Torino nel corso degli anni ha dovuto affrontare diverse sfide che hanno influito a vario titolo sulla dimensione dell’abitare in questa città. Dapprima nel ripensare la sua immagine e la sua economia a seguito della crisi del settore manifatturiero e la conseguente necessità di riconvertire l’ampio patrimonio di aree dismesse, eredità del suo passato “ingombrante” di one company town (Bagnasco, 1986). Successivamente nel contrastare i pesanti effetti della crisi economico-finanziaria del 2007-2008, che da un lato ha portato all’acuirsi della polarizzazione sociale e territoriale tra aree della città e dall’altro ha imposto – a Torino come altrove – profondi ridimensionamenti di bilancio alle politiche di welfare locale. Infine, la crisi pandemica, che ha avuto un profondo impatto sociale, specie sulle fasce più fragili della popolazione. In questo complesso scenario, “abitare Torino” risulta difficile per un gran numero di soggetti: da chi è in condizione di estrema povertà e disagio alle situazioni meno critiche, ma non meno pressanti, come i giovani che fanno fatica a rendersi indipendenti dal punto di vista abitativo e gli studenti universitari alle prese con il caro-affitti. Possibili parziali risposte a queste molteplici sfide si sono susseguite, e talvolta sommate tra loro, sono arrivate spesso da politiche e pratiche innovative nel campo dell’abitare che la città e i suoi attori locali hanno saputo mettere in atto per dare una risposta a questo tema cruciale nei processi di riproduzione o riduzione delle disuguaglianze sociali (Brandolini, Saraceno, 2007; Molinari, 2021). In tal senso questo contributo intende analizzare la questione dell’abitare a Torino e riflettere sulle sperimentazioni nel campo delle politiche e delle pratiche portate avanti da diversi soggetti (pubblici, privati e della società civile) all’interno del contesto torinese, utilizzando la lente d’osservazione dell’innovazione sociale. L’innovazione sociale ha infatti una dimensione territoriale chiaramente esplicitata che è diretta conseguenza delle specifiche potenzialità e risorse di un dato luogo. In altre parole, seguendo le teorie sull’innovazione sociale (si vedano ad esempio: Moulaert et al., 2010; 2013; Vicari Haddock, Mingione, 2017; Bragaglia, 2021), con politiche e pratiche innovative si intendono quelle soluzioni – strettamente place-based – in grado di dare risposta a uno o più bisogni insoddisfatti, di modificare le relazioni socio-spaziali tra gli attori coinvolti e di avere un effetto sull’empowerment degli individui, che non sono visti semplicemente come beneficiari passivi di interventi per l’abitare, ma come parte integrante del cambiamento.
Abitare Torino. Temi aperti e innovazioni nelle politiche e nelle pratiche abitative / Bragaglia, Francesca - In: Abitare contemporaneo. Un viaggio nell'housing sociale in Italia / Michelangelo Savino; Lorenza Perini. - STAMPA. - Milano : Franco Angeli, 2023. - ISBN 8835147565. - pp. 123-135
Abitare Torino. Temi aperti e innovazioni nelle politiche e nelle pratiche abitative
Francesca Bragaglia
2023
Abstract
Torino nel corso degli anni ha dovuto affrontare diverse sfide che hanno influito a vario titolo sulla dimensione dell’abitare in questa città. Dapprima nel ripensare la sua immagine e la sua economia a seguito della crisi del settore manifatturiero e la conseguente necessità di riconvertire l’ampio patrimonio di aree dismesse, eredità del suo passato “ingombrante” di one company town (Bagnasco, 1986). Successivamente nel contrastare i pesanti effetti della crisi economico-finanziaria del 2007-2008, che da un lato ha portato all’acuirsi della polarizzazione sociale e territoriale tra aree della città e dall’altro ha imposto – a Torino come altrove – profondi ridimensionamenti di bilancio alle politiche di welfare locale. Infine, la crisi pandemica, che ha avuto un profondo impatto sociale, specie sulle fasce più fragili della popolazione. In questo complesso scenario, “abitare Torino” risulta difficile per un gran numero di soggetti: da chi è in condizione di estrema povertà e disagio alle situazioni meno critiche, ma non meno pressanti, come i giovani che fanno fatica a rendersi indipendenti dal punto di vista abitativo e gli studenti universitari alle prese con il caro-affitti. Possibili parziali risposte a queste molteplici sfide si sono susseguite, e talvolta sommate tra loro, sono arrivate spesso da politiche e pratiche innovative nel campo dell’abitare che la città e i suoi attori locali hanno saputo mettere in atto per dare una risposta a questo tema cruciale nei processi di riproduzione o riduzione delle disuguaglianze sociali (Brandolini, Saraceno, 2007; Molinari, 2021). In tal senso questo contributo intende analizzare la questione dell’abitare a Torino e riflettere sulle sperimentazioni nel campo delle politiche e delle pratiche portate avanti da diversi soggetti (pubblici, privati e della società civile) all’interno del contesto torinese, utilizzando la lente d’osservazione dell’innovazione sociale. L’innovazione sociale ha infatti una dimensione territoriale chiaramente esplicitata che è diretta conseguenza delle specifiche potenzialità e risorse di un dato luogo. In altre parole, seguendo le teorie sull’innovazione sociale (si vedano ad esempio: Moulaert et al., 2010; 2013; Vicari Haddock, Mingione, 2017; Bragaglia, 2021), con politiche e pratiche innovative si intendono quelle soluzioni – strettamente place-based – in grado di dare risposta a uno o più bisogni insoddisfatti, di modificare le relazioni socio-spaziali tra gli attori coinvolti e di avere un effetto sull’empowerment degli individui, che non sono visti semplicemente come beneficiari passivi di interventi per l’abitare, ma come parte integrante del cambiamento.File | Dimensione | Formato | |
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