Il territorio albenganese è caratterizzato nel tempo da una frequentazione abitativa continuata, costituita dapprima con la gens degli Ingauni e poi con il municipium romano, che ha definito un ambito geografico ancora riscontrabile nel distretto della diocesi medievale. Per Albenga i patti con Genova datati 1251 segnano una svolta, con la perdita della supremazia comunale; forse in conseguenza della dedizione alla Superba, arrivano i magistri antelamici. Nei secoli dal XII al XIV in città si produce un numero significativo di strutture civili per difesa/offesa ed abitazione. Nella maggior parte delle torri vengono abbinati pietra e laterizio, la prima nel basamento ed il secondo nell’elevato, una tipologia che nel Ponente ligure si registra anche a Noli e Savona. Le forniture provengono sia da cave in prossimità sia dal riuso di manufatti, in prevalenza romani. Gli elementi lapidei reimpiegati si armonizzano nelle composizioni dei paramenti, mutevoli in base a tecniche e materie prime adottate, agevolando la lettura degli aggiornamenti accorsi negli edifici. Il campanile romanico della cattedrale di san Michele espone grandi blocchi di conglomerato, calcari ed arenarie in cui si possono riconoscere gli utilizzi precedenti. Potrebbe trattarsi della realizzazione ispiratrice delle scelte, operate da committenze e maestranze, riguardanti i rifornimenti per le fabbriche locali successive. La ricerca, condotta con un metodo interdisciplinare interattivo che spazia fra petrografia, architettura e storia, si prefigge di riflettere sui possibili valori attribuiti al materiale antico partendo dalle esperienze raccolte in area piemontese. Ad inizio XI secolo, per il modulo inferiore della torre campanaria di san Benigno a Fruttuaria si ricorre all’uso di lapides turbinati stradali romane, compatibili con quelle presenti a Torino. Lo studio di alcuni casi selezionati fa emergere, nei vari momenti, un quadro di impiego delle pietre diverso per preferenze accordate a litotipi non sempre autoctoni, soprattutto in caso di riutilizzo

Costruire le torri liguri nel Medioevo: usi e riusi del materiale ad Albenga / Finco, Luca - In: IV Ciclo di Studi Medievali / NUME - Nuovo Medioevo. Gruppo di ricerca sul medioevo latino. - STAMPA. - Arcore (MB) : Edizioni EBS Print, 2018. - ISBN 9788893493710. - pp. 510-518

Costruire le torri liguri nel Medioevo: usi e riusi del materiale ad Albenga

luca finco
2018

Abstract

Il territorio albenganese è caratterizzato nel tempo da una frequentazione abitativa continuata, costituita dapprima con la gens degli Ingauni e poi con il municipium romano, che ha definito un ambito geografico ancora riscontrabile nel distretto della diocesi medievale. Per Albenga i patti con Genova datati 1251 segnano una svolta, con la perdita della supremazia comunale; forse in conseguenza della dedizione alla Superba, arrivano i magistri antelamici. Nei secoli dal XII al XIV in città si produce un numero significativo di strutture civili per difesa/offesa ed abitazione. Nella maggior parte delle torri vengono abbinati pietra e laterizio, la prima nel basamento ed il secondo nell’elevato, una tipologia che nel Ponente ligure si registra anche a Noli e Savona. Le forniture provengono sia da cave in prossimità sia dal riuso di manufatti, in prevalenza romani. Gli elementi lapidei reimpiegati si armonizzano nelle composizioni dei paramenti, mutevoli in base a tecniche e materie prime adottate, agevolando la lettura degli aggiornamenti accorsi negli edifici. Il campanile romanico della cattedrale di san Michele espone grandi blocchi di conglomerato, calcari ed arenarie in cui si possono riconoscere gli utilizzi precedenti. Potrebbe trattarsi della realizzazione ispiratrice delle scelte, operate da committenze e maestranze, riguardanti i rifornimenti per le fabbriche locali successive. La ricerca, condotta con un metodo interdisciplinare interattivo che spazia fra petrografia, architettura e storia, si prefigge di riflettere sui possibili valori attribuiti al materiale antico partendo dalle esperienze raccolte in area piemontese. Ad inizio XI secolo, per il modulo inferiore della torre campanaria di san Benigno a Fruttuaria si ricorre all’uso di lapides turbinati stradali romane, compatibili con quelle presenti a Torino. Lo studio di alcuni casi selezionati fa emergere, nei vari momenti, un quadro di impiego delle pietre diverso per preferenze accordate a litotipi non sempre autoctoni, soprattutto in caso di riutilizzo
2018
9788893493710
IV Ciclo di Studi Medievali
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