Il chiostro di Sant’Andrea della Porta a Genova rappresenta un caso emblematico di smontaggio e rimontaggio di un manufatto medievale: unico elemento superstite del monastero fondato nel XII secolo, fu smontato nel 1905 e ricollocato nel 1922. L’intervento fu reso necessario dal grande progetto di sbancamento del colle per favorire l’espansione urbana tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Il complesso religioso, sorto in un’area strategica nei pressi della Porta Soprana, aveva avuto un ruolo rilevante nella storia della città, grazie anche alla sua rapida ascesa economica nel XIII secolo, che portò all’urbanizzazione dei fondi circostanti. Al momento della demolizione, il monastero versava in condizioni di degrado, acuite dall’utilizzo come carcere imposto da un decreto imperiale del 1810. Diversamente, il chiostro si presentava ancora in buono stato conservativo. Grazie all’attenzione per la tutela del patrimonio e all’intervento di Alfredo d’Andrade, fu deciso di preservarlo integralmente. Il chiostro, a pianta rettangolare e colonnine binate, presenta capitelli scolpiti con motivi vegetali, scene bibliche e figure mostruose lungo i lati sud e ovest (XII secolo), mentre quelli a nord e a est sono riconducibili alla fine del Duecento. La sua attuale collocazione all’interno di uno spazio verde nel tessuto urbano contemporaneo restituisce alla cittadinanza un luogo di memoria, integrato nel paesaggio moderno come testimonianza storica e artistica.

Il chiostro romanico di Sant’Andrea a Genova: memoria e conservazione del paesaggio urbano / Panicco, Alessandra (ARCHITETTURA MEDIEVALE). - In: I chiostri nell’area mediterranea tra XI e XIII secolo. Architettura, archeologia, arte / Carannante A., Linguanti F.. - STAMPA. - [s.l] : All'insegna del giglio, 2024. - ISBN 978-88-9285-284-6. - pp. 418-429

Il chiostro romanico di Sant’Andrea a Genova: memoria e conservazione del paesaggio urbano

Panicco Alessandra
2024

Abstract

Il chiostro di Sant’Andrea della Porta a Genova rappresenta un caso emblematico di smontaggio e rimontaggio di un manufatto medievale: unico elemento superstite del monastero fondato nel XII secolo, fu smontato nel 1905 e ricollocato nel 1922. L’intervento fu reso necessario dal grande progetto di sbancamento del colle per favorire l’espansione urbana tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Il complesso religioso, sorto in un’area strategica nei pressi della Porta Soprana, aveva avuto un ruolo rilevante nella storia della città, grazie anche alla sua rapida ascesa economica nel XIII secolo, che portò all’urbanizzazione dei fondi circostanti. Al momento della demolizione, il monastero versava in condizioni di degrado, acuite dall’utilizzo come carcere imposto da un decreto imperiale del 1810. Diversamente, il chiostro si presentava ancora in buono stato conservativo. Grazie all’attenzione per la tutela del patrimonio e all’intervento di Alfredo d’Andrade, fu deciso di preservarlo integralmente. Il chiostro, a pianta rettangolare e colonnine binate, presenta capitelli scolpiti con motivi vegetali, scene bibliche e figure mostruose lungo i lati sud e ovest (XII secolo), mentre quelli a nord e a est sono riconducibili alla fine del Duecento. La sua attuale collocazione all’interno di uno spazio verde nel tessuto urbano contemporaneo restituisce alla cittadinanza un luogo di memoria, integrato nel paesaggio moderno come testimonianza storica e artistica.
2024
978-88-9285-284-6
9788892852853
I chiostri nell’area mediterranea tra XI e XIII secolo. Architettura, archeologia, arte
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