaggio storico produttivo come fenomeno vivo o latente, da conoscere, “recuperare”, interpretare e conservare in termini di vocazione colturale, filiere enogastronomiche, eccellenze e sperimentazioni agricole e alimentari. Due aspetti sono principalmente messi in luce: da un lato la questione del governo del territorio storico a partire dalle residenze (di corte, come dei ceti nobiliari o borghesi emergenti) disperse nel contado, con la duplice declinazione di luoghi di loisir e di veri e propri centri produttivi, talvolta vere e proprie “aziende” connesse strettamente con il paesaggio, dove la cultura del cibo si interseca con la sperimentazione e la messa a regime di coltivazioni e allevamenti di qualità. Queste “dimensioni” ed esperienze, ancorché rappresentative sul piano monumentale, possono essere indagate e interpretate nell’obiettivo della comprensione dell’identità dei territori e della valorizzazione del paesaggio culturale attraverso l'incentivazione di processi virtuosi che recuperino saperi, colture e tradizioni dalle filiere storiche. A questa logica del recupero e della valorizzazione delle coltivazioni che rendono identitari alcuni luoghi si lega il secondo filone, attento alla declinazione, di pregnante attualità e di sicuro interesse per il rilancio delle identità territoriali, del turismo enogastronomico, cui si accompagnano non di rado episodi architettonici di restauro, rifunzionalizzazione o inserimento ex-novo che rivelano una precipua attenzione per il contesto, la cui qualità aggiunge valore ai palinsesti paesaggistici.

Il palinsesto del paesaggio produttivo: dalla cultura enogastronomica storica a nuovi processi di valorizzazione identitaria / Devoti, Chiara; Naretto, Monica - In: Food and the City. Il cibo e la città / Fontana G. L. (a cura di). - STAMPA. - Venezia : Marsilio, 2017. - ISBN 978-88-317-2871-3. - pp. 211-218

Il palinsesto del paesaggio produttivo: dalla cultura enogastronomica storica a nuovi processi di valorizzazione identitaria

Chiara Devoti;Monica Naretto
2017

Abstract

Il saggio riassume e mette in prospettiva critica i contributi e gli studi coagulati nella sessione omonima coordinata dalle autrici al Congresso AISU 2015, sessione che si è prefissa l’obiettivo di indagare quegli aspetti complessi e interdisciplinari, centrali per la cultura del cibo e del paesaggio, che connettono la città come luogo di vita, amministrazione e rappresentanza, col territorio come luogo produttivo e di "loisir". Le discipline chiamate a studiare e governare queste connessioni, per interpretarle in termini di valorizzazione sostenibile, sono molteplici, e devono sempre più interconnettersi per proporre progetti strategici. Scopo scientifico della sessione è stato quindi quello di rappresentare un luogo privilegiato dove potessero originarsi queste sinergie, appuntandosi sul paesaggio storico produttivo come fenomeno vivo o latente, da conoscere, “recuperare”, interpretare e conservare in termini di vocazione colturale, filiere enogastronomiche, eccellenze e sperimentazioni agricole e alimentari. Due aspetti sono principalmente messi in luce: da un lato la questione del governo del territorio storico a partire dalle residenze (di corte, come dei ceti nobiliari o borghesi emergenti) disperse nel contado, con la duplice declinazione di luoghi di loisir e di veri e propri centri produttivi, talvolta vere e proprie “aziende” connesse strettamente con il paesaggio, dove la cultura del cibo si interseca con la sperimentazione e la messa a regime di coltivazioni e allevamenti di qualità. Queste “dimensioni” ed esperienze, ancorché rappresentative sul piano monumentale, possono essere indagate e interpretate nell’obiettivo della comprensione dell’identità dei territori e della valorizzazione del paesaggio culturale attraverso l'incentivazione di processi virtuosi che recuperino saperi, colture e tradizioni dalle filiere storiche. A questa logica del recupero e della valorizzazione delle coltivazioni che rendono identitari alcuni luoghi si lega il secondo filone, attento alla declinazione, di pregnante attualità e di sicuro interesse per il rilancio delle identità territoriali, del turismo enogastronomico, cui si accompagnano non di rado episodi architettonici di restauro, rifunzionalizzazione o inserimento ex-novo che rivelano una precipua attenzione per il contesto, la cui qualità aggiunge valore ai palinsesti paesaggistici.
2017
978-88-317-2871-3
Food and the City. Il cibo e la città
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