Una nuova wilderness si esprime nei discorsi e nelle pratiche contemporanee di paesaggio. Nella prospettiva ecologica è vista come natura spontanea che finalmente guadagna terreno sulla civiltà occidentale, riconquistando lo spazio antropizzato: urbano, rurale o industriale; quasi invocando una rivoluzione culturale. La dimensione della natura selvaggia è da tempo immemore luogo di sovversione, di critica alla civiltà e quindi anche di suo rinnovamento e rinascita. I nuovi paesaggi svelano antiche memorie, si muovono fra continuità e discontinuità, attraverso la paradossalità costitutiva di questa dimensione sentita come alternativa e “altra” rispetto a cultura e civiltà, e al tempo stesso così peculiarmente umana: wilderness o wildness come esperienza del limite, affascinante avventura al di là dell’umano alla quale ci invitano le nostre narrazioni, le nostre mitologie. La tesi stessa si propone infatti come una narrazione: attraverso gli strumenti della storia delle idee ricerca all’interno della nostra – occidentale - eredità immaginativa i significati etici ed estetici che la natura selvaggia può assumere oggi, sul filo di un ideale dialogo tra Henry David Thoreau e il giardiniere-paesaggista francese Gilles Clément. Un abisso di tempo e spazio li separa, una divergente maniera d’intendere la vita e il ruolo dell’uomo nel mondo. Eppure entrambi muovono da una decisa polemica alla società in cui vivono. Entrambi lontani dalle nostalgie del passato, raccontano, inventano o reinventano fiduciosamente un futuro possibile: in una prospettiva capace forse di dirigere il nostro sguardo verso un’ecologia umanista, attraverso le paradossali metafore dei tanti giardini selvaggi della contemporaneità.
Nuovi paesaggi, antiche memorie. L'immaginario della natura selvaggia dalla crisi ecologica alle origini mitiche della civiltà occidentale: una narrazione per concetti / Barbero, Camilla. - (2016).
Nuovi paesaggi, antiche memorie. L'immaginario della natura selvaggia dalla crisi ecologica alle origini mitiche della civiltà occidentale: una narrazione per concetti.
BARBERO, CAMILLA
2016
Abstract
Una nuova wilderness si esprime nei discorsi e nelle pratiche contemporanee di paesaggio. Nella prospettiva ecologica è vista come natura spontanea che finalmente guadagna terreno sulla civiltà occidentale, riconquistando lo spazio antropizzato: urbano, rurale o industriale; quasi invocando una rivoluzione culturale. La dimensione della natura selvaggia è da tempo immemore luogo di sovversione, di critica alla civiltà e quindi anche di suo rinnovamento e rinascita. I nuovi paesaggi svelano antiche memorie, si muovono fra continuità e discontinuità, attraverso la paradossalità costitutiva di questa dimensione sentita come alternativa e “altra” rispetto a cultura e civiltà, e al tempo stesso così peculiarmente umana: wilderness o wildness come esperienza del limite, affascinante avventura al di là dell’umano alla quale ci invitano le nostre narrazioni, le nostre mitologie. La tesi stessa si propone infatti come una narrazione: attraverso gli strumenti della storia delle idee ricerca all’interno della nostra – occidentale - eredità immaginativa i significati etici ed estetici che la natura selvaggia può assumere oggi, sul filo di un ideale dialogo tra Henry David Thoreau e il giardiniere-paesaggista francese Gilles Clément. Un abisso di tempo e spazio li separa, una divergente maniera d’intendere la vita e il ruolo dell’uomo nel mondo. Eppure entrambi muovono da una decisa polemica alla società in cui vivono. Entrambi lontani dalle nostalgie del passato, raccontano, inventano o reinventano fiduciosamente un futuro possibile: in una prospettiva capace forse di dirigere il nostro sguardo verso un’ecologia umanista, attraverso le paradossali metafore dei tanti giardini selvaggi della contemporaneità.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2644610
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