L’indagine sui servizi destinati alle persone senza dimora promuove una profonda riflessione sul possibile sviluppo del territorio, sul benessere e lo stato sociale dei cittadini, sulla riabilitazione e la reintegrazione nella società attiva di utenze vulnerabili e sulla nozione stessa di cittadinanza. Dal 2009 la ricerca-azione “Abitare il dormitorio” sta affrontando la complessa questione di come l’architettura è in grado di ospitare i servizi di accoglienza notturna per senza dimora e come gli ospiti interagiscono con i luoghi e le attrezzature di queste strutture. Spazi, arredi e strumenti sono stati integrati in un processo partecipativo che coinvolge utenti, operatori e progettisti. Looking into the housing services for homelessness leads to think about development of territory, citizens’ welfare, social recovery, reintegration into society and citizenship. Since 2009 the action-research, named “Living in the dorm”, is investigating how architecture hosts services delivered to homeless people and how users interact with places and products in there. Spaces, pieces of furniture, tools, have been investigated and re-thought as part of the educational work carried out. Attention has been paid to the way spaces and objects interact with the biographies of the users and the operators and how these can qualify the service and act as enablers in the process of social inclusion.

Il bello che cura. Benessere e spazi di accoglienza notturna per persone senza dimora / Campagnaro, Cristian; Porcellana, V.. - In: CAMBIO. - ISSN 2239-1118. - ELETTRONICO. - III:5(2013), pp. 35-44. [10.1400/208130]

Il bello che cura. Benessere e spazi di accoglienza notturna per persone senza dimora

CAMPAGNARO, CRISTIAN;
2013

Abstract

L’indagine sui servizi destinati alle persone senza dimora promuove una profonda riflessione sul possibile sviluppo del territorio, sul benessere e lo stato sociale dei cittadini, sulla riabilitazione e la reintegrazione nella società attiva di utenze vulnerabili e sulla nozione stessa di cittadinanza. Dal 2009 la ricerca-azione “Abitare il dormitorio” sta affrontando la complessa questione di come l’architettura è in grado di ospitare i servizi di accoglienza notturna per senza dimora e come gli ospiti interagiscono con i luoghi e le attrezzature di queste strutture. Spazi, arredi e strumenti sono stati integrati in un processo partecipativo che coinvolge utenti, operatori e progettisti. Looking into the housing services for homelessness leads to think about development of territory, citizens’ welfare, social recovery, reintegration into society and citizenship. Since 2009 the action-research, named “Living in the dorm”, is investigating how architecture hosts services delivered to homeless people and how users interact with places and products in there. Spaces, pieces of furniture, tools, have been investigated and re-thought as part of the educational work carried out. Attention has been paid to the way spaces and objects interact with the biographies of the users and the operators and how these can qualify the service and act as enablers in the process of social inclusion.
2013
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2518332
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo