Perché il viaggio? Mettersi in viaggio, significa saper modificare la propria rotta e accettare le incognite, aprirsi all’alterità e, attraverso le situazioni che si presentano, sapersi adattare alle contingenze che, nel caso specifico di un laboratorio di teoria, dal lato del docente, risiedono nelle risposte degli studenti alle tappe intermedie, al percorso cognitivo di ciascuno di loro, allo stato d’animo con cui affrontano le incognite del cammino. E poiché il viaggiatore deve sapersi predisporre all’incontro e aprirsi all’ignoto, è in questa capacità di continuo adattamento reciproco che il viaggio può dare risultati positivi, seminando attenzione, curiosità, persino passione nell’accogliere il movimento continuo che, modificando il punto di vista, lo trasforma gradualmente. Attraverso il viaggio all'interno delle diverse teorie progettuali sviluppate dagli architetti contemporanei, gli studenti hanno "abitato l'intermezzo", si sono "esposti alla scoperta" per poi "tornare", ritrovando con una nuova consapevolezza il luogo dal quale erano partiti. Non si dà viaggio, infatti, senza il ricongiungimento a Itaca, che conferisce senso allo spostamento. Al ritorno i frammenti si affastellano. La compulsione dei documenti raccolti può incrementarsi di una narrazione e sappiamo che raccontare equivale a organizzare. Nella narrazione la memoria prende in prestito dei percorsi, che come corde si intrecciano e si fissano: gradualmente ciò che era duttile e malleabile trova una sua possibile sintesi e solidificazione.
Viaggiare attraverso le teorie / Gregory, Paola - In: Praticare la teoria. Riflessioni sulla pedagogia della progettazione architettonica / Di Renzo A., Giaccone E., Gribling S., Lucarini C.. - STAMPA. - Torino : Accademia University Press, 2022. - ISBN 9791255000143. - pp. 165-175
Viaggiare attraverso le teorie
Gregory
2022
Abstract
Perché il viaggio? Mettersi in viaggio, significa saper modificare la propria rotta e accettare le incognite, aprirsi all’alterità e, attraverso le situazioni che si presentano, sapersi adattare alle contingenze che, nel caso specifico di un laboratorio di teoria, dal lato del docente, risiedono nelle risposte degli studenti alle tappe intermedie, al percorso cognitivo di ciascuno di loro, allo stato d’animo con cui affrontano le incognite del cammino. E poiché il viaggiatore deve sapersi predisporre all’incontro e aprirsi all’ignoto, è in questa capacità di continuo adattamento reciproco che il viaggio può dare risultati positivi, seminando attenzione, curiosità, persino passione nell’accogliere il movimento continuo che, modificando il punto di vista, lo trasforma gradualmente. Attraverso il viaggio all'interno delle diverse teorie progettuali sviluppate dagli architetti contemporanei, gli studenti hanno "abitato l'intermezzo", si sono "esposti alla scoperta" per poi "tornare", ritrovando con una nuova consapevolezza il luogo dal quale erano partiti. Non si dà viaggio, infatti, senza il ricongiungimento a Itaca, che conferisce senso allo spostamento. Al ritorno i frammenti si affastellano. La compulsione dei documenti raccolti può incrementarsi di una narrazione e sappiamo che raccontare equivale a organizzare. Nella narrazione la memoria prende in prestito dei percorsi, che come corde si intrecciano e si fissano: gradualmente ciò che era duttile e malleabile trova una sua possibile sintesi e solidificazione.File | Dimensione | Formato | |
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