Alla fine del XIX secolo alla progettazione di un Famedio e del nuovo ingresso monumentale del camposanto di Alessandria legato a un ampliamento considerevole dell’area destinata alle inumazioni, perimetrata da catacombe a due piani progettate secondo un concetto innovativo da Ludovico Straneo, ingegnere municipale, si affianca la lunga gestazione del tempio crematorio, mai realizzato in realtà. Alla base del progetto di ampliamento vi è la ricerca di decoro e monumentalità, e soprattutto, la volontà di adeguarsi alle più aggiornate norme igieniche. Inaspettatamente la ricerca d’archivio ha permesso di mettere in luce come negli anni ottanta Alessandria sia tra le prime città in cui si affronta un concitato scontro (su temi sociali e religiosi), che pone in conflitto ambienti laici, cattolici, conservatori, progressisti e massoni. I precetti dell’igiene e della salvaguardia della salute pubblica (all’avanguardia e, soprattutto, mal tollerati dalla Chiesa preoccupata dalla incessante laicizzazione di ogni aspetto della vita umana) paiono imporsi in Alessandria con un certo anticipo rispetto ad altre realtà, ma ancora una volta il progetto naufragherà. L’insalubrità dei cimiteri, la mancanza di spazi per le inumazioni, la libertà del cittadino di scegliere tra inumazione e cremazione (e di essere padrone del proprio corpo anche dopo la morte) sono i temi discussi a lungo in Italia e in Europa, dibattito osteggiato dagli ambienti cattolici. La fondazione della Società per la Cremazione (anche detta Società pei Funerali Civili) in contemporanea con poche altre città italiane (e straniere) e, soprattutto, la pubblicazione nel 1886 del primo numero della rivista “La Cremazione” con sede presso la tipografia Testera di Alessandria, ci fa comprendere come per un certo numero (limitato, ma influente) di alessandrini illuminati sia di fondamentale importanza divulgare le tecniche di cremazione nel pieno rispetto delle normative igieniche. Per anni si chiede al Municipio di prevedere un tempio crematorio all’interno del recinto cimiteriale (nel 1906 un progetto di Straneo rimarrà ancora una volta irrealizzato). Nel frattempo, come accade in altre città italiane, le cremazioni (non molte in verità sino al 1900) avvengono avvalendosi di un forno crematorio Rey trasportabile. Duri da sconfiggere i timori, l’ignoranza, le credenze religiose e di certo la scomunica che Leone XIII scaglia contro i cremazionisti nel 1886 (e solo cancellata nel 1963) non faciliterà il lavoro della Società per la Cremazione. Ma tutto questo non pare scalfire le convinzioni di alcuni alessandrini: il 21 novembre 1886 la popolazione accorre numerosa incuriosita da una funerea novità: la prima cremazione in città è pubblicizzata con manifesti e inviti (cartoncini listati di nero) come un evento eccezionale: “la S.V. è caldamente prega¬ta di voler assistere alla pia cremazione di Antonio Testera primo esperimento che si fa in Alessandria dell’igienica Riforma. La Cremazione si farà coll’ap¬parecchio mobile appositamente inviato dalla Società di Milano”.

Onorare i defunti, rispettare i viventi. Igiene e decoro nella città ottocentesca / Dameri, Annalisa. - (2013). (Intervento presentato al convegno 2° Congresso Specialistico Internazionale Cimiteri Monumentali: Conoscenza, Conservazione, e Restyling tenutosi a Ostuni nel maggio 2013).

Onorare i defunti, rispettare i viventi. Igiene e decoro nella città ottocentesca

DAMERI, Annalisa
2013

Abstract

Alla fine del XIX secolo alla progettazione di un Famedio e del nuovo ingresso monumentale del camposanto di Alessandria legato a un ampliamento considerevole dell’area destinata alle inumazioni, perimetrata da catacombe a due piani progettate secondo un concetto innovativo da Ludovico Straneo, ingegnere municipale, si affianca la lunga gestazione del tempio crematorio, mai realizzato in realtà. Alla base del progetto di ampliamento vi è la ricerca di decoro e monumentalità, e soprattutto, la volontà di adeguarsi alle più aggiornate norme igieniche. Inaspettatamente la ricerca d’archivio ha permesso di mettere in luce come negli anni ottanta Alessandria sia tra le prime città in cui si affronta un concitato scontro (su temi sociali e religiosi), che pone in conflitto ambienti laici, cattolici, conservatori, progressisti e massoni. I precetti dell’igiene e della salvaguardia della salute pubblica (all’avanguardia e, soprattutto, mal tollerati dalla Chiesa preoccupata dalla incessante laicizzazione di ogni aspetto della vita umana) paiono imporsi in Alessandria con un certo anticipo rispetto ad altre realtà, ma ancora una volta il progetto naufragherà. L’insalubrità dei cimiteri, la mancanza di spazi per le inumazioni, la libertà del cittadino di scegliere tra inumazione e cremazione (e di essere padrone del proprio corpo anche dopo la morte) sono i temi discussi a lungo in Italia e in Europa, dibattito osteggiato dagli ambienti cattolici. La fondazione della Società per la Cremazione (anche detta Società pei Funerali Civili) in contemporanea con poche altre città italiane (e straniere) e, soprattutto, la pubblicazione nel 1886 del primo numero della rivista “La Cremazione” con sede presso la tipografia Testera di Alessandria, ci fa comprendere come per un certo numero (limitato, ma influente) di alessandrini illuminati sia di fondamentale importanza divulgare le tecniche di cremazione nel pieno rispetto delle normative igieniche. Per anni si chiede al Municipio di prevedere un tempio crematorio all’interno del recinto cimiteriale (nel 1906 un progetto di Straneo rimarrà ancora una volta irrealizzato). Nel frattempo, come accade in altre città italiane, le cremazioni (non molte in verità sino al 1900) avvengono avvalendosi di un forno crematorio Rey trasportabile. Duri da sconfiggere i timori, l’ignoranza, le credenze religiose e di certo la scomunica che Leone XIII scaglia contro i cremazionisti nel 1886 (e solo cancellata nel 1963) non faciliterà il lavoro della Società per la Cremazione. Ma tutto questo non pare scalfire le convinzioni di alcuni alessandrini: il 21 novembre 1886 la popolazione accorre numerosa incuriosita da una funerea novità: la prima cremazione in città è pubblicizzata con manifesti e inviti (cartoncini listati di nero) come un evento eccezionale: “la S.V. è caldamente prega¬ta di voler assistere alla pia cremazione di Antonio Testera primo esperimento che si fa in Alessandria dell’igienica Riforma. La Cremazione si farà coll’ap¬parecchio mobile appositamente inviato dalla Società di Milano”.
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