La città di Napoli – e il Sud in generale – è da alcuni anni oggetto di una sorta di rivalutazione mediatica e culturale, con un crescente interesse internazionale per la sua storia e il suo folklore che sembra fortificare sia un revival neoborbonico sia una “costruzione coloniale dell’idea di Mezzogiorno” (Conelli, 2022). Ma è Napoli che cambia o è piuttosto un certo immaginario culturale della città che si sta concependo e producendo dall’esterno? Con il superturismo, lo scudetto, le produzioni musicali e televisive in voga, risulta sempre più indispensabile riuscire a problematizzare le recenti trasformazioni tanto sociali quanto urbane che investono la città. Tra le istituzioni locali e le numerose ricercatrici impegnate in questa prospettiva, si posiziona anche la direzione del Madre di Eva Fabbris che, con “Il resto di niente”, tenta di consolidare un filone già in parte promosso dal museo nell’ultimo anno.
“Il resto di niente” Museo MADRE, Napoli / Riviezzo, Aurora. - ELETTRONICO. - (2024).
“Il resto di niente” Museo MADRE, Napoli
Riviezzo, Aurora
2024
Abstract
La città di Napoli – e il Sud in generale – è da alcuni anni oggetto di una sorta di rivalutazione mediatica e culturale, con un crescente interesse internazionale per la sua storia e il suo folklore che sembra fortificare sia un revival neoborbonico sia una “costruzione coloniale dell’idea di Mezzogiorno” (Conelli, 2022). Ma è Napoli che cambia o è piuttosto un certo immaginario culturale della città che si sta concependo e producendo dall’esterno? Con il superturismo, lo scudetto, le produzioni musicali e televisive in voga, risulta sempre più indispensabile riuscire a problematizzare le recenti trasformazioni tanto sociali quanto urbane che investono la città. Tra le istituzioni locali e le numerose ricercatrici impegnate in questa prospettiva, si posiziona anche la direzione del Madre di Eva Fabbris che, con “Il resto di niente”, tenta di consolidare un filone già in parte promosso dal museo nell’ultimo anno.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2990635