La Tesi di Dottorato è il risultato di un ampio lavoro di analisi sulla figura di Paolo Verzone, storico dell'architettura medievale ed antica, progettista e restauratore, professore emerito al Politecnico di Torino, oltre che fondatore della Missione Archeologica Italiana di Hierapolis di Frigia (Turchia); una figura che, a più di dieci anni dalla scomparsa attende di ricevere la sua giusta collocazione nel panorama degli studi storici italiani e internazionali. Non solo in questi ultimi anni le sue ricerche -e soprattutto il suo metodo di studio dell'architettura storica, fatto della profonda conoscenza delle fonti, dei materiali, dei caratteri formali, costruttivi e strutturali degli edifici, oltre che dell'uso del rilievo e della osservazione diretta- sono venute a costituire un punto di riferimento per architetti e storici che, in molti casi (un esempio tra tanti è lo studio sulle chiese romaniche dell'astigiano promosso dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici del Piemonte) hanno ripreso e confermato la validità di un metodo razionale per lo studio dell'architettura storica. Il candidato ha fatto dell'individuazione e dell'analisi di tale metodo il filo conduttore della propria ricerca e, attento ai molti documenti d'archivio, alle stesse opere di Verzone, ed alle testimonianze di chi gli fu vicino nei diversi momenti della sua carriera, egli è riuscito a strutturare il proprio lavoro come una mediazione tra lo studio del particulare biografico (ove esso è funzionale all'oggetto dello studio) e quello, più generale, del contesto culturale in cui si mosse Paolo Verzone. Il lavoro qui presentato non è una tesi di storia dell'architettura medievale o antica, anche se in essa vi sono delle parti di analisi di edifici di quelle epoche che, attraverso il filtro della lettura verzoniana ricevono un'adeguata collocazione critica; nemmeno può definirsi solamente una tesi di storia dell'architettura contemporanea, se si eccettua il capitolo che analizza l'attività di progettista e restauratore di Verzone, in cui tale attività è contestualizzata nel suo periodo di riferimento e posta in rapporto con la cultura architettonica che la fece nascere e maturare. Questa ricerca è, piuttosto, uno studio di storiografia contemporanea, di "storia della storia" che usa la biografia del personaggio -ricostruita, come detto, attraverso una capillare ricerca d'archivio ma anche con la viva testimonianza di chi, come chi scrive, ha avuto la fortuna di conoscere e collaborare con Verzone- come struttura connettiva di un'analisi che riesce a mettere in luce, oltre al carattere ed alle valenze del personaggio, anche il suo ruolo nella storiografia contemporanea. Ci sembra, ancora, che la scelta di arricchire questo già vasto tessuto con le schede relative alle pubblicazioni di Verzone, collocate nelle diverse fasi che ne definiscono il percorso di formazione e di ricerca, possa costituire un elemento di novità nella metodologia d'indagine e, sicuramente, acquista il pregio di riportare alla nostra conoscenza e al nostro bagaglio di storici dell'architettura alcuni testi, a torto ritenuti minori o superati, che potranno invece essere rivisitati e ricollocati nel circuito delle analisi dell'architettura storica. In particolare, poi, questa tesi ha il merito di riportare alla luce, e alla conoscenza degli studiosi, un fondamentale lavoro al quale Verzone aveva dedicato molti anni della propria vita, senza tuttavia riuscire a vederne la pubblicazione. Un ampio e dettagliato studio sul tema delle residenze imperiali tardo romane, arricchito dall'enorme bagaglio di conoscenze e di esperienze che il professore si era formato con i periodi di studio in Asia Minore La Tesi è articolata in due sezioni principali di cui la prima, più ampia, pone l'attenzione sulle tematiche che hanno contraddistinto il percorso di ricerca dello studioso piemontese, mentre la seconda analizza il ricco materiale inedito, ritrovato negli archivi, attraverso uno scrupoloso e certosino lavoro di collazione dei testi manoscritti e dattiloscritti e dell'abbondante materiale iconografico. Il taglio critico della prima parte, con la sua particolare attenzione a contestualizzare i dati biografici entro il panorama culturale in cui si mosse Verzone, riesce a tratteggiarne il carattere e la personalità, e ad offrire un giudizio critico sulla sua attività, con grande attenzione per l'individuazione delle metodologie di studio messe a punto, sulla scorta della lezione di Arthur Kingsley Porter e degli altri maestri, dallo studioso piemontese. Emerge così, un'inedita figura di primo piano nella ricerca storiografica, di valenza non limitata al quadro locale ma, anzi, aperta e in continuo rapporto con le coeve esperienze maturate in ambito internazionale, per la quale il lavoro in esame avrà la diretta conseguenza, almeno, di ricollocare entro il giusto alveo la lezione verzoniana e di fare riscoprire i pregi di una grande eredità culturale. (Dallo stelloncino di presentazione dei tutors)

La storia come scavo della realtà architettonica. Paolo Verzone (1902-1986): un percorso di ricerca / Mighetto, Paolo. - (1999). [10.6092/polito/porto/2503833]

La storia come scavo della realtà architettonica. Paolo Verzone (1902-1986): un percorso di ricerca

MIGHETTO, PAOLO
1999

Abstract

La Tesi di Dottorato è il risultato di un ampio lavoro di analisi sulla figura di Paolo Verzone, storico dell'architettura medievale ed antica, progettista e restauratore, professore emerito al Politecnico di Torino, oltre che fondatore della Missione Archeologica Italiana di Hierapolis di Frigia (Turchia); una figura che, a più di dieci anni dalla scomparsa attende di ricevere la sua giusta collocazione nel panorama degli studi storici italiani e internazionali. Non solo in questi ultimi anni le sue ricerche -e soprattutto il suo metodo di studio dell'architettura storica, fatto della profonda conoscenza delle fonti, dei materiali, dei caratteri formali, costruttivi e strutturali degli edifici, oltre che dell'uso del rilievo e della osservazione diretta- sono venute a costituire un punto di riferimento per architetti e storici che, in molti casi (un esempio tra tanti è lo studio sulle chiese romaniche dell'astigiano promosso dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici del Piemonte) hanno ripreso e confermato la validità di un metodo razionale per lo studio dell'architettura storica. Il candidato ha fatto dell'individuazione e dell'analisi di tale metodo il filo conduttore della propria ricerca e, attento ai molti documenti d'archivio, alle stesse opere di Verzone, ed alle testimonianze di chi gli fu vicino nei diversi momenti della sua carriera, egli è riuscito a strutturare il proprio lavoro come una mediazione tra lo studio del particulare biografico (ove esso è funzionale all'oggetto dello studio) e quello, più generale, del contesto culturale in cui si mosse Paolo Verzone. Il lavoro qui presentato non è una tesi di storia dell'architettura medievale o antica, anche se in essa vi sono delle parti di analisi di edifici di quelle epoche che, attraverso il filtro della lettura verzoniana ricevono un'adeguata collocazione critica; nemmeno può definirsi solamente una tesi di storia dell'architettura contemporanea, se si eccettua il capitolo che analizza l'attività di progettista e restauratore di Verzone, in cui tale attività è contestualizzata nel suo periodo di riferimento e posta in rapporto con la cultura architettonica che la fece nascere e maturare. Questa ricerca è, piuttosto, uno studio di storiografia contemporanea, di "storia della storia" che usa la biografia del personaggio -ricostruita, come detto, attraverso una capillare ricerca d'archivio ma anche con la viva testimonianza di chi, come chi scrive, ha avuto la fortuna di conoscere e collaborare con Verzone- come struttura connettiva di un'analisi che riesce a mettere in luce, oltre al carattere ed alle valenze del personaggio, anche il suo ruolo nella storiografia contemporanea. Ci sembra, ancora, che la scelta di arricchire questo già vasto tessuto con le schede relative alle pubblicazioni di Verzone, collocate nelle diverse fasi che ne definiscono il percorso di formazione e di ricerca, possa costituire un elemento di novità nella metodologia d'indagine e, sicuramente, acquista il pregio di riportare alla nostra conoscenza e al nostro bagaglio di storici dell'architettura alcuni testi, a torto ritenuti minori o superati, che potranno invece essere rivisitati e ricollocati nel circuito delle analisi dell'architettura storica. In particolare, poi, questa tesi ha il merito di riportare alla luce, e alla conoscenza degli studiosi, un fondamentale lavoro al quale Verzone aveva dedicato molti anni della propria vita, senza tuttavia riuscire a vederne la pubblicazione. Un ampio e dettagliato studio sul tema delle residenze imperiali tardo romane, arricchito dall'enorme bagaglio di conoscenze e di esperienze che il professore si era formato con i periodi di studio in Asia Minore La Tesi è articolata in due sezioni principali di cui la prima, più ampia, pone l'attenzione sulle tematiche che hanno contraddistinto il percorso di ricerca dello studioso piemontese, mentre la seconda analizza il ricco materiale inedito, ritrovato negli archivi, attraverso uno scrupoloso e certosino lavoro di collazione dei testi manoscritti e dattiloscritti e dell'abbondante materiale iconografico. Il taglio critico della prima parte, con la sua particolare attenzione a contestualizzare i dati biografici entro il panorama culturale in cui si mosse Verzone, riesce a tratteggiarne il carattere e la personalità, e ad offrire un giudizio critico sulla sua attività, con grande attenzione per l'individuazione delle metodologie di studio messe a punto, sulla scorta della lezione di Arthur Kingsley Porter e degli altri maestri, dallo studioso piemontese. Emerge così, un'inedita figura di primo piano nella ricerca storiografica, di valenza non limitata al quadro locale ma, anzi, aperta e in continuo rapporto con le coeve esperienze maturate in ambito internazionale, per la quale il lavoro in esame avrà la diretta conseguenza, almeno, di ricollocare entro il giusto alveo la lezione verzoniana e di fare riscoprire i pregi di una grande eredità culturale. (Dallo stelloncino di presentazione dei tutors)
1999
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Tipologia: Tesi di dottorato
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