Le riflessioni alla base di questo contributo nascono da una serie di quesiti fondamentali: cosa si intende per cura? Cosa significa prendersi cura? In che modo il prendersi cura può evolversi da pratica individuale a imperativo etico e di responsabilità politica? Da questi interrogativi emerge la necessità di un ripensamento concettuale della cura, che vada oltre la sua dimensione assistenziale medico-sanitaria, per esplorarla come paradigma etico e morale. Attraverso proposte teoriche e applicazioni pratiche, la cura viene analizzata come principio contestuale e trasformativo per rigenerare 'città ferite'. Un caso emblematico è rappresentato dall’ex ospedale psichiatrico di Aversa, dove memoria e progettualità innovativa si intrecciano per creare nuove identità condivise. Qui, l’evoluzione del concetto di cura passa dalla ridefinizione del ruolo attivo del paziente e dal mutamento del paradigma di guarigione, in favore di un processo di autoguarigione fondato sulla coltivazione della cura: di sé, delle relazioni con le altre e della natura. Questo approccio si concretizza nei processi di rigenerazione urbana e comunitaria promossi da 'Fuori di Zucca'. La pratica della cura, intesa in una direzione biunivoca e fondata sulla reciprocità, si estende al Complesso della Maddalena. Questo luogo, segnato dal tempo e dalle vite dei suoi vecchi e nuovi abitanti, si configura come uno spazio di confine, oggi chiuso e difficilmente accessibile. Tuttavia, attraverso un coinvolgimento attivo del territorio, sia in termini spaziali che umani, si cerca di superare le barriere fisiche e sociali. In questo contesto, il concetto di porosità diventa fondamentale, permettendo alle relazioni tra luoghi e persone, interne ed esterne al complesso, di risuonare tra loro. L’idea di una cura 'a doppio binario' si delinea così nel rispetto dei propri limiti e di quelli delle altre, ma anche attraverso l’attenzione alla memoria del luogo e ai contesti socio-politici che lo attraversano, rendendolo un simbolo vivo di trasformazione e inclusione.
Oltre il muro. Memoria, cura e rigenerazione dell'ex ospedale psichiatrico "La Maddalena" / Di Lucchio, Caterina; Francioli, Valeria; Jactat, Eléonore; Pedilarco, Giulia - In: Ecologie plurali per la rigenerazione di territori urbani di scarto / Limongi G., Bocchino C., Tournilhac C., Vingelli F.. - ELETTRONICO. - Roma-Milano : Planum Publisher e Società Italiana degli Urbanisti, 2025. - ISBN 978-88-99237-80-6. - pp. 62-72
Oltre il muro. Memoria, cura e rigenerazione dell'ex ospedale psichiatrico "La Maddalena"
Di Lucchio, Caterina;Pedilarco, Giulia
2025
Abstract
Le riflessioni alla base di questo contributo nascono da una serie di quesiti fondamentali: cosa si intende per cura? Cosa significa prendersi cura? In che modo il prendersi cura può evolversi da pratica individuale a imperativo etico e di responsabilità politica? Da questi interrogativi emerge la necessità di un ripensamento concettuale della cura, che vada oltre la sua dimensione assistenziale medico-sanitaria, per esplorarla come paradigma etico e morale. Attraverso proposte teoriche e applicazioni pratiche, la cura viene analizzata come principio contestuale e trasformativo per rigenerare 'città ferite'. Un caso emblematico è rappresentato dall’ex ospedale psichiatrico di Aversa, dove memoria e progettualità innovativa si intrecciano per creare nuove identità condivise. Qui, l’evoluzione del concetto di cura passa dalla ridefinizione del ruolo attivo del paziente e dal mutamento del paradigma di guarigione, in favore di un processo di autoguarigione fondato sulla coltivazione della cura: di sé, delle relazioni con le altre e della natura. Questo approccio si concretizza nei processi di rigenerazione urbana e comunitaria promossi da 'Fuori di Zucca'. La pratica della cura, intesa in una direzione biunivoca e fondata sulla reciprocità, si estende al Complesso della Maddalena. Questo luogo, segnato dal tempo e dalle vite dei suoi vecchi e nuovi abitanti, si configura come uno spazio di confine, oggi chiuso e difficilmente accessibile. Tuttavia, attraverso un coinvolgimento attivo del territorio, sia in termini spaziali che umani, si cerca di superare le barriere fisiche e sociali. In questo contesto, il concetto di porosità diventa fondamentale, permettendo alle relazioni tra luoghi e persone, interne ed esterne al complesso, di risuonare tra loro. L’idea di una cura 'a doppio binario' si delinea così nel rispetto dei propri limiti e di quelli delle altre, ma anche attraverso l’attenzione alla memoria del luogo e ai contesti socio-politici che lo attraversano, rendendolo un simbolo vivo di trasformazione e inclusione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/3002421