L’individualizzazione è destinata a restare tra noi. Ma è sempre più frequentemente incrinata dalla condivisione. Sono numerosi gli episodi che mostrano l’irrobustirsi di legami orizzontali su uno sfondo rigorosamente individualista: associazionismi di vari tipi; azioni collettive non necessariamente durature; comunanze poco intenzionate; incontri in luoghi estranei all’idea corrente di spazio pubblico. Forme temporanee e fragili che segnano il mutamento dei valori attribuiti all’abitare nella città europea a mezzo di una fenomenologia ampia che ha ragioni di ordine economico, relazionale, simbolico, culturale, religioso. Per affrontare l’insieme di questioni che il tema pone, questo libro distingue tra due diversi orientamenti. Il primo si riferisce a quegli episodi di condivisione che, utilizzando la città, si dicono estranei ad essa: un atteggiamento che potrebbe ascriversi ad una forma di antiurbanesimo, seppure distante da quello tradizionale. Il secondo si riferisce alla determinazione a rifondare un’urbanità laddove si ritiene essa non vi sia: un atteggiamento teso a riscrivere nuovi urbanesimi. Da un lato il rifiuto della città che avviene da dentro la città, la secessione. Dall’altro una certa euforia sulla possibilità di ricostruire forme di socialità fuori dal paradigma moderno, dalle sue norme, valori, conflitti e ragioni.
Territori della condivisione. Una nuova città / Bianchetti, Anna Maria Cristina. - STAMPA. - (2014), pp. 1-152.
Territori della condivisione. Una nuova città
BIANCHETTI, Anna Maria Cristina
2014
Abstract
L’individualizzazione è destinata a restare tra noi. Ma è sempre più frequentemente incrinata dalla condivisione. Sono numerosi gli episodi che mostrano l’irrobustirsi di legami orizzontali su uno sfondo rigorosamente individualista: associazionismi di vari tipi; azioni collettive non necessariamente durature; comunanze poco intenzionate; incontri in luoghi estranei all’idea corrente di spazio pubblico. Forme temporanee e fragili che segnano il mutamento dei valori attribuiti all’abitare nella città europea a mezzo di una fenomenologia ampia che ha ragioni di ordine economico, relazionale, simbolico, culturale, religioso. Per affrontare l’insieme di questioni che il tema pone, questo libro distingue tra due diversi orientamenti. Il primo si riferisce a quegli episodi di condivisione che, utilizzando la città, si dicono estranei ad essa: un atteggiamento che potrebbe ascriversi ad una forma di antiurbanesimo, seppure distante da quello tradizionale. Il secondo si riferisce alla determinazione a rifondare un’urbanità laddove si ritiene essa non vi sia: un atteggiamento teso a riscrivere nuovi urbanesimi. Da un lato il rifiuto della città che avviene da dentro la città, la secessione. Dall’altro una certa euforia sulla possibilità di ricostruire forme di socialità fuori dal paradigma moderno, dalle sue norme, valori, conflitti e ragioni.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2568541
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