Per garantire una presa in carico efficace dei pazienti e dei cittadini in risposta ai loro bisogni sociali e sanitari, è necessario un approccio integrato, basato sulla prossimità e la continuità delle cure, fornite da team multi-professionali in rete. Gli operatori e i servizi sul territorio sono determinanti per offrire alla comunità un punto di accesso unificato, nel quale professionisti di diverse aree collaborino insieme. I cambiamenti demografici legati all’invecchiamento della popolazione, la prevalenza delle patologie croniche, la pandemia e l’emergenza, costituiscono l’attuale quadro di riferimento per la riorganizzazione dei servizi e della città. La pandemia ha evidenziato da un lato che il ridisegno della rete ospedaliera nella nostra Regione si poteva definire completato, dall’altro che la riforma della rete territoriale era stata realizzata solo parzialmente: l'integrazione delle diverse professionalità del territorio, sia sanitarie che sociali, si è dimostrata un’operazione complessa. Al contempo, sono stati evidenziati i punti di forza e di debolezza del Servizio Sanitario Nazionale, con risposte differenti per ogni regione. In Piemonte la rete ospedaliera e quella territoriale hanno presentato alcune criticità, soprattutto iniziali. Nelle prime fasi della pandemia, infatti, la rete territoriale non è riuscita appieno ad esercitare il proprio ruolo di filtro alle ospedalizzazioni, gravando sulla rete ospedaliera. La pandemia ha quindi confermato e messo in evidenza la necessità di riaffermare i principi di universalità, uguaglianza ed equità del Servizio Sanitario ed ha enfatizzato la necessità di cambiare prospettiva nel ripensare alla rete territoriale, integrata con le altre reti sanitarie e sociali in un approccio multidisciplinare, per renderla più vicina alla popolazione e dove trovino spazio la promozione della salute, la prevenzione, la presa in carico della persona e la medicina proattiva. L’occasione per riscontrare tali necessità l’ha offerta il Recovery Fund, con le riforme avviate a livello europeo e nazionale, che hanno lanciato nuove sfide ed opportunità. A partire da maggio 2020, infatti, in piena pandemia, l’Europa ha messo in atto lo strumento della Next Generation EU, che ha portato alla definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). All’interno del PNRR, la Missione 6 Salute prevede il potenziamento e il rafforzamento dei servizi sanitari e socio-sanitari, medicina domiciliare, digitalizzazione ed innovazione, anche attraverso il nuovo disegno della rete di prossimità. Nel corso del 2021 e del 2022 sono state programmate le risorse a livello nazionale e regionale. La Regione Piemonte ha programmato la realizzazione di 91 case di comunità (82 con fondi PNRR e 9 con altri fondi o PPP), 43 COT e 30 ospedali di comunità (27 con fondi PNRR e 3 con altri fondi o PPP). L’occasione offerta dal PNRR e la sfida che ne consegue potrà portare ad un disegno della rete sanitaria territoriale più moderna e vicina alle esigenze dei cittadini. A inizio 2022, all’interno di questo contesto, proprio mentre la Regione Piemonte stava appro-vando la programmazione delle strutture di prossimità ed intermedie, e nell’ottica di un accom-pagnamento di questa stessa programmazione, IRES Piemonte e DIST (Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio del Politecnico e dell’Università di Torino) condivi-devano un progetto di ricerca sui criteri e le pratiche per la co-progettazione degli spazi per i servizi socio-sanitari territoriali della rete di prossimità, con applicazioni al territorio della Regione Piemonte e con particolare attenzione alle Case della Comunità (CdC). Il progetto di ricerca, condiviso con Regione Piemonte, ha l’obiettivo di fornire ai soggetti inte-ressati una serie di casi studio internazionali di centri sanitari comunitari per la medicina di base, puntualmente descritti nelle schede del Capitolo 4, che possano servire come guida per la con-cezione delle strutture di prossimità per la rete territoriale socio-sanitaria piemontese, intese come luoghi dove si incontrano le varie sfere della vita della comunità, da quella sanitaria a quella sociale. L’esigenza di riformare la rete territoriale attraverso le strutture di prossimità, porta a cambia-menti che riguardano non solo la sfera organizzativa, ma anche quella urbanistica, ambientale, edilizia e funzionale. Pensando all’organizzazione della rete costituita da strutture di CdC Hub e Spoke, alcune caratteristiche fisiche identificative delle strutture possono rispecchiare la loro funzione agli occhi del cittadino e diventare quindi punti di riferimento per la comunità. Le esigenze organizzative di multidisciplinarità e di approccio sistemico si traducono anche in esigenze di spazi e funzioni a servizio degli operatori, dei pazienti e delle persone che si rivolgono alla struttura. Tali esigenze si esplicitano anche attraverso lo studio di layout, che rispondano alle nuove relazioni tra le diverse aree funzionali, connesse e interconnesse fra di loro, senza lasciare in secondo piano le esigenze di privacy e con i caratteri della flessibilità e dell’adattabilità come punti cardine della nuova spazialità.

NUOVE VISIONI PER I LUOGHI DELLA SALUTE - Verso le Case della Comunità - Possibili metamorfosi delle strutture socio-sanitarie territoriali / Perino, Giovanna; Sileno, Luisa; Pollo, Riccardo; Biolchini, Elisa; Pejovic, Anja. - ELETTRONICO. - (2023), pp. 1-193.

NUOVE VISIONI PER I LUOGHI DELLA SALUTE - Verso le Case della Comunità - Possibili metamorfosi delle strutture socio-sanitarie territoriali

Pollo Riccardo;Elisa Biolchini;Anja Pejovic
2023

Abstract

Per garantire una presa in carico efficace dei pazienti e dei cittadini in risposta ai loro bisogni sociali e sanitari, è necessario un approccio integrato, basato sulla prossimità e la continuità delle cure, fornite da team multi-professionali in rete. Gli operatori e i servizi sul territorio sono determinanti per offrire alla comunità un punto di accesso unificato, nel quale professionisti di diverse aree collaborino insieme. I cambiamenti demografici legati all’invecchiamento della popolazione, la prevalenza delle patologie croniche, la pandemia e l’emergenza, costituiscono l’attuale quadro di riferimento per la riorganizzazione dei servizi e della città. La pandemia ha evidenziato da un lato che il ridisegno della rete ospedaliera nella nostra Regione si poteva definire completato, dall’altro che la riforma della rete territoriale era stata realizzata solo parzialmente: l'integrazione delle diverse professionalità del territorio, sia sanitarie che sociali, si è dimostrata un’operazione complessa. Al contempo, sono stati evidenziati i punti di forza e di debolezza del Servizio Sanitario Nazionale, con risposte differenti per ogni regione. In Piemonte la rete ospedaliera e quella territoriale hanno presentato alcune criticità, soprattutto iniziali. Nelle prime fasi della pandemia, infatti, la rete territoriale non è riuscita appieno ad esercitare il proprio ruolo di filtro alle ospedalizzazioni, gravando sulla rete ospedaliera. La pandemia ha quindi confermato e messo in evidenza la necessità di riaffermare i principi di universalità, uguaglianza ed equità del Servizio Sanitario ed ha enfatizzato la necessità di cambiare prospettiva nel ripensare alla rete territoriale, integrata con le altre reti sanitarie e sociali in un approccio multidisciplinare, per renderla più vicina alla popolazione e dove trovino spazio la promozione della salute, la prevenzione, la presa in carico della persona e la medicina proattiva. L’occasione per riscontrare tali necessità l’ha offerta il Recovery Fund, con le riforme avviate a livello europeo e nazionale, che hanno lanciato nuove sfide ed opportunità. A partire da maggio 2020, infatti, in piena pandemia, l’Europa ha messo in atto lo strumento della Next Generation EU, che ha portato alla definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). All’interno del PNRR, la Missione 6 Salute prevede il potenziamento e il rafforzamento dei servizi sanitari e socio-sanitari, medicina domiciliare, digitalizzazione ed innovazione, anche attraverso il nuovo disegno della rete di prossimità. Nel corso del 2021 e del 2022 sono state programmate le risorse a livello nazionale e regionale. La Regione Piemonte ha programmato la realizzazione di 91 case di comunità (82 con fondi PNRR e 9 con altri fondi o PPP), 43 COT e 30 ospedali di comunità (27 con fondi PNRR e 3 con altri fondi o PPP). L’occasione offerta dal PNRR e la sfida che ne consegue potrà portare ad un disegno della rete sanitaria territoriale più moderna e vicina alle esigenze dei cittadini. A inizio 2022, all’interno di questo contesto, proprio mentre la Regione Piemonte stava appro-vando la programmazione delle strutture di prossimità ed intermedie, e nell’ottica di un accom-pagnamento di questa stessa programmazione, IRES Piemonte e DIST (Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio del Politecnico e dell’Università di Torino) condivi-devano un progetto di ricerca sui criteri e le pratiche per la co-progettazione degli spazi per i servizi socio-sanitari territoriali della rete di prossimità, con applicazioni al territorio della Regione Piemonte e con particolare attenzione alle Case della Comunità (CdC). Il progetto di ricerca, condiviso con Regione Piemonte, ha l’obiettivo di fornire ai soggetti inte-ressati una serie di casi studio internazionali di centri sanitari comunitari per la medicina di base, puntualmente descritti nelle schede del Capitolo 4, che possano servire come guida per la con-cezione delle strutture di prossimità per la rete territoriale socio-sanitaria piemontese, intese come luoghi dove si incontrano le varie sfere della vita della comunità, da quella sanitaria a quella sociale. L’esigenza di riformare la rete territoriale attraverso le strutture di prossimità, porta a cambia-menti che riguardano non solo la sfera organizzativa, ma anche quella urbanistica, ambientale, edilizia e funzionale. Pensando all’organizzazione della rete costituita da strutture di CdC Hub e Spoke, alcune caratteristiche fisiche identificative delle strutture possono rispecchiare la loro funzione agli occhi del cittadino e diventare quindi punti di riferimento per la comunità. Le esigenze organizzative di multidisciplinarità e di approccio sistemico si traducono anche in esigenze di spazi e funzioni a servizio degli operatori, dei pazienti e delle persone che si rivolgono alla struttura. Tali esigenze si esplicitano anche attraverso lo studio di layout, che rispondano alle nuove relazioni tra le diverse aree funzionali, connesse e interconnesse fra di loro, senza lasciare in secondo piano le esigenze di privacy e con i caratteri della flessibilità e dell’adattabilità come punti cardine della nuova spazialità.
2023
9788896713716
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2981563