Il saggio riguarda un'importante architettura residenziale torinese dei primi decenni del Novecento, sino ad oggi completamente inedita nell'ambito della letteratura storico-architettonica, e di cui si era persa memoria anche in termini di artefici e progettisti. Si tratta dell'imponente palazzina della famiglia di industriali Diatto e Ferraris, tra i protagonisti della prima era automobilistica torinese, costruita sulle aree di espansione tardo-ottocentesche della città, a sud della seconda piazza d'Armi. Per realizzare l'opera di notevolissime dimensioni e altrettante ambizioni decorative, lo stesso committente Dante Ferraris, laureato in ingegneria industriale presso la Regia Scuola di Applicazione degli Ingegneri subalpina, si mette all'opera nella definizione del progetto architettonico, coadiuvato da una vasta schiera di tecnici, decoratori e artigiani. Nel quadro di un eclettico gusto decorativo, principalmente neorinascimentale fiorentino, spiccano gli inserimenti di manufatti di varia provenienza, come le ceramiche neorobbiane che ora sono stati ricondotte alla manifattura Cantalupi di Firenze, ma anche gli interventi di allestimento dell'importante atelier di decorazione torinese Musso e Clemente.
Palazzo Ferraris-Diatto: architettura e decorazione / Volpiano, Mauro - In: I luoghi dell'innovazione a Torino: Palazzo Ferraris-Diatto / Roccella, Graziella. - STAMPA. - [s.l] : Planet Smart City, 2023. - ISBN 9791221048537. - pp. 70-93
Palazzo Ferraris-Diatto: architettura e decorazione
Volpiano, Mauro
2023
Abstract
Il saggio riguarda un'importante architettura residenziale torinese dei primi decenni del Novecento, sino ad oggi completamente inedita nell'ambito della letteratura storico-architettonica, e di cui si era persa memoria anche in termini di artefici e progettisti. Si tratta dell'imponente palazzina della famiglia di industriali Diatto e Ferraris, tra i protagonisti della prima era automobilistica torinese, costruita sulle aree di espansione tardo-ottocentesche della città, a sud della seconda piazza d'Armi. Per realizzare l'opera di notevolissime dimensioni e altrettante ambizioni decorative, lo stesso committente Dante Ferraris, laureato in ingegneria industriale presso la Regia Scuola di Applicazione degli Ingegneri subalpina, si mette all'opera nella definizione del progetto architettonico, coadiuvato da una vasta schiera di tecnici, decoratori e artigiani. Nel quadro di un eclettico gusto decorativo, principalmente neorinascimentale fiorentino, spiccano gli inserimenti di manufatti di varia provenienza, come le ceramiche neorobbiane che ora sono stati ricondotte alla manifattura Cantalupi di Firenze, ma anche gli interventi di allestimento dell'importante atelier di decorazione torinese Musso e Clemente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2996535