Il saggio attribuisce, per la prima volta, il primo progetto del complesso, nel disegno dell'impianto dell'atrio e dello scalone, all'architetto messinese Filippo Juvarra, poco dopo il suo arrivo nella capitale sabauda. La lunga prospettiva che dalla strada, attraverso l'atrio passante, raggiunge il giardino, diventa la cifra del Primo Architetto di S.M. che, probabilmente, lavora anche allo scalone a tripla rampa che conduce al piano nobile. Il primo salone, affacciato verso il cortile, il secondo, rivolto verso via pubblica, la sequenza di sale affacciate sulla città, restituiscono le molte distribuzioni interne, specchio dei successivi modi di abitare uno dei più importanti palazzi nobiliari torinesi del primo Settecento, innalzato in un'area di cerniera tra il primo e il secondo ampliamento. Riconoscendo i cantieri decorativi che si aprono in alcune sale, il saggio estende la sua indagine al tardo Ottocento e al primo Novecento.
Giuste proporzioni per una «privata fabbrica» di Filippo Juvarra / Gianasso, E. - In: Palazzo Birago di Borgaro. Una dimora juvarriana per la Camera di Commercio di Torino / Gianasso E., Malerba A., Mola di Nomaglio G.. - STAMPA. - Torino : Centro Studi Piemontesi, 2019. - ISBN 9788882622893. - pp. 53-81 [10.26344/CSP.CC19]
Giuste proporzioni per una «privata fabbrica» di Filippo Juvarra
Gianasso E.
2019
Abstract
Il saggio attribuisce, per la prima volta, il primo progetto del complesso, nel disegno dell'impianto dell'atrio e dello scalone, all'architetto messinese Filippo Juvarra, poco dopo il suo arrivo nella capitale sabauda. La lunga prospettiva che dalla strada, attraverso l'atrio passante, raggiunge il giardino, diventa la cifra del Primo Architetto di S.M. che, probabilmente, lavora anche allo scalone a tripla rampa che conduce al piano nobile. Il primo salone, affacciato verso il cortile, il secondo, rivolto verso via pubblica, la sequenza di sale affacciate sulla città, restituiscono le molte distribuzioni interne, specchio dei successivi modi di abitare uno dei più importanti palazzi nobiliari torinesi del primo Settecento, innalzato in un'area di cerniera tra il primo e il secondo ampliamento. Riconoscendo i cantieri decorativi che si aprono in alcune sale, il saggio estende la sua indagine al tardo Ottocento e al primo Novecento.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2753718
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