"Presentiamo questa nostra idea per un teatro lirico in un luogo tanto ricco di segni e di memorie (il ricordo ed il monumento di due momenti storici molto importanti, ma anche gli avanzi di una stazione ottocentesca, un ristorante dove si mangiano le ostriche, una via d'acqua...), e ci vengono in mente - anche se le carte sono un po' mischiate - tante possibili interpretazioni del tema: una scalinata come Sacre-Coeur, una cupola come tanti altri 'domes' della città, un batiment - bastimento che è arrivato da lontano e si rispecchia nelle acque tranquille di un porto-canale. Un teatro in alto (non quello vero che è sotto) appoggiato a costruzioni coperte di verde, come i 'colli costruiti' dell'antichità classica. Una torre di scena che è un 'donjon', con la sua scarpata verde alla base, ma che ospita sul tetto un caffé e un ristorante (la 'Tour d'Argent'? perché no visto che è ancora bello poter mangiare le ostriche e poter guardare Parigi dall'alto). Una passeggiata che parte dalla piazza (o dalla via), sale collegandosi ad anello intorno alle zone funzionali (o forse anche solo panoramiche) e si conclude sul Viaduc che scompare lontano: l'invito a scoprire un oggetto non solo funzionale ma caldo, curioso, forse ambiguamente inquietante, come una 'gran bestia' che si annida fra i muri di prua e distenda intricate braccia sulle scale, verso la piazza, sulla copertura" (Dalla relazione allegata al dossier di concorso)

Concorso internazionale d'architettura per la realizzazione della nuova Opéra di Parigi in place de la Bastille / Moncalvo, Enrico; Drocco, Guido. - (1983).

Concorso internazionale d'architettura per la realizzazione della nuova Opéra di Parigi in place de la Bastille

Enrico Moncalvo;Guido Drocco
1983

Abstract

"Presentiamo questa nostra idea per un teatro lirico in un luogo tanto ricco di segni e di memorie (il ricordo ed il monumento di due momenti storici molto importanti, ma anche gli avanzi di una stazione ottocentesca, un ristorante dove si mangiano le ostriche, una via d'acqua...), e ci vengono in mente - anche se le carte sono un po' mischiate - tante possibili interpretazioni del tema: una scalinata come Sacre-Coeur, una cupola come tanti altri 'domes' della città, un batiment - bastimento che è arrivato da lontano e si rispecchia nelle acque tranquille di un porto-canale. Un teatro in alto (non quello vero che è sotto) appoggiato a costruzioni coperte di verde, come i 'colli costruiti' dell'antichità classica. Una torre di scena che è un 'donjon', con la sua scarpata verde alla base, ma che ospita sul tetto un caffé e un ristorante (la 'Tour d'Argent'? perché no visto che è ancora bello poter mangiare le ostriche e poter guardare Parigi dall'alto). Una passeggiata che parte dalla piazza (o dalla via), sale collegandosi ad anello intorno alle zone funzionali (o forse anche solo panoramiche) e si conclude sul Viaduc che scompare lontano: l'invito a scoprire un oggetto non solo funzionale ma caldo, curioso, forse ambiguamente inquietante, come una 'gran bestia' che si annida fra i muri di prua e distenda intricate braccia sulle scale, verso la piazza, sulla copertura" (Dalla relazione allegata al dossier di concorso)
1983
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