Lo Stato, la Città e la Chiesa. Progetti degli ingegneri del Duca di Savoia tra Cinquecento e Seicento,

E la patente della reggente del ducato di Savoia Margherita di Valois a proibire, nel 1566, la possibilità di costruire in Torino senza espressa licenza sovrana. Prino provvedimento teso a normare l'attività edilizia cittadina, si pone come primo punto per leggere la relazione tra Stato, Città e Chiesa in un costante alternarsi, tra Cinquecento e Seicento, di esiti costruiti. Scegliendo i cantieri della chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini, di mano di Giacomo Soldati e di Ascanio Vitozzi, della chiesa dell'Arciconfraternita della Ss. Trinità, nei primi lavori vitozziani e la chiesa del Corpus Domini, dove pure lavora il celebre ingegnere, emerge forte la figura di un mediatore, primo è lo stesso Vitozzi, tecnico capaci di scrivere un dialogo intrecciando abilmente le voci della corte e del potere centrale, della Municipalità e del potere locale e della Chiesa, nel suo declinarsi tra parole e progetti che costruiscono fabbriche dal disegno utile a discutere il rapporto tra le istituzioni e il conseguente disegno della Città, vecchia e di nuova espansione.