La grande impresa del Theatrum Sabaudiae rappresenta il punto d’arrivo di una ben precisa politica sabauda di esaltazione dinastica e di raffigurazione dei propri stati quale prova della legittimità del loro governo, seguendo il noto paradigma secondo cui "si rappresenta per dimostrare il controllo territoriale". Se il grande disegno si compie con Carlo Emanuele II, sono tuttavia la vedova Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, seconda Reggente, e poi il figlio Vittorio Amedeo II, il grande riformatore dello Stato, sotto il quale si opererà il passaggio da Ducato a Regno, a raccogliere i frutti di questo straordinario "teatro delle terre". Non solo, quindi, immaginifica rappresentazione delle terre (Firpo), ma raffigurazione cartografica – e i due tomi di cui è composta l’opera si aprono con la rappresentazione dell’"al di qua" e dell’“al di là” del plesso alpino, le due parti fondamentali di quello Stato "tenuto in aperta sfida alla geografia" (Symcox) – dei propri possedimenti, raccolta di vedute a volo d’uccello di città e contadi, di residenze di loisir, di baluardi territoriali. Una raffigurazione che si fa ancora più pregnante laddove, per le motivazioni più disparate, la grande operazione della metà del Settecento (supportata a sua volta da accurate ricognizioni cartografiche), il catasto antico o sardo, non venga portata a termine. Il saggio analizza quindi due casi emblematici: quello della capitale, appunto, e poi quello della “piccola capitale” di un ducato da sempre appartenuto agli Stati Sardi, quel Ducato d’Aosta, che si considerava fille aînée, figlia primogenita delle terre sabaude, fedelissima alla dinastia, ma gelosissima nei confronti delle proprie specificità, particolarità ed esenzioni, a cominciare da quelle in materia fiscale. In entrambi i casi il Theatrum Sabaudiae rappresenta, quindi, uno strumento “alternativo” al catasto sardo settecentesco di strepitosa validità. 

Raffigurare territorio e città dello Stato nel "Theatrum Sabaudiae", un preludio (e un’alternativa) al catasto settecentesco // Depicting the territory and city of the State in the "Theatrum Sabaudiae", a prelude (and an alternative) to the eighteenth-century land registry / Devoti, Chiara - In: I catasti per la storia della città. Metodologie e prospettive // Historical cadastres for urban studies. Methodologies and perspectives / Gianluca Belli, Fabio Lucchesi, Paola Raggi (a cura di). - ELETTRONICO. - Wuppertal : Steinhäuser Verlag, 2021. - ISBN 978-3-942687-54-6. - pp. 84-107

Raffigurare territorio e città dello Stato nel "Theatrum Sabaudiae", un preludio (e un’alternativa) al catasto settecentesco // Depicting the territory and city of the State in the "Theatrum Sabaudiae", a prelude (and an alternative) to the eighteenth-century land registry

Devoti, Chiara
2021

Abstract

La grande impresa del Theatrum Sabaudiae rappresenta il punto d’arrivo di una ben precisa politica sabauda di esaltazione dinastica e di raffigurazione dei propri stati quale prova della legittimità del loro governo, seguendo il noto paradigma secondo cui "si rappresenta per dimostrare il controllo territoriale". Se il grande disegno si compie con Carlo Emanuele II, sono tuttavia la vedova Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, seconda Reggente, e poi il figlio Vittorio Amedeo II, il grande riformatore dello Stato, sotto il quale si opererà il passaggio da Ducato a Regno, a raccogliere i frutti di questo straordinario "teatro delle terre". Non solo, quindi, immaginifica rappresentazione delle terre (Firpo), ma raffigurazione cartografica – e i due tomi di cui è composta l’opera si aprono con la rappresentazione dell’"al di qua" e dell’“al di là” del plesso alpino, le due parti fondamentali di quello Stato "tenuto in aperta sfida alla geografia" (Symcox) – dei propri possedimenti, raccolta di vedute a volo d’uccello di città e contadi, di residenze di loisir, di baluardi territoriali. Una raffigurazione che si fa ancora più pregnante laddove, per le motivazioni più disparate, la grande operazione della metà del Settecento (supportata a sua volta da accurate ricognizioni cartografiche), il catasto antico o sardo, non venga portata a termine. Il saggio analizza quindi due casi emblematici: quello della capitale, appunto, e poi quello della “piccola capitale” di un ducato da sempre appartenuto agli Stati Sardi, quel Ducato d’Aosta, che si considerava fille aînée, figlia primogenita delle terre sabaude, fedelissima alla dinastia, ma gelosissima nei confronti delle proprie specificità, particolarità ed esenzioni, a cominciare da quelle in materia fiscale. In entrambi i casi il Theatrum Sabaudiae rappresenta, quindi, uno strumento “alternativo” al catasto sardo settecentesco di strepitosa validità. 
2021
978-3-942687-54-6
I catasti per la storia della città. Metodologie e prospettive // Historical cadastres for urban studies. Methodologies and perspectives
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2021_CATASTI FIRENZE_Devoti.pdf

accesso aperto

Descrizione: pdf completo dell'articolo con indice e copertina
Tipologia: 2a Post-print versione editoriale / Version of Record
Licenza: Pubblico - Tutti i diritti riservati
Dimensione 3.24 MB
Formato Adobe PDF
3.24 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2958471