Nella seconda metà del XVII secolo il duca di Savoia Carlo Emanuele II promuove un piano organico di sviluppo economico teso a incentivare commerci e manifatture nelle «bellissime e fertilissime» terre sabaude. In questo contesto si afferma l’industria della seta, tra i pochi settori in grado di competere nei mercati d’oltralpe divenendo asse portante dell’economia piemontese. Parallelamente, all’interno del complesso e articolato sistema di terreni, parchi e residenze suburbane, votate all’attività venatorie e di loisir, che andavano strutturando la «Corona di Delizie» attorno alla capitale, il duca decide di «completare l’anello costruendo la più nuova e bella di tutte le Venerie» nell’antico borgo di Altessano Superiore, acquisito nel 1564 dalla famiglia ducale e in seguito rinominato Venaria Reale. Nella lavorazione del filato, il passaggio da una tradizionale lavorazione di tipo domestico alla moderna produzione meccanizzata tramite mulini idraulici comporta la progettazione di edifici appositamente collocati nei pressi di corsi d’acqua dalle notevoli portate, in cui contenere le notevoli dimensioni dei nuovi macchinari così come gli spazi utili a ospitare il crescente numero di lavoratori. In questo contesto si afferma Giovanni Francesco Galleani, chiamato da Carlo Emanuele II nel 1670, per le sue conoscenze in campo economico e nella sericoltura, a erigere e dirigere la manifattura di Venaria, in cui installare i giganteschi «mulini da seta» azionati dall’acqua del canale demaniale del Ceronda.

Politiche sabaude tra innovazione tecnologica e disegno del territorio: il caso del setificio Galleani di Venaria Reale / Ferrari, Marco; Germani, Ester - In: Oltre la Cina. Trame di seta nel paesaggio europeo / Giusti M. A., Morillas-Alcázar J. M.. - STAMPA. - Firenze : Leo S. Olschki, 2024. - ISBN 9788822269737. - pp. 65-80

Politiche sabaude tra innovazione tecnologica e disegno del territorio: il caso del setificio Galleani di Venaria Reale

Ferrari, Marco;Germani, Ester
2024

Abstract

Nella seconda metà del XVII secolo il duca di Savoia Carlo Emanuele II promuove un piano organico di sviluppo economico teso a incentivare commerci e manifatture nelle «bellissime e fertilissime» terre sabaude. In questo contesto si afferma l’industria della seta, tra i pochi settori in grado di competere nei mercati d’oltralpe divenendo asse portante dell’economia piemontese. Parallelamente, all’interno del complesso e articolato sistema di terreni, parchi e residenze suburbane, votate all’attività venatorie e di loisir, che andavano strutturando la «Corona di Delizie» attorno alla capitale, il duca decide di «completare l’anello costruendo la più nuova e bella di tutte le Venerie» nell’antico borgo di Altessano Superiore, acquisito nel 1564 dalla famiglia ducale e in seguito rinominato Venaria Reale. Nella lavorazione del filato, il passaggio da una tradizionale lavorazione di tipo domestico alla moderna produzione meccanizzata tramite mulini idraulici comporta la progettazione di edifici appositamente collocati nei pressi di corsi d’acqua dalle notevoli portate, in cui contenere le notevoli dimensioni dei nuovi macchinari così come gli spazi utili a ospitare il crescente numero di lavoratori. In questo contesto si afferma Giovanni Francesco Galleani, chiamato da Carlo Emanuele II nel 1670, per le sue conoscenze in campo economico e nella sericoltura, a erigere e dirigere la manifattura di Venaria, in cui installare i giganteschi «mulini da seta» azionati dall’acqua del canale demaniale del Ceronda.
2024
9788822269737
Oltre la Cina. Trame di seta nel paesaggio europeo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2998305