Nella ricerca empirica internazionale la mappatura dei Servizi Ecosistemici (SE) si associa alla conoscenza delle qualità dei suoli, intesa come il prodotto della valutazione biofisica dei differenti SE che i suoli urbani e periurbani possono erogare (Arcidiacono, Ronchi, Salata, & Munafò, 2015). Se l’approccio alla mappatura esosistemica ha vissuto un primo periodo di vaga definizione e una maggior disomogeneità nelle modalità, negli strumenti e negli indicatori riferiti alla mappatura ecosistemica, oggi si può affermare che l’impego di strumenti adeguati per mappare e valutare i SE, sono oramai ampiamente condivisi dalla ricerca scientifica e quella sperimentale riferita alle applicazioni pratiche dei SE al governo del territorio (Giaimo, Santolini, & Salata, 2018; Stefano; Salata, Ronchi, & Ghirardelli, 2016; Stefano Salata, Ronchi, & Arcidiacono, 2018). La mappatura biofisica dei SE si è dimostrata un contributo di indubitabile importanza nell’analisi pianificatoria ambientale, sia quando essa è stata finalizzata alla valutazione economica del Capitale Naturale, ma ancor più quando questa è stata finalizzata alla definizione di indicatori biofisici multidimensionali delle molteplici capacità ecosistemiche dei suoli, alle differenti scale (Artmann, 2015). In tal senso, la pianificazione orientata alla definizione delle Green Infrastructures, necessariamente deve basarsi su una analisi delle differenti proprietà biofisiche dei suoli urbani e periurbani, rispetto alle loro differenti funzioni di supporto, regolative, culturali e di approvvigionamento (Hansen et al., 2015; Meerow & Newell, 2017). Ma altrettanto sostanziale è il contributo che la mappatura dei SE può dare agli ordinari processi decisionali, e particolarmente quando questi includono la più ampia partecipazione dei soggetti ambientali durante le fasi di condivisione del piano (si veda la Conferenza di Copianificazione introdotta dalla LR Piemontese n. 3 del 25 Marzo 2013, che modifica la LR n.56 del 5 Dicembre 1977). In quest’ambito, le decisioni riguardanti gli effetti ambientali del piano valutati alla luce della Valutazione Ambientale Strategica, trovano un adeguato supporto nell’analisi ecosistemica, in grado di rendere più evidenti le ricadute che le trasformazioni d’uso del suolo possono produrre negli ambienti urbani e periurbani. In tal senso, la ricerca LIFE SAM4CP ha consolidato l’introduzione delle mappature dei SE nella pratica ordinaria di copianificazione, quale strumento integrato al processo di piano per la definizione delle politiche urbane ecosistemicamente compatibili (Giaimo, Barbieri, & Salata, 2019, 2018). Si può pertanto affermare che alla scala locale, i SE siano ormai parte integrante delle più avanzate pratiche ed esperienze di pianificazione urbanistica, tanto da rendersi un sostanziale contributo conoscitivo nell’ambito delle politiche di controllo e limitazione delle trasformazioni d’uso dei suoli, ormai orientate ad attuare il cosiddetto “saldo zero” entro il 2050 (European Commission, 2016).

Il Progetto ecosistemico quale strumento di indagine per la città e territori contemporanei / Salata, Stefano - In: Tra Spazio Pubblico e Rigenerazione Urbana. Il verde come infrastruttura per la città contemporanea. / Giaimo C.. - ELETTRONICO. - Roma : INU Edizioni, 2020. - ISBN 978-88-7603-204-2. - pp. 103-108

Il Progetto ecosistemico quale strumento di indagine per la città e territori contemporanei

stefano salata
2020

Abstract

Nella ricerca empirica internazionale la mappatura dei Servizi Ecosistemici (SE) si associa alla conoscenza delle qualità dei suoli, intesa come il prodotto della valutazione biofisica dei differenti SE che i suoli urbani e periurbani possono erogare (Arcidiacono, Ronchi, Salata, & Munafò, 2015). Se l’approccio alla mappatura esosistemica ha vissuto un primo periodo di vaga definizione e una maggior disomogeneità nelle modalità, negli strumenti e negli indicatori riferiti alla mappatura ecosistemica, oggi si può affermare che l’impego di strumenti adeguati per mappare e valutare i SE, sono oramai ampiamente condivisi dalla ricerca scientifica e quella sperimentale riferita alle applicazioni pratiche dei SE al governo del territorio (Giaimo, Santolini, & Salata, 2018; Stefano; Salata, Ronchi, & Ghirardelli, 2016; Stefano Salata, Ronchi, & Arcidiacono, 2018). La mappatura biofisica dei SE si è dimostrata un contributo di indubitabile importanza nell’analisi pianificatoria ambientale, sia quando essa è stata finalizzata alla valutazione economica del Capitale Naturale, ma ancor più quando questa è stata finalizzata alla definizione di indicatori biofisici multidimensionali delle molteplici capacità ecosistemiche dei suoli, alle differenti scale (Artmann, 2015). In tal senso, la pianificazione orientata alla definizione delle Green Infrastructures, necessariamente deve basarsi su una analisi delle differenti proprietà biofisiche dei suoli urbani e periurbani, rispetto alle loro differenti funzioni di supporto, regolative, culturali e di approvvigionamento (Hansen et al., 2015; Meerow & Newell, 2017). Ma altrettanto sostanziale è il contributo che la mappatura dei SE può dare agli ordinari processi decisionali, e particolarmente quando questi includono la più ampia partecipazione dei soggetti ambientali durante le fasi di condivisione del piano (si veda la Conferenza di Copianificazione introdotta dalla LR Piemontese n. 3 del 25 Marzo 2013, che modifica la LR n.56 del 5 Dicembre 1977). In quest’ambito, le decisioni riguardanti gli effetti ambientali del piano valutati alla luce della Valutazione Ambientale Strategica, trovano un adeguato supporto nell’analisi ecosistemica, in grado di rendere più evidenti le ricadute che le trasformazioni d’uso del suolo possono produrre negli ambienti urbani e periurbani. In tal senso, la ricerca LIFE SAM4CP ha consolidato l’introduzione delle mappature dei SE nella pratica ordinaria di copianificazione, quale strumento integrato al processo di piano per la definizione delle politiche urbane ecosistemicamente compatibili (Giaimo, Barbieri, & Salata, 2019, 2018). Si può pertanto affermare che alla scala locale, i SE siano ormai parte integrante delle più avanzate pratiche ed esperienze di pianificazione urbanistica, tanto da rendersi un sostanziale contributo conoscitivo nell’ambito delle politiche di controllo e limitazione delle trasformazioni d’uso dei suoli, ormai orientate ad attuare il cosiddetto “saldo zero” entro il 2050 (European Commission, 2016).
2020
978-88-7603-204-2
Tra Spazio Pubblico e Rigenerazione Urbana. Il verde come infrastruttura per la città contemporanea.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2808832