Il progetto della piazza e l’architettura della città La piazza del Duomo a Milano, come parte di città da rendere formalmente compiuta e il suo possibile contributo alla costruzione della nuova città nella città, è ciò che questa ricerca intende illustrare. La lettura dell’evoluzione storica e della trasformazione architettonica della piazza, in relazione a quella del contesto urbano milanese, dimostra la necessità di un nuovo intervento progettuale. Un excursus attraverso le numerose proposte, che nel corso del tempo si sono avvicendate, evidenzia che, nonostante alcune acute ideazioni (basti citare il Filerete e il Cattaneo), la piazza risulta tuttavia inadeguata al ruolo che posizione geografica e vicende storiche tenderebbero a fornirle. La ricerca si articola in due momenti separati, ma strettamente collegati l’uno all’altroQ l’analisi storica e l’applicazione progettuale. L’analisi storica tende a fornire, attraverso la lettura critica delle diverse esperienze sul tema della piazza, un apporto teorico di conoscenza, indispensabile per la progettazione. Un lavoro analitico, dunque, non indirizzato al reperimento di informazioni nozionistiche, ma all’individuazione di elementi che potrebbero, una volta trascritti, essere impiegati, in modo diretto o indiretto, per la definizione dell’intervento progettuale. In questa operazione il rapporto con le architetture del passato è imprescindibile, dal momento che, come dice Aldo Rossi, “La storia è fondamentale in quanto viene assunta nei suoi esempi come materia dell’architettura. Le opere della storia dell’architettura costituiscono l’architettura”. Leggere e quindi interpretare la storia della piazza e del suo contesto in modo strutturale, in rapporto con quello che chiamiamo lo spirito del tempo, può risultare utile alla definizione delle scelte, fornendo anche degli elementi formali per la costruzione del progetto. Le ipotesi e le acquisizioni maturate attraverso l’analisi storica vengono quindi verificate in sede di applicazione progettuale, giungendo, in tal modo, a una sintesi razionale, rappresentata dall’opera architettonica. Con la scelta della Piazza del Duomo a Milano come proprio obiettivo, la ricerca affronta due problematiche architettoniche di grande interesse per l’architettura della città: L’intervento nei centri storici, laddove ancora esistono spazi non compiuti sul piano morfologico, disponibili, dunque, per nuovi interventi di trasformazione; e la piazza considerata come luogo di sintesi funzionale e architettonica anche della città contemporanea. In questa ricerca la Piazza del Duomo diviene un’area di studio, all’interno di quell’idea di città che concepisce la città come sistema spaziale formato da più parti con delle loro caratteristiche e che usa l’architettura, come dice Giungo Polesello, “all’interno di un settore abbastanza preciso che considera la città costruita e costruibile solo per parti. Non è possibile, dunque, raffigurarsi la città nuova nel suo insieme, ma esclusivamente attraverso il disegno delle sue parti, dentro, comunque, un progetto unitario. “Dal punto di vista dell’intervento –annota Rossi– credo si debba oggi operare su un pezzo di città definito senza voler precludere in nome di una astratta pianificazione dello sviluppo della città, possibilità di esperienze anche totalmente diverse. Un pezzo di città offre maggiori criteri di coerenza dal punto di vista della conoscenza e dal punto di vista della programmazione (intervento)”. Nella progettazione della nuova città lo spazio collettivo, e in modo particolare la piazza, assume un’importanza fondamentale, diviene elemento primario delle tematiche compositive. Intervenire sul tema della piazza, come uno dei principali luoghi sociali, significa dare un apporto concreto alla città, dentro i limiti, comunque, della considerazione che, come ricorda Giorgio Grassi, “nella storia della città tutto è già compreso e sperimentato e che tutto resta ancora da sperimentare e da comprendere più a fondo”. La nuova città, rapportandosi al disegno della città antica e usando gli elementi principali di essa, sarà una città analoga. La Piazza del Duomo di Milano, così come si presenta oggi, è il risultato di una serie di interventi progettuali, in realtà mai portati a termine, che hanno determinato uno spazio non compiuto formalmente. Dal punto di vista dimensionale, per esempio, risulta essere eccezionalmente grande rispetto al tessuto urbano di Milano, caratterizzato da spazi pubblici aperti di dimensioni contenute, e dalla quasi totale assenza di piazze. Uno degli obiettivi primari del progetto, dunque, è quello di ridimensionare la Piazza, ristabilendo così le proporzioni con la città e con il monumento che la determina, vale a dire il Duomo.
Il progetto della piazza e l'architettura della città. Piazza del Duomo a Milano: Nel cantiere della città, il museo della sua architettura / Patestos, Costantino. - (1990).
Il progetto della piazza e l'architettura della città. Piazza del Duomo a Milano: Nel cantiere della città, il museo della sua architettura.
PATESTOS, Costantino
1990
Abstract
Il progetto della piazza e l’architettura della città La piazza del Duomo a Milano, come parte di città da rendere formalmente compiuta e il suo possibile contributo alla costruzione della nuova città nella città, è ciò che questa ricerca intende illustrare. La lettura dell’evoluzione storica e della trasformazione architettonica della piazza, in relazione a quella del contesto urbano milanese, dimostra la necessità di un nuovo intervento progettuale. Un excursus attraverso le numerose proposte, che nel corso del tempo si sono avvicendate, evidenzia che, nonostante alcune acute ideazioni (basti citare il Filerete e il Cattaneo), la piazza risulta tuttavia inadeguata al ruolo che posizione geografica e vicende storiche tenderebbero a fornirle. La ricerca si articola in due momenti separati, ma strettamente collegati l’uno all’altroQ l’analisi storica e l’applicazione progettuale. L’analisi storica tende a fornire, attraverso la lettura critica delle diverse esperienze sul tema della piazza, un apporto teorico di conoscenza, indispensabile per la progettazione. Un lavoro analitico, dunque, non indirizzato al reperimento di informazioni nozionistiche, ma all’individuazione di elementi che potrebbero, una volta trascritti, essere impiegati, in modo diretto o indiretto, per la definizione dell’intervento progettuale. In questa operazione il rapporto con le architetture del passato è imprescindibile, dal momento che, come dice Aldo Rossi, “La storia è fondamentale in quanto viene assunta nei suoi esempi come materia dell’architettura. Le opere della storia dell’architettura costituiscono l’architettura”. Leggere e quindi interpretare la storia della piazza e del suo contesto in modo strutturale, in rapporto con quello che chiamiamo lo spirito del tempo, può risultare utile alla definizione delle scelte, fornendo anche degli elementi formali per la costruzione del progetto. Le ipotesi e le acquisizioni maturate attraverso l’analisi storica vengono quindi verificate in sede di applicazione progettuale, giungendo, in tal modo, a una sintesi razionale, rappresentata dall’opera architettonica. Con la scelta della Piazza del Duomo a Milano come proprio obiettivo, la ricerca affronta due problematiche architettoniche di grande interesse per l’architettura della città: L’intervento nei centri storici, laddove ancora esistono spazi non compiuti sul piano morfologico, disponibili, dunque, per nuovi interventi di trasformazione; e la piazza considerata come luogo di sintesi funzionale e architettonica anche della città contemporanea. In questa ricerca la Piazza del Duomo diviene un’area di studio, all’interno di quell’idea di città che concepisce la città come sistema spaziale formato da più parti con delle loro caratteristiche e che usa l’architettura, come dice Giungo Polesello, “all’interno di un settore abbastanza preciso che considera la città costruita e costruibile solo per parti. Non è possibile, dunque, raffigurarsi la città nuova nel suo insieme, ma esclusivamente attraverso il disegno delle sue parti, dentro, comunque, un progetto unitario. “Dal punto di vista dell’intervento –annota Rossi– credo si debba oggi operare su un pezzo di città definito senza voler precludere in nome di una astratta pianificazione dello sviluppo della città, possibilità di esperienze anche totalmente diverse. Un pezzo di città offre maggiori criteri di coerenza dal punto di vista della conoscenza e dal punto di vista della programmazione (intervento)”. Nella progettazione della nuova città lo spazio collettivo, e in modo particolare la piazza, assume un’importanza fondamentale, diviene elemento primario delle tematiche compositive. Intervenire sul tema della piazza, come uno dei principali luoghi sociali, significa dare un apporto concreto alla città, dentro i limiti, comunque, della considerazione che, come ricorda Giorgio Grassi, “nella storia della città tutto è già compreso e sperimentato e che tutto resta ancora da sperimentare e da comprendere più a fondo”. La nuova città, rapportandosi al disegno della città antica e usando gli elementi principali di essa, sarà una città analoga. La Piazza del Duomo di Milano, così come si presenta oggi, è il risultato di una serie di interventi progettuali, in realtà mai portati a termine, che hanno determinato uno spazio non compiuto formalmente. Dal punto di vista dimensionale, per esempio, risulta essere eccezionalmente grande rispetto al tessuto urbano di Milano, caratterizzato da spazi pubblici aperti di dimensioni contenute, e dalla quasi totale assenza di piazze. Uno degli obiettivi primari del progetto, dunque, è quello di ridimensionare la Piazza, ristabilendo così le proporzioni con la città e con il monumento che la determina, vale a dire il Duomo.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11583/2588471
Attenzione
Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo