Il testo è costituito da tre parti: 1. Un’analisi del quartiere di San Salvario a Torino, “in crisi” ma anche risorsa: limiti fisici, recente ricostruzione dell’identità attraverso il recupero del toponimo, tratti originari ottocenteschi (tra i quali l’omogeneità edilizia, la multireligiosità, la mescolanza sociale, le attività economiche e commerciali, l’attività scientifica e culturale, la condizione di porta d’ingresso alla città) tuttora forti e riconoscibili nonostante l’attuale ridefinizione sociale. San Salvario appare in bilico tra identità tradizionale e recenti trasformazioni (immigrazione, gentrification), tra ripresa della crescita dei valori immobiliari e ciclici ritorni delle attività illegali, tra ragioni di ottimismo e segnali di declino. 2. Una descrizione dell’attività, della struttura e dei principi che guidano dell’Agenzia per lo Sviluppo Locale: ente privato collettivo e non profit, espressione della società civile locale, ancorché non nato per sua iniziativa, che si occupa anche di marginalità, ma opera piú ampiamente il miglioramento della qualità della vita locale, secondo il principio di sussidiarietà espresso dall’art. 118 della Costituzione. L’Agenzia non lavora su un àmbito tematico, ma su un territorio, in maniera olistica, occupandosi di ambiente costruito, economia e commercio, cultura, società e formazione. L’Agenzia è ormai riconosciuta come partner dell’Amministrazione cittadina nella predisposizione e attuazione di politiche pubbliche, tentando di mantenere la mixité sociale e al contempo promuovere lo “sviluppo”. 3. Una serie di considerazioni sul fatto che il “caso” San Salvario non fu inventato dalle politiche, semmai dall’enfatizzazione mediatica; sul rapporto tra politiche localizzate e politiche sovralocali; sulla condensazione di relazioni sociali e di azioni (anche in termini di ridefinizione creativa dei legami sociali); sui temi oggi piú fertili per lo sviluppo locale (anche in termini di innovazione e di beneficio per la piú ampia collettività urbana); sulla capacità di rigirare a proprio beneficio condizioni di stigmatizzazione.
Trasformazioni, reti e politiche pubbliche a San Salvario, Torino / Bocco, Andrea. - In: ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI. - ISSN 0004-0177. - XXXVIII, n. 90:(2007), pp. 147-152.
Trasformazioni, reti e politiche pubbliche a San Salvario, Torino
BOCCO, Andrea
2007
Abstract
Il testo è costituito da tre parti: 1. Un’analisi del quartiere di San Salvario a Torino, “in crisi” ma anche risorsa: limiti fisici, recente ricostruzione dell’identità attraverso il recupero del toponimo, tratti originari ottocenteschi (tra i quali l’omogeneità edilizia, la multireligiosità, la mescolanza sociale, le attività economiche e commerciali, l’attività scientifica e culturale, la condizione di porta d’ingresso alla città) tuttora forti e riconoscibili nonostante l’attuale ridefinizione sociale. San Salvario appare in bilico tra identità tradizionale e recenti trasformazioni (immigrazione, gentrification), tra ripresa della crescita dei valori immobiliari e ciclici ritorni delle attività illegali, tra ragioni di ottimismo e segnali di declino. 2. Una descrizione dell’attività, della struttura e dei principi che guidano dell’Agenzia per lo Sviluppo Locale: ente privato collettivo e non profit, espressione della società civile locale, ancorché non nato per sua iniziativa, che si occupa anche di marginalità, ma opera piú ampiamente il miglioramento della qualità della vita locale, secondo il principio di sussidiarietà espresso dall’art. 118 della Costituzione. L’Agenzia non lavora su un àmbito tematico, ma su un territorio, in maniera olistica, occupandosi di ambiente costruito, economia e commercio, cultura, società e formazione. L’Agenzia è ormai riconosciuta come partner dell’Amministrazione cittadina nella predisposizione e attuazione di politiche pubbliche, tentando di mantenere la mixité sociale e al contempo promuovere lo “sviluppo”. 3. Una serie di considerazioni sul fatto che il “caso” San Salvario non fu inventato dalle politiche, semmai dall’enfatizzazione mediatica; sul rapporto tra politiche localizzate e politiche sovralocali; sulla condensazione di relazioni sociali e di azioni (anche in termini di ridefinizione creativa dei legami sociali); sui temi oggi piú fertili per lo sviluppo locale (anche in termini di innovazione e di beneficio per la piú ampia collettività urbana); sulla capacità di rigirare a proprio beneficio condizioni di stigmatizzazione.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2295200
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