Negli anni recenti, sulla scia del dibattito globale sui rischi legati ai cambiamenti climatici, alle aree urbane segnate dalla naturalizzazione spontanea è stato riconosciuto un importante ruolo di potenziale antidoto alla progressiva perdita della biodiversità. In virtù di questa rilevanza ecologica, la loro presenza all’interno del tessuto urbano ha contribuito a far emergere un nuovo approccio al progetto di architettura del paesaggio, che esplora le possibilità compositive offerte dall’integrazione tra la costruzione dello spazio aperto pubblico e la conservazione dei brani di natura incolta, o la loro implementazione, attraverso un connubio tra le ragioni dell’estetica e quelle dell’ecologia. Attraverso una disamina di realizzazioni recenti, il saggio considera due possibili strategie del progetto di paesaggio rivolte ad affinare la sensibilità del pubblico urbano verso il valore ambientale di aree percepite come selvatiche. Entrambe le categorie di azioni, l’«ordinario iconico» e l’«ordinario salvifico», sono rivolte a rivelare le qualità nascoste di questi ambienti e fanno leva su una reazione emotiva verso le «nature urbane»: nel primo caso, attraverso il senso di sorpresa che deriva dall’abusata, ma sempre efficace, giustapposizione tra natura e artificio; nel secondo, sollecitando il senso di opportunismo, cosicché la naturalità di uno spazio urbano sia generalmente meglio percepita quando associata ai servizi ecosistemici che offre per il miglioramento della vita urbana.
“This is a natural space.” Ovvero, della natura urbana e l’iconicità dell’ordinario / Rinaldi, Bianca Maria - In: Nature in città. Biodiversità e progetto di paesaggio in Italia / Gabbianelli, Alessandro; Rinaldi, Bianca Maria; Salizzoni, Emma. - STAMPA. - Bologna : Il Mulino, 2021. - ISBN 978-88-15-29353-4. - pp. 137-159
“This is a natural space.” Ovvero, della natura urbana e l’iconicità dell’ordinario
Rinaldi, Bianca Maria
2021
Abstract
Negli anni recenti, sulla scia del dibattito globale sui rischi legati ai cambiamenti climatici, alle aree urbane segnate dalla naturalizzazione spontanea è stato riconosciuto un importante ruolo di potenziale antidoto alla progressiva perdita della biodiversità. In virtù di questa rilevanza ecologica, la loro presenza all’interno del tessuto urbano ha contribuito a far emergere un nuovo approccio al progetto di architettura del paesaggio, che esplora le possibilità compositive offerte dall’integrazione tra la costruzione dello spazio aperto pubblico e la conservazione dei brani di natura incolta, o la loro implementazione, attraverso un connubio tra le ragioni dell’estetica e quelle dell’ecologia. Attraverso una disamina di realizzazioni recenti, il saggio considera due possibili strategie del progetto di paesaggio rivolte ad affinare la sensibilità del pubblico urbano verso il valore ambientale di aree percepite come selvatiche. Entrambe le categorie di azioni, l’«ordinario iconico» e l’«ordinario salvifico», sono rivolte a rivelare le qualità nascoste di questi ambienti e fanno leva su una reazione emotiva verso le «nature urbane»: nel primo caso, attraverso il senso di sorpresa che deriva dall’abusata, ma sempre efficace, giustapposizione tra natura e artificio; nel secondo, sollecitando il senso di opportunismo, cosicché la naturalità di uno spazio urbano sia generalmente meglio percepita quando associata ai servizi ecosistemici che offre per il miglioramento della vita urbana.File | Dimensione | Formato | |
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