Una vista attuale zenitale “fotografa” una netta separazione tra città e cittadella, amplificata dalla presenza del fiume. Per quasi tutto il XX secolo, e anche prima, questa separazione “fisica” si è riverberata anche nelle diverse funzioni, civili e militari, e nelle differenti proprietà ed enti competenti, che ne hanno gestito le sorti in maniera indipendente. Il progetto della cittadella nasce “dalle ceneri” di un quartiere della città che sin dalla sua origine si dipana su entrambe le rive del Tanaro: il progetto bertoliano cancella una parte della città, ponendosi sin da subito in un rapporto conflittuale con la città civile, mutilata e costretta a una ristrutturazione del tessuto urbano. La cittadella vive in funzione della città e del fiume ai quali deve la sua localizzazione, pur essendo totalmente avulsa e estrusa. Per tutto il Settecento questa divisione, fisica e funzionale, permane: la cittadella vigila sulla città, ma soprattutto su un territorio ben più vasto; difende i confini del regno a sud- est, si pone (e così verrà intesa più tardi da Napoleone) quale testa di ponte nei confronti della penisola. Spesso le carte militari non rappresentano il tessuto urbano alessandrino; i documenti civili non delineano mai la cittadella nel dettaglio. Sarà proprio il periodo napoleonico a rivedere, almeno sulla carta, il legame (mancato?) tra città e cittadella: quest’ultima verrà potenziata in quanto ritenuta strategica, ma non manca un progetto di trasformazione di città e cittadella in una unica immensa piazzaforte, mentre Napoleone esplicita in un suo proclama il desiderio di fondare una nuova città a Marengo dove trasferire tutti gli alessandrini. Nel sogno napoleonico, città e cittadella sono finalmente unite, almeno sulla carta, in una unica funzione strategico-militare.
Cittadella vs città: storia di una difficile convivenza / Dameri, A - In: La Cittadella di Alessandria "faro" di pace in Europa: conoscenza, conservazione, valorizzazione / Marotta A., Netti R.. - STAMPA. - Roma : Aracne, 2023. - ISBN 979-12-218-1076-9. - pp. 293-300
Cittadella vs città: storia di una difficile convivenza
Dameri A
2023
Abstract
Una vista attuale zenitale “fotografa” una netta separazione tra città e cittadella, amplificata dalla presenza del fiume. Per quasi tutto il XX secolo, e anche prima, questa separazione “fisica” si è riverberata anche nelle diverse funzioni, civili e militari, e nelle differenti proprietà ed enti competenti, che ne hanno gestito le sorti in maniera indipendente. Il progetto della cittadella nasce “dalle ceneri” di un quartiere della città che sin dalla sua origine si dipana su entrambe le rive del Tanaro: il progetto bertoliano cancella una parte della città, ponendosi sin da subito in un rapporto conflittuale con la città civile, mutilata e costretta a una ristrutturazione del tessuto urbano. La cittadella vive in funzione della città e del fiume ai quali deve la sua localizzazione, pur essendo totalmente avulsa e estrusa. Per tutto il Settecento questa divisione, fisica e funzionale, permane: la cittadella vigila sulla città, ma soprattutto su un territorio ben più vasto; difende i confini del regno a sud- est, si pone (e così verrà intesa più tardi da Napoleone) quale testa di ponte nei confronti della penisola. Spesso le carte militari non rappresentano il tessuto urbano alessandrino; i documenti civili non delineano mai la cittadella nel dettaglio. Sarà proprio il periodo napoleonico a rivedere, almeno sulla carta, il legame (mancato?) tra città e cittadella: quest’ultima verrà potenziata in quanto ritenuta strategica, ma non manca un progetto di trasformazione di città e cittadella in una unica immensa piazzaforte, mentre Napoleone esplicita in un suo proclama il desiderio di fondare una nuova città a Marengo dove trasferire tutti gli alessandrini. Nel sogno napoleonico, città e cittadella sono finalmente unite, almeno sulla carta, in una unica funzione strategico-militare.File | Dimensione | Formato | |
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