Dopo la mostra dedicata a Placido Mossello (1835-1894), che è il capostipite di un’impresa specializzata nella decorazione, ci si concentra ora sulla figura del genero Carlo Musso (1863-1935). Con il matrimonio delle due figlie di Mossello, Romana e Luigia, con Secondo e Carlo Musso viene a consolidarsi una competenza notevole anche nella plastica ornamentale, che amplia il raggio d’azione della ditta. Come segnalato, l’estensione dell’abilità tecnica e artistica offre un programma decorativo totalizzante e rappresenta l’apice di quella imprenditoria a cavallo tra la vena artistica e la “maniera”, propria della seconda metà del XIX secolo. Le commesse – che chiudono con alcune opere di indubbio prestigio il servizio per la Real Casa e si aprono sempre più alle esigenze delle famiglie nobili e alto borghesi, come i Martini, gli Agnelli e i Raggio, nei palazzi in città, come nelle residenze di villeggiatura – confermano la continuità d’opera e l’importanza assunta dalla ditta. Placido aveva quindi aperto, con la sua attività, a una fortunata progenie (di adozione) di decoratori che si esprimono nelle ditte che da quella prima impresa familiare originano. Raffinati disegni conservati nel ricco archivio Musso Clemente, depositato presso DIST-APRi, documentano infatti l’attività di Carlo Musso, contitolare della ditta Fratelli Musso e Papotti (1886-1908) e poi titolare unico dell’impresa (1909-1936). Carlo, formato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, si conferma conoscitore di manuali e repertori di decorazione e ornato, e in cinquant’anni di attività firma carte che restituiscono un solido sapere tecnico, che dalla pratica di bottega si fa sostegno alla produzione di stucchi, gessi e pietra artificiale, imprimendo alla plastica ornamentale un indubbio avanzamento tra architettura e città. Al tempo stesso conferma l’estensione della rete di competenze (e di maestranze) che il progetto di decorazione richiama tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Carlo Musso. Plastica ornamentale e decorazione tra architettura e città / Bodrato, Enrica; Devoti, Chiara; Dutto, Esteve. - ELETTRONICO. - APRinMostra/2:(2025), pp. 1-262.
Carlo Musso. Plastica ornamentale e decorazione tra architettura e città
Bodrato, Enrica;Devoti, Chiara;Dutto, Esteve
2025
Abstract
Dopo la mostra dedicata a Placido Mossello (1835-1894), che è il capostipite di un’impresa specializzata nella decorazione, ci si concentra ora sulla figura del genero Carlo Musso (1863-1935). Con il matrimonio delle due figlie di Mossello, Romana e Luigia, con Secondo e Carlo Musso viene a consolidarsi una competenza notevole anche nella plastica ornamentale, che amplia il raggio d’azione della ditta. Come segnalato, l’estensione dell’abilità tecnica e artistica offre un programma decorativo totalizzante e rappresenta l’apice di quella imprenditoria a cavallo tra la vena artistica e la “maniera”, propria della seconda metà del XIX secolo. Le commesse – che chiudono con alcune opere di indubbio prestigio il servizio per la Real Casa e si aprono sempre più alle esigenze delle famiglie nobili e alto borghesi, come i Martini, gli Agnelli e i Raggio, nei palazzi in città, come nelle residenze di villeggiatura – confermano la continuità d’opera e l’importanza assunta dalla ditta. Placido aveva quindi aperto, con la sua attività, a una fortunata progenie (di adozione) di decoratori che si esprimono nelle ditte che da quella prima impresa familiare originano. Raffinati disegni conservati nel ricco archivio Musso Clemente, depositato presso DIST-APRi, documentano infatti l’attività di Carlo Musso, contitolare della ditta Fratelli Musso e Papotti (1886-1908) e poi titolare unico dell’impresa (1909-1936). Carlo, formato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, si conferma conoscitore di manuali e repertori di decorazione e ornato, e in cinquant’anni di attività firma carte che restituiscono un solido sapere tecnico, che dalla pratica di bottega si fa sostegno alla produzione di stucchi, gessi e pietra artificiale, imprimendo alla plastica ornamentale un indubbio avanzamento tra architettura e città. Al tempo stesso conferma l’estensione della rete di competenze (e di maestranze) che il progetto di decorazione richiama tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/3005645
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