Il saggio intende mettere in evidenza la metodologia adottata nel percorso di conoscenza e valorizzazione di Villa Ottolenghi Wedekind, in particolare dell’ambito del giardino e del paesaggio, attraverso la consultazione in parallelo dell’archivio della committenza – la famiglia Ottolenghi di Acqui Terme - e del progettista – il paesaggista Pietro Porcinai. I risultati ottenuti consentono di appurare la complementarità delle due risorse fondamentali per una completa ricostruzione del cantiere storico e per l’elaborazione di una consapevole proposta di restauro. L’archivio di Pietro Porcinai a Fiesole permette di cogliere appieno l’iter creativo e progettuale del suo intervento a Monterosso, documentando, tramite la notevole quantità di materiale rinvenuto, il suo modus operandi e l’eterogeneità di questioni da lui affrontate. L’archivio Ottolenghi Wedekind a Camaiore restituisce invece la testimonianza dell’ideazione e della realizzazione, nella sua interezza, dell’«acropoli delle arti», esito di un fecondo mecenatismo della committenza nei confronti di celebri artisti del panorama artistico del Novecento, con l’obiettivo comune di realizzare un luogo che celebrasse l’Arte in tutte le sue declinazioni. Il confronto tra i due archivi consente di cogliere, nei riguardi dell’ambizioso progetto, sia gli aspetti materiali, restituiti dalla lettura comparativa delle varie fonti, sia degli aspetti intangibili, riscontrabili nel valore culturale e nella dimensione umana che determinano l’unicum del complesso di Monterosso. In questo modo si può riconoscere la complessità del caso studio, rappresentata dalla coesistenza di valori multi-scalari e interdisciplinari. Tali considerazioni devono essere fondamento di opportune strategie che, valendosi di una completa conoscenza del cantiere storico, riescano a condurre azioni di cura per la sua conservazione nel tempo e un opportuno riconoscimento di tutti i suoi valori, al fine di trasmettere pienamente l’eredità culturale di questo patrimonio.
Villa Ottolenghi Wedekind ad Acqui Terme. L’eredità culturale di un’«acropoli delle arti» negli archivi di progettisti e committenti / Ferrari, Marco; Germani, Ester - In: Archivi e cantieri per interpretare il Patrimonio. Fonti, metodi, prospettive / Devoti C., Naretto M.. - STAMPA. - Firenze : All'insegna del Giglio, 2021. - ISBN 978 88 9285 041 5. - pp. 123-128
Villa Ottolenghi Wedekind ad Acqui Terme. L’eredità culturale di un’«acropoli delle arti» negli archivi di progettisti e committenti
Ferrari, Marco;Germani, Ester
2021
Abstract
Il saggio intende mettere in evidenza la metodologia adottata nel percorso di conoscenza e valorizzazione di Villa Ottolenghi Wedekind, in particolare dell’ambito del giardino e del paesaggio, attraverso la consultazione in parallelo dell’archivio della committenza – la famiglia Ottolenghi di Acqui Terme - e del progettista – il paesaggista Pietro Porcinai. I risultati ottenuti consentono di appurare la complementarità delle due risorse fondamentali per una completa ricostruzione del cantiere storico e per l’elaborazione di una consapevole proposta di restauro. L’archivio di Pietro Porcinai a Fiesole permette di cogliere appieno l’iter creativo e progettuale del suo intervento a Monterosso, documentando, tramite la notevole quantità di materiale rinvenuto, il suo modus operandi e l’eterogeneità di questioni da lui affrontate. L’archivio Ottolenghi Wedekind a Camaiore restituisce invece la testimonianza dell’ideazione e della realizzazione, nella sua interezza, dell’«acropoli delle arti», esito di un fecondo mecenatismo della committenza nei confronti di celebri artisti del panorama artistico del Novecento, con l’obiettivo comune di realizzare un luogo che celebrasse l’Arte in tutte le sue declinazioni. Il confronto tra i due archivi consente di cogliere, nei riguardi dell’ambizioso progetto, sia gli aspetti materiali, restituiti dalla lettura comparativa delle varie fonti, sia degli aspetti intangibili, riscontrabili nel valore culturale e nella dimensione umana che determinano l’unicum del complesso di Monterosso. In questo modo si può riconoscere la complessità del caso studio, rappresentata dalla coesistenza di valori multi-scalari e interdisciplinari. Tali considerazioni devono essere fondamento di opportune strategie che, valendosi di una completa conoscenza del cantiere storico, riescano a condurre azioni di cura per la sua conservazione nel tempo e un opportuno riconoscimento di tutti i suoi valori, al fine di trasmettere pienamente l’eredità culturale di questo patrimonio.File | Dimensione | Formato | |
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