Il corpo è “canale di transito” tra lo spazio e il progetto: il tramite con il quale il progetto manipola lo spazio. Questa è la tesi del libro. Il progetto allude sempre ad uno spazio che è riempito di corpi, svuotato di corpi. Di corpi nella loro materiale finitezza. Di relazioni: di corpi che si ignorano, si cercano. Di antagonismi. Di alleanze. Non è la perfezione dell’analogia organica (sfidata solo dall’imperfezione di Frankenstein), ma la materiale concretezza del corpo che si rende visibile, respira, si muove, rimane fermo, parla o sta in silenzio. Si espone. Manifesta la propria intimità, le piccole abitudini, il sapere del corpo nei suoi rapporti con altri corpi e con lo spazio: il suo essere “operatore delicatissimo” nella relazione tra spazio e progetto. Entro questa angolazione il testo osserva alcune figure di architetti, urbanisti, paesaggisti del Novecento, nella tradizione europea: autori che hanno espresso posizioni significative entro un ragionamento sulla città e l’architettura, alludendo in modo diretto o indiretto al tema del corpo. Richard Neutra, Clair e Michel Corajoud, Alexander Klein, John Habracken, Paola Viganò e Bernardo Secchi, John Turner.
Corpi. Tra spazio e progetto / Bianchetti, ANNA MARIA CRISTINA. - STAMPA. - (2020), pp. 1-142.
Corpi. Tra spazio e progetto
Cristina Bianchetti
2020
Abstract
Il corpo è “canale di transito” tra lo spazio e il progetto: il tramite con il quale il progetto manipola lo spazio. Questa è la tesi del libro. Il progetto allude sempre ad uno spazio che è riempito di corpi, svuotato di corpi. Di corpi nella loro materiale finitezza. Di relazioni: di corpi che si ignorano, si cercano. Di antagonismi. Di alleanze. Non è la perfezione dell’analogia organica (sfidata solo dall’imperfezione di Frankenstein), ma la materiale concretezza del corpo che si rende visibile, respira, si muove, rimane fermo, parla o sta in silenzio. Si espone. Manifesta la propria intimità, le piccole abitudini, il sapere del corpo nei suoi rapporti con altri corpi e con lo spazio: il suo essere “operatore delicatissimo” nella relazione tra spazio e progetto. Entro questa angolazione il testo osserva alcune figure di architetti, urbanisti, paesaggisti del Novecento, nella tradizione europea: autori che hanno espresso posizioni significative entro un ragionamento sulla città e l’architettura, alludendo in modo diretto o indiretto al tema del corpo. Richard Neutra, Clair e Michel Corajoud, Alexander Klein, John Habracken, Paola Viganò e Bernardo Secchi, John Turner.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2835918