Questo libro descrive un passaggio significativo nel rapporto che si è stabilito all’interno della cultura architettonica italiana, tra l’analisi urbana e la formazione di un pensiero progettante. Se per una lunga stagione che dalla metà circa del XX secolo giunge sino alla svolta del millennio, la riflessione sulla città, sulle sue forme e sulle regole interne alla propria costruzione e ricostruzione ha rappresentato costantemente lo scenario e il paradigma del progetto di architettura, negli ultimi anni la ricerca architettonica ha accettato e introdotto tra i propri materiali figurativi e operativi il territorio geografico visto attraverso la lente della rappresentazione cartografica. L’antica visione urbanocentrica che permetteva alla città di proiettarsi sul proprio territorio o sull’intero ecumene è stata sostituita da una lettura che propone, in direzione opposta, di vedere i “fatti urbani nella prospettiva del loro territorio geografico”. L’autore articola il proprio discorso concentrandosi sull’analisi delle tecniche analitiche praticate da alcuni architetti su città e territori, delineando i rapporti tra la particolarità delle analisi di un fatto urbano e territoriale e la generalità del discorso teoretico sotteso. La produzione teorica, le diverse teorie ordinate nel discorso, non sono prese per costruirne un giudizio storico-critico, ma rappresentano tasselli utili alla composizione di un quadro programmatico per un rilancio dell’analisi urbana e territoriale nella prospettiva delle mutate condizioni storiche e sociali della città o di quella forma di insediamento che «continuiamo a chiamare città perché ancora non sappiamo dargli un nome».
Dimenticare la città. Pratiche analitiche e costruzioni teoriche per una prospettiva geografica dell'architettura. Prefazione di Luciano Semerani / Ravagnati, Carlo. - (2008), pp. 1-160.
Dimenticare la città. Pratiche analitiche e costruzioni teoriche per una prospettiva geografica dell'architettura. Prefazione di Luciano Semerani
RAVAGNATI, CARLO
2008
Abstract
Questo libro descrive un passaggio significativo nel rapporto che si è stabilito all’interno della cultura architettonica italiana, tra l’analisi urbana e la formazione di un pensiero progettante. Se per una lunga stagione che dalla metà circa del XX secolo giunge sino alla svolta del millennio, la riflessione sulla città, sulle sue forme e sulle regole interne alla propria costruzione e ricostruzione ha rappresentato costantemente lo scenario e il paradigma del progetto di architettura, negli ultimi anni la ricerca architettonica ha accettato e introdotto tra i propri materiali figurativi e operativi il territorio geografico visto attraverso la lente della rappresentazione cartografica. L’antica visione urbanocentrica che permetteva alla città di proiettarsi sul proprio territorio o sull’intero ecumene è stata sostituita da una lettura che propone, in direzione opposta, di vedere i “fatti urbani nella prospettiva del loro territorio geografico”. L’autore articola il proprio discorso concentrandosi sull’analisi delle tecniche analitiche praticate da alcuni architetti su città e territori, delineando i rapporti tra la particolarità delle analisi di un fatto urbano e territoriale e la generalità del discorso teoretico sotteso. La produzione teorica, le diverse teorie ordinate nel discorso, non sono prese per costruirne un giudizio storico-critico, ma rappresentano tasselli utili alla composizione di un quadro programmatico per un rilancio dell’analisi urbana e territoriale nella prospettiva delle mutate condizioni storiche e sociali della città o di quella forma di insediamento che «continuiamo a chiamare città perché ancora non sappiamo dargli un nome».Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/1665257
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