A-mare sacro A-mare profano è il titolo del contributo multimediale realizzato per il Padiglione Italia (BIENNALE di Venezia 2025), coordinato da G. Salimei e dal titolo: Terræ Aquæ. L’Italia e l’Intelligenza del Mare. Inserito nelle "Sperimentazioni con l'uso di software di Intelligenza Artificiale", il video raccoglie suggestioni diverse della regione calabra: da un lato, il mare con i suoi 800 km di costa, luoghi oggi di un turismo spesso incontrollato; dall’altro l’entroterra, in molte parti spopolato, con i suoi antichi borghi e santuari, collegati da itinerari di pellegrinaggio che si snodano lungo sentieri difficili e impervi. Queste due facce della regione, che, ricordiamolo, è sia luogo d’incontro fra le dinamiche storiche mediterranee e quelle europee, sia terra di confine e di frontiera del mare nostrum, devono trovare un diverso dialogo d’incontro, che richiede, accanto alle grandi infrastrutture della mobilità, soluzioni capillari, articolate fra le coste e l’entroterra, capaci di interagire con delicatezza nei confronti di un territorio incompiuto e fragile. Un territorio da sempre caratterizzato da una forte mobilità idrogeologica, nonché antropologica: quella “disposizione all’inquietudine e al viaggio” che, segnata dalle migrazioni, ma anche dalla discesa degli abitanti dai paesi verso le marine, ha sempre confrontato fra loro sradicamento e stanzialità. Una “restanza” che per divenire produttiva dovrebbe trovare il proprio nucleo fondativo non nell’idea di identità, piuttosto in quella di “diventità”, che nel suo continuo mutare si definisce ogni volta in relazione all’alterità. In questo senso, il binomio terra-acqua, di cui le suggestioni riportate cercano di stabilire relazioni irrisolte fra le marine e l’entroterra, può essere interpretato come possibilità di un’integrazione in divenire fra partenze e arrivi, per creare luoghi da attraversare con la vocazione al cammino e all’interrogazione.

A-mare sacro A-mare profano. Restanza e 'diventità' nella Calabria del futuro: VIDEO realizzato per il Padiglione ITALIA dal titolo "TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’Intelligenza del mare", curatrice G. Salimei, alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva diretta da Carlo Ratti (10 maggio – 23 novembre 2025) / Gregory, Paola; Sorrentino, Antonio. - ELETTRONICO. - (2025).

A-mare sacro A-mare profano. Restanza e 'diventità' nella Calabria del futuro: VIDEO realizzato per il Padiglione ITALIA dal titolo "TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’Intelligenza del mare", curatrice G. Salimei, alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva diretta da Carlo Ratti (10 maggio – 23 novembre 2025).

Gregory, Paola;Sorrentino, Antonio
2025

Abstract

A-mare sacro A-mare profano è il titolo del contributo multimediale realizzato per il Padiglione Italia (BIENNALE di Venezia 2025), coordinato da G. Salimei e dal titolo: Terræ Aquæ. L’Italia e l’Intelligenza del Mare. Inserito nelle "Sperimentazioni con l'uso di software di Intelligenza Artificiale", il video raccoglie suggestioni diverse della regione calabra: da un lato, il mare con i suoi 800 km di costa, luoghi oggi di un turismo spesso incontrollato; dall’altro l’entroterra, in molte parti spopolato, con i suoi antichi borghi e santuari, collegati da itinerari di pellegrinaggio che si snodano lungo sentieri difficili e impervi. Queste due facce della regione, che, ricordiamolo, è sia luogo d’incontro fra le dinamiche storiche mediterranee e quelle europee, sia terra di confine e di frontiera del mare nostrum, devono trovare un diverso dialogo d’incontro, che richiede, accanto alle grandi infrastrutture della mobilità, soluzioni capillari, articolate fra le coste e l’entroterra, capaci di interagire con delicatezza nei confronti di un territorio incompiuto e fragile. Un territorio da sempre caratterizzato da una forte mobilità idrogeologica, nonché antropologica: quella “disposizione all’inquietudine e al viaggio” che, segnata dalle migrazioni, ma anche dalla discesa degli abitanti dai paesi verso le marine, ha sempre confrontato fra loro sradicamento e stanzialità. Una “restanza” che per divenire produttiva dovrebbe trovare il proprio nucleo fondativo non nell’idea di identità, piuttosto in quella di “diventità”, che nel suo continuo mutare si definisce ogni volta in relazione all’alterità. In questo senso, il binomio terra-acqua, di cui le suggestioni riportate cercano di stabilire relazioni irrisolte fra le marine e l’entroterra, può essere interpretato come possibilità di un’integrazione in divenire fra partenze e arrivi, per creare luoghi da attraversare con la vocazione al cammino e all’interrogazione.
2025
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