Fare ricerca dentro un Politecnico e vestire i panni dell'architetto significa inevitabilmente vivere l'esperienza di questa coazione al «sempre-nuovo», per lo più nei termini di una mobilitazione che si produce attraverso i dispositivi istituzionali universitari. La «macchinazione», in questo caso, rende efficaci un insieme di principi (quali l'eccellenza, la produttività, l'autorevolezza) facendo emergere criteri di misura e procedure di valutazione, che assumono l'innovazione come fondamento del valore della ricerca. Presi da questa necessità, possiamo da un lato tentare uno scarto, riconoscendo che non tutto è novum e vi è un resto irriducibile, che ha a che fare con le decisioni e i fini; ma dall'altro dobbiamo rassegnarci a rispondere a un'attesa di progresso che investe gli strumenti e i modelli dell'azione progettuale architettonica. L’innovazione, come minimo, riguarderà tutto ciò che può essere preso in carico dall’automa, ovvero da quella parte di attività passibile di ripetizioni, routine e calcolo. Il resto invece pertiene agli atti contingenti, alle scelte che marcano il momento dello sguardo, il tempo di decidere e quello di concludere, per usare le scansioni che leggiamo nell’apologo dei tre prigionieri
Ragione progettuale in pratica / Armando, Alessandro; Durbiano, Giovanni - In: Critica della ragione progettuale / Armando, A., Durbiano, G.. - STAMPA. - Bologna : Il Mulino, 2023. - ISBN 9788815383020. - pp. 111-160
Ragione progettuale in pratica
Armando Alessandro;Durbiano Giovanni
2023
Abstract
Fare ricerca dentro un Politecnico e vestire i panni dell'architetto significa inevitabilmente vivere l'esperienza di questa coazione al «sempre-nuovo», per lo più nei termini di una mobilitazione che si produce attraverso i dispositivi istituzionali universitari. La «macchinazione», in questo caso, rende efficaci un insieme di principi (quali l'eccellenza, la produttività, l'autorevolezza) facendo emergere criteri di misura e procedure di valutazione, che assumono l'innovazione come fondamento del valore della ricerca. Presi da questa necessità, possiamo da un lato tentare uno scarto, riconoscendo che non tutto è novum e vi è un resto irriducibile, che ha a che fare con le decisioni e i fini; ma dall'altro dobbiamo rassegnarci a rispondere a un'attesa di progresso che investe gli strumenti e i modelli dell'azione progettuale architettonica. L’innovazione, come minimo, riguarderà tutto ciò che può essere preso in carico dall’automa, ovvero da quella parte di attività passibile di ripetizioni, routine e calcolo. Il resto invece pertiene agli atti contingenti, alle scelte che marcano il momento dello sguardo, il tempo di decidere e quello di concludere, per usare le scansioni che leggiamo nell’apologo dei tre prigionieriFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2971171