Tra le prime opere autostradali intraprese in Italia (1956), fortemente voluta dalla Fiat, l’autostrada Torino-Savona ha prolungato il cantiere del suo completamento fino al 2001, quando la rete nazionale aveva ormai da tempo assunto la sua fisionomia. Un periodo di costruzione lunghissimo, che oggi ci offre attraverso i suoi 484 manufatti (con un loop autoavvolgente unico in Europa) una sorta di archeologia infrastrutturale, in cui si confrontano modelli costruttivi e idee di paesaggio in veloce mutamento. Le vicende dell’autostrada Torino-Savona sono, in fin dei conti, quelle delle autostrade italiane e del boom economico del dopoguerra. Essa consentì, a chi stava vivendo l’euforia della motorizzazione di massa, una nuova dimensione dello spazio e del tempo. Centinaia di migliaia di turisti si riversarono sulle spiagge con la loro vettura, scoprendo le vacanze e gli spostamenti individuali: la A6 ha rappresentato molto più che un’infrastruttura, assurgendo per ampie fasce di popolazione a metafora dell’estate. Introduzione di Antoine Picon
Inventare gli spostamenti. Storia e immagini dell’autostrada Torino-Savona/Inventing movement. History and images of the A6 Motorway / Bonino, Michele; Moraglio, M.. - STAMPA. - (2006), pp. 1-189.
Inventare gli spostamenti. Storia e immagini dell’autostrada Torino-Savona/Inventing movement. History and images of the A6 Motorway
BONINO, MICHELE;
2006
Abstract
Tra le prime opere autostradali intraprese in Italia (1956), fortemente voluta dalla Fiat, l’autostrada Torino-Savona ha prolungato il cantiere del suo completamento fino al 2001, quando la rete nazionale aveva ormai da tempo assunto la sua fisionomia. Un periodo di costruzione lunghissimo, che oggi ci offre attraverso i suoi 484 manufatti (con un loop autoavvolgente unico in Europa) una sorta di archeologia infrastrutturale, in cui si confrontano modelli costruttivi e idee di paesaggio in veloce mutamento. Le vicende dell’autostrada Torino-Savona sono, in fin dei conti, quelle delle autostrade italiane e del boom economico del dopoguerra. Essa consentì, a chi stava vivendo l’euforia della motorizzazione di massa, una nuova dimensione dello spazio e del tempo. Centinaia di migliaia di turisti si riversarono sulle spiagge con la loro vettura, scoprendo le vacanze e gli spostamenti individuali: la A6 ha rappresentato molto più che un’infrastruttura, assurgendo per ampie fasce di popolazione a metafora dell’estate. Introduzione di Antoine PiconPubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/1650110
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