Raccontare le trasformazioni del territorio piemontese contemporaneo significa anche ordinare le tante immagini che di questi territori si sono andate definendo negli anni più recenti. Immagini che, guardando alle specificità locali come atout, muovono da un’attenzione diffusa ai temi della qualità dell’abitare. A Torino dove, dal Piano regolatore del ‘95 attraverso i Piani strategici e le Olimpiadi invernali, sta maturando una crescente consapevolezza della dimensione metropolitana della città. Nelle province, dove il ribaltamento dello stereotipo del ‘territorio marginale’ passa attraverso la valorizzazione delle eccellenze ambientali e dei paesaggi costruiti. In generale emerge come certe figure costruttive storiche del territorio piemontese abbiano dato luogo a matrici di lunga durata che ancora costituiscono l’ossatura delle modificazioni in atto, in un complesso intreccio tra dato locale e pratiche insediative. Di come, cioè, le immagini sullo sfondo vengano reinterpretate oggi per orientare i processi di trasformazione e per definire le principali geografie del mutamento.
Paesaggi metropolitani e territori lenti / Antonelli, Paolo; Camorali, Francesca; Delpiano, Andrea; Dini, Roberto. - In: OTTAGONO. - ISSN 0391-7487. - (2011), pp. 126-172.
Paesaggi metropolitani e territori lenti
ANTONELLI, PAOLO;CAMORALI, FRANCESCA;DELPIANO, ANDREA;DINI, ROBERTO
2011
Abstract
Raccontare le trasformazioni del territorio piemontese contemporaneo significa anche ordinare le tante immagini che di questi territori si sono andate definendo negli anni più recenti. Immagini che, guardando alle specificità locali come atout, muovono da un’attenzione diffusa ai temi della qualità dell’abitare. A Torino dove, dal Piano regolatore del ‘95 attraverso i Piani strategici e le Olimpiadi invernali, sta maturando una crescente consapevolezza della dimensione metropolitana della città. Nelle province, dove il ribaltamento dello stereotipo del ‘territorio marginale’ passa attraverso la valorizzazione delle eccellenze ambientali e dei paesaggi costruiti. In generale emerge come certe figure costruttive storiche del territorio piemontese abbiano dato luogo a matrici di lunga durata che ancora costituiscono l’ossatura delle modificazioni in atto, in un complesso intreccio tra dato locale e pratiche insediative. Di come, cioè, le immagini sullo sfondo vengano reinterpretate oggi per orientare i processi di trasformazione e per definire le principali geografie del mutamento.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2420581
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