L’integrazione tra commercio e territorio è principio costitutivo del primo decreto nazionale di riforma (D.lgs. 114/1998) che, con un approccio del tutto nuovo nel nostro paese, ha inteso spostare definitivamente le politiche del commercio da una storica posizione residuale di settore ad una centrale nella programmazione dello sviluppo territoriale. La logica del Decreto introduceva il quadro giuridico del processo di riforma, costituito da un insieme di criteri socio-economici e territoriali, proprio a partire da un nuovo rapporto con il territorio e rimandando alle regioni la definizione di precisi indirizzi per l’azione. Qualche anno dopo, accanto a questa sostanziale innovazione legislativa, l’approvazione del disegno di legge costituzionale attribuirà alle regioni la competenza esclusiva in materia di commercio, conferendo così alle amministrazioni regionali piena responsabilità di programmazione. Nonostante queste profonde innovazioni istituzionali, a dieci anni ormai compiuti di attuazione del processo di riforma, l’obiettivo dell’integrazione è stato debolmente raggiunto, se non addirittura ampiamente disatteso, in gran parte delle regioni del paese. La cultura urbanistica del nostro paese è stata per lo più impreparata a cogliere nell’immediato la portata innovativa introdotta dal decreto di riforma.

Non solo commercio. Da politiche di settore alla sperimentazione dei distretti territoriali del commercio / Brunetta, Grazia. - In: ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI. - ISSN 0004-0177. - STAMPA. - XLIII:103(2012), pp. 72-80.

Non solo commercio. Da politiche di settore alla sperimentazione dei distretti territoriali del commercio

BRUNETTA, GRAZIA
2012

Abstract

L’integrazione tra commercio e territorio è principio costitutivo del primo decreto nazionale di riforma (D.lgs. 114/1998) che, con un approccio del tutto nuovo nel nostro paese, ha inteso spostare definitivamente le politiche del commercio da una storica posizione residuale di settore ad una centrale nella programmazione dello sviluppo territoriale. La logica del Decreto introduceva il quadro giuridico del processo di riforma, costituito da un insieme di criteri socio-economici e territoriali, proprio a partire da un nuovo rapporto con il territorio e rimandando alle regioni la definizione di precisi indirizzi per l’azione. Qualche anno dopo, accanto a questa sostanziale innovazione legislativa, l’approvazione del disegno di legge costituzionale attribuirà alle regioni la competenza esclusiva in materia di commercio, conferendo così alle amministrazioni regionali piena responsabilità di programmazione. Nonostante queste profonde innovazioni istituzionali, a dieci anni ormai compiuti di attuazione del processo di riforma, l’obiettivo dell’integrazione è stato debolmente raggiunto, se non addirittura ampiamente disatteso, in gran parte delle regioni del paese. La cultura urbanistica del nostro paese è stata per lo più impreparata a cogliere nell’immediato la portata innovativa introdotta dal decreto di riforma.
2012
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